In Veneto (II regione in Italia dopo la Lombardia), la formazione ‘sul campo’ ai neoassunti nelle imprese artigiane vale 255 milioni (l’1,5% del valore aggiunto del settore).
“Il contesto è turbolento. La crisi non demorde. Il mercato del lavoro è in difficoltà. A far da contraltare alle cassandre che fanno a gara a paventare catastrofi e recessioni, ci sono le imprese, soprattutto quelle piccole e artigiane in cui, nonostante tutto e tutti, persistono i processi d’inserimento e di avviamento al lavoro dei lavoratori”. Ad affermarlo Giuseppe Sbalchiero, Presidente di Confartigianato Imprese Veneto. Secondo gli ultimi dati disponibili elaborati dall’ufficio studi di Confartigianato, in Veneto (seconda regione in Italia dopo la Lombardia) sono state 11.750 le assunzioni nel 2011 nell’artigianato (il 10% delle 115.621 totali). “A fronte di questi ingressi nelle imprese artigiane – spiega Sbalchiero – si stima che l’investimento diretto degli imprenditori e dei collaboratori nella cosiddetta formazione sul campo ammonti, sempre per il 2011, ad oltre 255 milioni di euro, pari all’1,5% del valore aggiunto prodotto dall’artigianato in regione. In totale le ore di affiancamento sono state quasi dieci milioni (9.517.386)”.
La valorizzazione del ‘training on the job’ dei neoassunti comprende le attività di affiancamento del titolare, dei suoi collaboratori o dei dipendenti al nuovo assunto, finalizzate all’addestramento relativo alle attività legate al ruolo in azienda: in media il 43% del tempo del tutor aziendale viene utilizzato per affiancare i nuovi assunti nel primo anno di attività. In questa delicata e importante fase d’ingresso, l’imprenditore e i suoi collaboratori mettono a disposizione dei giovani assunti il patrimonio di competenze e di conoscenze accumulato nel capitale umano dell’impresa. Nelle prime cinque regioni si concentra poco più della metà (50,8%) degli investimenti in formazione ‘sul campo’ da parte degli imprenditori: al primo posto si trova la Lombardia con 398 milioni di euro (pari al 15,2% del totale nazionale), seguita dal Veneto con 255 milioni (9,7%), dal Piemonte con 249 milioni (9,5%), dall’Emilia Romagna con 236 milioni (9,0%) e dalla Campania con 191 milioni (7,3%).
“Far emergere il valore qualitativo e quantitativo del ‘training on the job’ – prosegue Sbalchiero – è particolarmente rilevante in quanto riguarda una tipologia formativa che non viene esplicitamente individuata da indagini sulla forza lavoro, nazionali e comunitarie, che rilevano la partecipazione a processi di formazione. Le attività di training on the job possono, quindi, migliorare il tasso di partecipazione degli occupati ad iniziative formative che per l’Italia è inferiore alla media UE (Isfol, 2012). E non è tutto. Nonostante le turbolenze economiche e le previsioni catastrofiche – prosegue Sbalchiero – la rilevazione del Sistema Excelsior del Ministero del Lavoro – Unioncamere conferma l’importanza della fase di ingresso del mercato del lavoro: al II trimestre 2012 le imprese italiane prevedono 228.190 assunzioni di cui i due terzi (64%) in piccole imprese (fino a 49 dipendenti). Noi la nostra parte cerchiamo di farla al meglio senza rinunciare al ruolo di rappresentanza che abbiamo. Lavorando e confrontandoci con la regione veneto e gli enti locali migliorando, ad esempio, il contesto normativo di riferimento come avvenuto con il recente accordo sull’apprendistato di alta formazione”.