Passionelli: “a breve 700 nuovi posti barca nelle località rivierasche. Serve una regolamentazione unitaria delle attività sul lago”
Il lago di Garda si conferma essere una delle mete predilette dal turismo italiano ed estero, capace di reggere alla stagionalità e di offrire un numero di presenze in costante crescita, attratte dalla varietà di attività esercitabili in acqua o nell’immediato entroterra. Peccato che la crescita dei diportisti sia accompagnata da una scarsa disponibilità di servizi, ad iniziare dal ridotto numero di posti barca, aggravata dal fatto che la gestione del maggiore lago italiano (e uno dei più grandi d’Europa) è suddivisa tra tre enti (le regioni Veneto e Lombardia e la provincia di Trento). Giorgio Passionelli, presidente della Comunità del Garda e sindaco di Torri del Benaco è conscio di questi limiti: “la Comunità del Garda cerca di fare sintesi per assicurare una gestione quanto più possibile unitaria ed omogenea del lago, anche al fine di assicurarne l’integrità e dare si turisti servizi adeguati ed omogenei lungo tutta la costa”.
Passionelli evidenzia anche le problematiche più “scottanti”: “chi oggi si trova a navigare per diporto sul lago deve assoggettarsi a due diversi regimi: sulle acque delle regioni Veneto e Lombardia è concessa la navigazione a motore con tutti le problematiche che ne derivano in termini d’inquinamento acustico ed ambientale, oltre che di sicurezza e di pericolosità per il forte spostamento d’acqua indotto dalla velocità dei mezzi, mentre nella parte trentina del Garda la navigatore a motore privata è interdetta e limitata a pochissimi casi di pubblica utilità. L’obiettivo è quello di arrivare al più presto ad una regolamentazione comune che limiti su tutto il bacino del Garda la navigazione a motore, riducendone la velocità massima e favorendo l’introduzione di propulsioni alternative non inquinanti, valorizzando il ruolo della vela”.
Altro tema che si evidenzia sempre più frequentemente parimenti all’aumento delle presenze turistiche sul lago è quello della penuria di punti barca nei porti: “la legislazione vigente – dice Giorgio Passionelli – prevede che gli stalli vengano messi a gara con concessioni quinquennali, cosa che limita fortemente la rotazione e la fruibilità da parte dei diportisti non stanziali. L’obiettivo è di favorire su tutto il lago l’introduzione di stalli a pagamento con sosta oraria massima di 24 ore, in modo da garantire la rotazione dei posti barca e soddisfare un maggior numero di esigenze. L’esperienza già avviata sulla sponda veronese testimonia la bontà di questa soluzione per soddisfare le nuove domande di approdo sul lago. Sarebbe opportuno investire per la costruzione di nuovi spazi d’ormeggio da noleggiare su base giornaliera o settimanale”.
Sempre in tema di portualità, la manutenzione periodica del porti: per Passionelli “sarebbe auspicabile che su tutto il lago fosse estesa la normativa lombarda che consente il dragaggio periodico dei fondali dei porti al fine di assicurare l’ormeggio delle imbarcazioni, specie di quelle a vela che per le loro caratteristiche tecniche hanno un pescaggio maggiore delle imbarcazioni a motore, evitando di considerare i materiali di risulta come rifiuti speciali da smaltire a caro prezzo in discariche autorizzate. Una situazione che, specie sulla sponda veronese, dove vige una normativa più restrittiva, limita di molto l’ordinaria manutenzione dei porti per via dei costi enormi di smaltimento dei materiali dragati, costringendo tanti comuni a rinviare i lavori”.
Quanto alla disponibilità di nuovi spazi barca lungo le sponde del lago, il presidente della Comunità informa che sono in via d’attivazione “circa 700 nuovi posti che saranno disponibili entro un paio d’anni circa, non appena terminati i processi autorizzativi in corso. Gli spazi aggiuntivi serviranno per soddisfare la domanda in crescita di navigazione privata sul Garda, specie da parte dei turisti dell’Europa centro settentrionale”.
Quanto alla mancanza di una carta nautica del lago, “la Comunità del Garda si sta adoperando per realizzarne al più presto una che contemperi anche l’offerta turistica dell’entroterra in modo da favorire la conoscenza dei giacimenti culturale ed enogastronomici da parte dei naviganti” conclude Passionelli.