Studio sull’andamento del comparto. Calligaris: “il quadro conferma il perdurare della recessione in Regione”
Per le industrie del Friuli Venezia Giulia si conferma “la crisi in atto” e il perdurare della fase recessiva. Male sul 2011, ma si registrano “timidi segnali di miglioramento” nel secondo trimestre di quest’anno rispetto ai primi tre mesi del 2012, anche se per il terzo trimestre le aspettative sono orientate al pessimismo. Questa, in sintesi, l’analisi di Confindustria regionale che ha reso noto i risultati dell’indagine relativa al secondo trimestre 2012 realizzata con il sostegno della Cassa di Risparmio del Friuli Venezia Giulia e di Formindustria. Hanno partecipato oltre 22.600 addetti del sistema associativo confindustriale operanti in tutti i settori manifatturieri delle quattro province della regione. L’indagine ha elaborato i dati consuntivi del trimestre in esame e previsionali sul trimestre successivo.
“Il quadro conferma il perdurare, anche nella nostra regione, della fase recessiva, i cui primi segnali avevamo riscontrato già alla fine dell’anno scorso. Anche le previsioni di breve periodo dei nostri imprenditori, complice il fisiologico rallentamento produttivo dovuto alle fermate estive, sono orientate alla conferma della crisi in atto”, afferma il presidente del sistema confindustriale regionale, Alessandro Calligaris, confidando in una inversione di tendenza nel 2013. Sul fronte dei dati, nel secondo trimestre 2012, rispetto ai primi tre mesi dell’anno, la produzione sale da -2,4% a +1,9%. Analoga tendenza per le vendite: da -6,2% a +4,1%, grazie alle vendite Italia (da -5,3% a +2,7%) e alle vendite Estero (da -6,8% a +4,5%). In controtendenza l’occupazione: rispetto al trimestre precedente, perde poco più di mezzo punto percentuale scendendo da +0,1% a -0,5%. Confrontando invece il secondo trimestre 2012 con lo stesso periodo del 2011 i numeri cambiano: la produzione rimane negativa e rallenta scendendo dal precedente -0,6% a -3,7% e le vendite totali scendono da -3,2% a -4,5% a causa soprattutto delle vendite Italia che perdono quasi cinque punti calando da -3,4% a -8,2%.
Le aspettative degli operatori dell’industria per il terzo trimestre, coerentemente con il negativo andamento del trimestre appena concluso e con le previste fisiologiche chiusure estive, sono orientate al pessimismo. Per tutti gli indicatori esaminati, infatti, la percentuale delle risposte che ne prevede una diminuzione supera di gran lunga quella che ne prevede l’aumento. Le previsioni più negative riguardano la domanda estera, per la quale il 41,5% degli intervistati si aspetta una diminuzione, contro soltanto il 6,3% che la vede in crescita, e l’occupazione con il 24,3% di previsioni di diminuzione e meno dell’1% di previsioni di aumento.