In 10 anni, con l’avvento dell’euro i prezzi sono cresciuti in media del 25%

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risparmio barattolo vetro soldi euro FbySh 1Studio della Cgia di Mestre che evidenzia il boom di bevande alcoliche e tabacchi (+63,7%), bollette, affitti e manutenzione casa (+45,8%) e trasporti (+40,9%)

A dieci anni dall’introduzione dell’euro, i prezzi sono aumentati soprattutto al Sud e, a differenza di quanto si possa credere, l’impennata non ha riguardato gli alimentari, l’abbigliamento/calzature o la ristorazione, ma soprattutto le bevande alcoliche e i tabacchi, le ristrutturazioni/manutenzioni edilizie, gli affitti delle abitazioni e i combustibili/bollette domestiche, nonché i trasporti. A confermarlo sono i dati statistici elaborati dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre. Tra il 2002 ed il luglio di quest’anno, l’inflazione media italiana è cresciuta del 24,9%. In Calabria si è registrato l’incremento regionale più elevato: +31,6%. Seguono Campania, con il +28,9%, Sicilia, con il +27,6%, e Basilicata, con il +26,9%. Le meno interessate dal “caro prezzi”, invece, sono state Lombardia, con un’inflazione regionale del +23%, Toscana, con il +22,4%, Veneto, con il +22,3% e, ultimo della graduatoria, Molise, dove l’inflazione è lievitata “solo” del 21,7%.

“E’ opportuno sottolineare che il maggior aumento dei prezzi registrato nel Sud non deve essere confuso con il caro vita. Vivere al Nord – spiega Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – è molto più gravoso che nel Mezzogiorno. Altra cosa, invece, è analizzare, come abbiamo fatto noi, la dinamica inflattiva registrata in questi ultimi dieci anni.

La maggior crescita dell’inflazione avvenuta nel Sud si spiega con il fatto che la base di partenza dei prezzi nel 2002 era molto più bassa rispetto a quella registrata nel resto d’Italia. Inoltre, – prosegue Bortolussi – a far schizzare i prezzi in questa parte del Paese hanno concorso anche il drammatico deficit infrastrutturale, la presenza delle organizzazioni criminali che condizionano molti settori economici, la poca concorrenza nel campo dei servizi e soprattutto un sistema distributivo delle merci molto arretrato e poco efficiente”.

In linea generale, sottolinea la Cgia, uno dei nodi da superare è lo spaventoso deficit logistico/infrastrutturale che grava sulla competitività dell’intero sistema delle imprese italiane e, conseguentemente, sui costi dei servizi e dei prodotti offerti ai consumatori finali. Nonostante negli ultimi decenni la spesa italiana per gli investimenti sia stata in linea con la media dei Paesi dell’area dell’euro (Secondo il Documento di Economia e Finanza del 2012, tra il 1990 e il 2010 la nostra spesa pubblica per investimenti è stata pari al 2,4% del Pil, mentre la media dei Paesi dell’area dell’euro è stata pari al 2,5% del Pil), la scarsa dotazione di strade ed autostrade, il grave ritardo del nostro settore ferroviario e l’insufficiente dotazione presente in Italia di reti elettriche e di trasporto/stoccaggio del gas naturale comportano, secondo le stime redatte due anni fa dal Governo allora guidato da Berlusconi, un costo aggiuntivo a carico del sistema imprenditoriale italiano di ben 40 miliardi di euro all’anno.

“Per quanto concerne le principali tipologie di prodotto, spesso anche con la scusa dell’euro, i prezzi che hanno subito i rincari più consistenti sono stati quelli delle bevande alcoliche e dei tabacchi (+63,7%), quello delle manutenzioni/ristrutturazioni edilizie, gli affitti, i combustibili e le bollette di luce, acqua e gas e asporto rifiuti (+45,8%), nonché dei trasporti (treni, bus, metro +40,9%). Pressoché in linea, se non addirittura al di sotto del dato medio nazionale, gli incrementi dei servizi alberghieri e della ristorazione (+27,4%), dei prodotti alimentari (+24,1%), del mobilio e degli articoli per la casa (+21,5%), dell’abbigliamento/calzature (+19,2%)” dice Bortolussi che sottolinea come “a differenza di quanto è stato denunciato sino ad ora con l’avvento dell’euro non sono stati i commercianti a far esplodere i prezzi, bensì i proprietari di abitazioni, le attività legate alla manutenzione della casa, le aziende pubbliche dei trasporti, i gestori delle utenze domestiche ed, infine, lo Stato con gli aumenti apportati agli alcolici e alle sigarette. Ricordo che sul totale della spesa media familiare, che nel 2011 è stata pari a quasi 30.000 euro, i trasporti, le bollette e le spese legate alla casa hanno inciso per quasi il 50% del totale, mentre la spesa alimentare solo per il 19%”.

Nel dettaglio, a livello dell’inflazione generale, a NordEst il Trentino Alto Adige ha fatto registrare una crescita del 25,7%, seguito dal Friuli Venezia Giulia (+24,8%), per chiudere con il Veneto che si è fermato ad un +22,3%. Nel settore dei prodotti alimentari e bevande alcoliche, il primo posto per la crescita dei prezzi è toccato ancora al Trentino Alto Adige con un +24%, mentre il Veneto si è fermato a +21,3% seguito a ruota dal Friuli Venezia Giulia con un + 21,0%. Più omogenea la crescita nel comparto abbigliamento e calzature, dove il Trentino Alto Adige ha fatto registrare un + 16,0%, seguito da Friuli Venezia Giulia (+15,2%) e Veneto (+12,5%). Dove la situazione è fuori controllo grazie alle pessime politiche urbanistiche degli ultimi 10 anni è il comparto della casa, acqua e combustibili: qui il Trentino Alto Adige s’aggiudica la palma della regione più cara d’Italia con un +56,6%, mentre il Veneto s’attesta a +49,5% e il Friuli Venezia Giulia a +48,2%. Anche nel settore dei mobili, articoli e servizi per la casa, il Trentino Alto Adige si colloca nelle pozioni di realtà più cara (al terzo posto assoluto) con un +25,1%, mentre il Veneto è ad un +19,8% e il Friuli Venezia Giulia a +19,4%. Nel comparto dei trasporti, a NordEst la crescita maggiore è stata registrata dal Veneto con un +41,4% che distanzia di poco Friuli Venezia Giulia e dal Trentino Alto Adige (entrambe +41,0%).


Dinamica inflazione nel periodo 2002-2012: graduatoria generale regionale e per 12 tipologie di prodotto

NOTA: lo studio è stato effettuato prendendo in esame le variazioni dell’indice dei prezzi al consumo NIC tra il 2002 (media annua) e il dato mensile di luglio 2012

Rank

VAR. % 2002-2012

Inflazione
(indice generale)

1

   Calabria

+31,6

2

   Campania

+28,9

3

   Sicilia

+27,6

4

   Basilicata

+26,9

5

   Piemonte

+26,0

6

   Abruzzo

+26,0

7

   Valle d’Aosta

+26,0

8

   Trentino Alto Adige

+25,7

9

   Puglia

+25,7

10

   Sardegna

+25,3

11

   Marche

+24,8

12

   Friuli-Venezia Giulia

+24,8

13

   Umbria

+24,7

14

   Lazio

+24,6

15

   Liguria

+23,7

16

   Emilia-Romagna

+23,2

17

   Lombardia

+23,0

18

   Toscana

+22,4

19

   Veneto

+22,3

20

   Molise

+21,7

   Media Italia

+24,9

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Prodotti alimentari e bevande analcoliche

1

   Campania

+34,6

2

   Calabria

+34,3

3

   Sardegna

+31,0

4

   Basilicata

+30,6

5

   Puglia

+25,3

6

   Valle d’Aosta

+25,2

7

   Molise

+24,6

8

   Sicilia

+24,5

9

   Abruzzo

+24,5

10

   Marche

+24,5

11

   Trentino Alto Adige

+24,0

12

   Piemonte

+23,3

13

   Lazio

+23,3

14

   Liguria

+22,9

15

   Umbria

+22,5

16

   Emilia-Romagna

+22,2

17

   Veneto

+21,3

18

   Friuli-Venezia Giulia

+21,0

19

   Lombardia

+20,6

20

   Toscana

+18,4

   Media Italia

+24,1

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Bevande alcoliche e tabacchi

1

   Campania

+71,9

2

   Sicilia

+69,9

3

   Calabria

+69,9

4

   Abruzzo

+67,7

5

   Puglia

+66,2

6

   Basilicata

+65,8

7

   Lazio

+64,9

8

   Piemonte

+63,8

9

   Trentino Alto Adige

+63,1

10

   Emilia-Romagna

+63,0

11

   Umbria

+62,7

12

   Sardegna

+62,6

13

   Molise

+62,6

14

   Marche

+62,4

15

   Lombardia

+61,8

16

   Friuli-Venezia Giulia

+61,4

17

   Valle d’Aosta

+60,3

18

   Toscana

+58,2

19

   Liguria

+58,1

20

   Veneto

+57,9

   Media Italia

+63,7

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Abbigliamento e calzature

1

   Campania

+35,0

2

   Calabria

+32,4

3

   Valle d’Aosta

+25,6

4

   Abruzzo

+24,9

5

   Piemonte

+21,6

6

   Sicilia

+21,2

7

   Puglia

+19,8

8

   Umbria

+18,7

9

   Liguria

+18,6

10

   Marche

+17,9

11

   Emilia-Romagna

+17,6

12

   Lazio

+17,3

13

   Toscana

+16,8

14

   Trentino Alto Adige

+16,0

15

   Lombardia

+15,3

16

   Friuli-Venezia Giulia

+15,2

17

   Molise

+15,0

18

   Veneto

+12,5

19

   Basilicata

+10,6

20

   Sardegna

+9,5

   Media Italia

+19,2

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Abitazione, acqua, elettricità e combustibili

1

   Trentino Alto Adige

+56,6

2

   Basilicata

+53,0

3

   Molise

+52,6

4

   Umbria

+51,7

5

   Valle d’Aosta

+50,9

6

   Sicilia

+50,4

7

   Calabria

+50,3

8

   Veneto

+49,5

9

   Piemonte

+48,4

10

   Friuli-Venezia Giulia

+48,2

11

   Marche

+48,1

12

   Abruzzo

+47,8

13

   Toscana

+47,0

14

   Puglia

+46,7

15

   Lazio

+45,8

16

   Emilia-Romagna

+45,5

17

   Sardegna

+45,3

18

   Lombardia

+42,5

19

   Liguria

+40,7

20

   Campania

+37,5

   Media Italia

+45,8

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Mobili, articoli e servizi per la casa

1

   Calabria

+29,5

2

   Piemonte

+25,1

3

   Trentino Alto Adige

+25,1

4

   Campania

+24,8

5

   Lazio

+23,3

6

   Abruzzo

+23,3

7

   Umbria

+22,4

8

   Puglia

+22,4

9

   Sardegna

+22,1

10

   Sicilia

+21,8

11

   Basilicata

+21,7

12

   Valle d’Aosta

+21,4

13

   Marche

+20,3

14

   Lombardia

+20,3

15

   Veneto

+19,8

16

   Friuli-Venezia Giulia

+19,4

17

   Emilia-Romagna

+19,0

18

   Liguria

+18,5

19

   Toscana

+17,7

20

   Molise

+13,1

   Media Italia

+21,5

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Servizi sanitari e spese per la salute

1

   Friuli-Venezia Giulia

+8,1

2

   Valle d’Aosta

+8,0

3

   Trentino Alto Adige

+7,1

4

   Piemonte

+4,5

5

   Veneto

+4,3

6

   Emilia-Romagna

+3,7

7

   Lombardia

+3,7

8

   Molise

+2,7

9

   Calabria

+2,1

10

   Marche

+1,7

11

   Abruzzo

+1,2

12

   Umbria

+0,8

13

   Toscana

+0,7

14

   Lazio

+0,6

15

   Puglia

+0,0

16

   Campania

-0,8

17

   Sicilia

-1,7

18

   Liguria

-3,0

19

   Basilicata

-3,1

20

   Sardegna

-4,3

   Media Italia

+1,7

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Trasporti

1

   Piemonte

+44,7

2

   Basilicata

+44,6

3

   Sardegna

+44,0

4

   Sicilia

+43,5

5

   Marche

+43,2

6

   Calabria

+42,8

7

   Liguria

+42,7

8

   Veneto

+41,4

9

   Umbria

+41,3

10

   Friuli-Venezia Giulia

+41,0

11

   Trentino Alto Adige

+41,0

12

   Campania

+41,0

13

   Toscana

+40,4

14

   Emilia-Romagna

+40,3

15

   Puglia

+40,0

16

   Lombardia

+39,8

17

   Abruzzo

+39,7

18

   Lazio

+39,1

19

   Valle d’Aosta

+31,7

20

   Molise

+30,3

   Media Italia

+40,9

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Comunicazioni

1

   Liguria

-22,2

2

   Valle d’Aosta

-26,9

3

   Lombardia

-27,4

4

   Lazio

-27,6

5

   Basilicata

-27,7

6

   Molise

-28,6

7

   Campania

-28,8

8

   Veneto

-29,3

9

   Piemonte

-29,6

10

   Toscana

-30,1

11

   Umbria

-30,3

12

   Trentino Alto Adige

-30,3

13

   Sicilia

-30,5

14

   Abruzzo

-30,7

15

   Marche

-30,8

16

   Puglia

-31,3

17

   Friuli-Venezia Giulia

-31,3

18

   Sardegna

-31,5

19

   Emilia-Romagna

-32,0

20

   Calabria

-32,3

   Media Italia

-28,6

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Ricreazione, spettacoli e cultura

1

   Valle d’Aosta

+16,6

2

   Lombardia

+12,1

3

   Liguria

+11,2

4

   Campania

+10,9

5

   Friuli-Venezia Giulia

+10,4

6

   Emilia-Romagna

+10,3

7

   Sardegna

+9,7

8

   Toscana

+9,5

9

   Puglia

+9,5

10

   Veneto

+9,0

11

   Lazio

+9,0

12

   Piemonte

+8,9

13

   Abruzzo

+8,5

14

   Trentino Alto Adige

+7,9

15

   Calabria

+7,6

16

   Marche

+7,3

17

   Umbria

+6,3

18

   Basilicata

+6,0

19

   Molise

+6,0

20

   Sicilia

+5,8

   Media Italia

+9,7

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Istruzione

1

   Abruzzo

+37,6

2

   Piemonte

+32,3

3

   Emilia-Romagna

+30,6

4

   Trentino Alto Adige

+30,1

5

   Campania

+29,7

6

   Liguria

+29,4

7

   Umbria

+28,1

8

   Lombardia

+27,7

9

   Toscana

+27,4

10

   Veneto

+26,9

11

   Marche

+26,2

12

   Calabria

+25,2

13

   Basilicata

+24,9

14

   Sicilia

+23,7

15

   Friuli-Venezia Giulia

+23,3

16

   Lazio

+22,9

17

   Puglia

+22,6

18

   Sardegna

+21,6

19

   Valle d’Aosta

+20,3

20

   Molise

+16,4

   Media Italia

+27,3

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Servizi ricettivi e di ristorazione

1

   Sicilia

+36,3

2

   Friuli-Venezia Giulia

+33,0

3

   Puglia

+32,6

4

   Basilicata

+32,3

5

   Lazio

+31,8

6

   Calabria

+30,7

7

   Piemonte

+29,9

8

   Liguria

+28,7

9

   Molise

+28,6

10

   Sardegna

+27,6

11

   Marche

+26,7

12

   Trentino Alto Adige

+26,4

13

   Toscana

+26,2

14

   Abruzzo

+25,9

15

   Lombardia

+25,1

16

   Umbria

+24,8

17

   Emilia-Romagna

+24,7

18

   Campania

+23,1

19

   Valle d’Aosta

+21,8

20

   Veneto

+21,0

   Media Italia

+27,4

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat

Rank

VAR. % 2002-2012

Altri beni e servizi

1

   Calabria

+47,9

2

   Sicilia

+42,1

3

   Campania

+40,3

4

   Umbria

+37,1

5

   Abruzzo

+35,8

6

   Basilicata

+35,6

7

   Valle d’Aosta

+35,1

8

   Piemonte

+34,8

9

   Emilia-Romagna

+32,6

10

   Marche

+32,5

11

   Sardegna

+32,2

12

   Friuli-Venezia Giulia

+30,7

13

   Lazio

+30,5

14

   Toscana

+29,8

15

   Trentino Alto Adige

+29,4

16

   Veneto

+29,2

17

   Lombardia

+29,2

18

   Puglia

+28,5

19

   Molise

+28,0

20

   Liguria

+23,3

   Media Italia

32,7

Elaborazioni Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Istat