Alto Adriatico, finisce il fermo pesca

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pescatori sistemazione pesce grado 1Risultati non del tutto soddisfacenti. Manzato: “un’altra settimana sarebbe stata utile, perché manca in molte zone il pesce adulto”

In Alto Adriatico finisce il fermo pesca deciso unilateralmente dalle tre regioni rivierasche, con risultati non del tutto soddisfacenti: “almeno un’altra settimana di fermo pesca sarebbe stata utile e, del resto, d’accordo con le altre regioni del Distretto Alto Adriatico l’avevo chiesta al ministro. Spero che la nostra responsabilità di autogoverno, anche di fronte alla situazione che si presenta di fronte alla riapertura della pesca, possa determinare un blocco dell’attività non a tavolino, ma rapportabile all’effettiva ripresa degli stock ittici”.

Anche per Franco Manzato, assessore alla pesca del Veneto, il fermo pesca anticipato non ha dato risultati che possano essere considerati definitivi, anzi. “Manca il pesce adulto – concorda Manzato – e a questo si sommano anche le gravi morie di molluschi in alcune aree della laguna di Venezia e delle lagune del Delta del Po, a causa del particolare andamento climatico di quest’estate. Di certo il problema di cosa pescare con le nuove normative europee esiste e rischia di penalizzare l’impegno degli addetti ai lavori e le imprese per l’aumento dei costi, in particolare del gasolio, per rimettere le barche da pesca in mare”.

Con la conclusione del fermo pesca, iniziato il 16 luglio su pressante richiesta del Veneto, e accolto favorevolmente anche dalle altre regioni del Distretto, per adeguare la “tregua” alle esigenze di questo tratto di mare. La durata del fermo è però rimasta sempre la stessa, mentre agli stock ittici sarebbe servito un po’ di tempo in più per raggiungere le taglie legalmente commerciabili. Manzato è tuttavia ottimista: “riprenderemo il discorso e sentirò al più presto i colleghi delle altre regioni per concordare un’azione comune rispetto ad un obiettivo che è di tutti: garantire un futuro a questo settore economico tradizionale, nel rispetto di quelle che sono le peculiarità dell’Alto Adriatico, adeguando nel contempo la pressione di pesca per non compromettere in modo irreversibile una risorsa che è importante dal punto di vista economico e sociale non solo per le nostre aree costiere. Il che in pratica si dovrà tradurre anche in una gestione delle risorse alieutiche non solo per quanto riguarda il fermo pesca ma per tutti gli aspetti che attengono alle nostre specificità”.