2012: anno di stasi per l’economia altoatesina

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Grafico 2 1Rapporto della Camera di Commercio di Bolzano che prevede l’indebolimento dell’economia locale

la Camera di commercio di Bolzano ha elaborato uno studio previsionale dell’economia provinciale per il 2012 e le aspettative non sono delle migliori. Nel corso dell’anno l’indebolimento della dinamica congiunturale a livello europeo interesserà lentamente anche l’Alto Adige. Una serie di dati fondamentali evidenziano però che l’economia altoatesina è per il momento ancora in buona salute. I consumatori e imprenditori altoatesini guardano con crescente incertezza verso il futuro. Le informazioni a tutt’oggi disponibili indicano per l’economia altoatesina un rallentamento graduale della dinamica congiunturale senza crolli drastici. Il 2012 dovrebbe quindi essere per l’economia altoatesina un anno di stasi.

Grafico 1 1Il primo semestre 2012 a livello internazionale la crisi del debito, differenziale dei tassi, aiuti all’Eurozona, EFSF, ESM sono le parole chiave che hanno caratterizzato la discussione economica in questo periodo. A livello internazionale, nella prima metà dell’anno la dinamica congiunturale si è lievemente attenuata, mentre in Europa ha subito invece un forte arresto. Soprattutto in Germania e Austria il ritmo di crescita è notevolmente rallentato rispetto all’anno precedente. Motori trainanti dell’economia mondiale sono stati ancora i paesi emergenti asiatici e latino-americani.

Nel primo semestre del 2012 i paesi della periferia europea – i cosiddetti paesi GIIPS (Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo, Spagna) – sono finiti sempre di più nel mirino dei mercati finanziari internazionali. Il forte indebitamento ha creato incertezza tra gli investitori, che hanno preferito ritirare i propri soldi dai paesi in crisi oppure acquistare titoli di stato solo in cambio di premi di rischio elevati. La Banca Centrale Europea si è vista costretta a ricorrere a misure insolite per garantire liquidità al sistema bancario. A differenza del mercato dei titoli di stato, nei primi sei mesi dell’anno l’andamento delle borse è stato relativamente tranquillo. Le borse principali hanno chiuso il primo semestre meglio che all’inizio dell’anno. Il clima dei prezzi sui mercati delle materie prime non ha evidenziato grosse tensioni. Da questo lato non si registrano quindi importanti spinte inflazionistiche. Sul fronte interessi i tassi sono rimasti molto bassi. L’euro ha perso valore nel corso dell’anno, favorendo così l’export in paesi non appartenenti all’Eurozona.

Scendendo a livello locale, dall’analisi dei dati economici provenienti dalle varie fonti statistiche emerge un graduale rallentamento dell’economia altoatesina. Tuttavia non si può parlare di veri e propri crolli congiunturali. La maggior parte degli indici segnala stabilità.

Uno degli aspetti positivi del primo semestre 2012 è la leggera crescita dell’occupazione in Alto Adige. Il tasso di disoccupazione registrato nel primo trimestre 2012 è pari al 3,6% e resta quindi a un livello relativamente basso. L’export è riuscito a superare il risultato dello stesso trimestre dell’anno precedente. Il turismo ha dimostrato di essere un’importante colonna congiunturale: nel primo semestre i pernottamenti sono addirittura aumentati del 2,3% rispetto all’anno precedente. Si registra inoltre movimento nel mondo delle imprese: aumenta la fluttuazione, ovvero la somma delle iscrizioni e cancellazioni. Le cifre relative al settore bancario evidenziano un aumento dei finanziamenti a lungo termine e dei crediti ai privati.

Grafico 3 1Nel primo semestre 2012, l’economia altoatesina ha però rilevato anche più volte qualche fattore negativo. Il numero di persone in cerca di lavoro resta a un livello alto per l’Alto Adige. Aumentano anche le ore di cassa integrazione ordinaria effettivamente godute, pur restando ancora ampiamente sotto il livello registrato durante la crisi del 2009. Le concessioni edilizie calano. Anche il traffico sulla A22 è in calo, a riprova di una dinamica interna debole e della situazione difficile che regna nel settore locale dei trasporti. Il volume delle importazioni è diminuito nel primo trimestre 2012 del 7,9%, segno di un minore fabbisogno di forniture e di minori vendite sul mercato italiano. A metà anno, a Bolzano il tasso di inflazione tende leggermente al rialzo, aumentando la differenza rispetto ai valori nazionali ed europei. Per quanto concerne il mercato del credito è stata rallentata la concessione di crediti a breve termine alle imprese.

Dal lato dei consumatori, nel primo semestre il clima di fiducia ha mostrato in Alto Adige tendenze contrastanti. A gennaio la fiducia era leggermente in calo, ad aprile di nuovo leggermente in ripresa. A luglio si è invece registrato un netto peggioramento del clima di fiducia dei consumatori altoatesini. Le cause del crollo a luglio sono da ricercare, secondo l’IRE, nell’incertezza generale legata alla crisi finanziaria internazionale, ma anche nella politica dei tagli e nel rapporto delicato del Governo Monti con le province e le regioni a statuto speciale.

Per quanto concerne le imprese, le aziende altoatesine intervistate segnalano per il primo semestre 2012 un leggero calo del volume d’affari, dovuto soprattutto a un rallentamento della domanda sul mercato italiano. Chi è riuscito a cogliere gli impulsi positivi di crescita dei mercati esteri ha potuto compensare meglio tale calo. Secondo quanto dichiarato dalle aziende, l’andamento dei costi ha giocato a loro sfavore. Ciò ha influito negativamente sulla redditività delle imprese altoatesine. Nonostante tutte queste difficoltà, il 71% delle aziende altoatesine è riuscito a chiudere il primo semestre 2012 in positivo.

Fin qui il primo semestre: ma per il resto dell’anno? Ecco le previsioni. A livello internazionale, l’economia mondiale crescerà poco più del 3%. I paesi emergenti asiatici e latino-americani resteranno il motore trainante della crescita economica mondiale, ma anche l’economia statunitense dovrebbe crescere (+2,0%). La sorpresa positiva dell’anno dovrebbe essere il Giappone. Dopo lungo tempo il paese nipponico dovrebbe conseguire una crescita economica di oltre il 2%. Diversa la situazione in Europa. Nel 2012 l’UE27 cadrà in leggera recessione (-0,6%). Anche i paesi che negli ultimi anni avevano trainato la crescita, ovvero Germania (+0,7%) e Austria (+0,6%), subiranno un rallentamento. Per l’Italia si prospetta una recessione. Nel 2012 l’economia dovrebbe calare del -2,2%.

L’andamento congiunturale europeo sarà rallentato soprattutto dalle vaste misure di consolidamento deliberate dai paesi con gravi problemi di indebitamento. Il peso che grava sulle famiglie attenuerà i consumi, mentre alle imprese verrà a mancare una parte della domanda pubblica. Inoltre, la persistente prudenza delle banche rende più difficile l’accesso al credito, con ripercussioni sulla dinamica degli investimenti. La politica monetaria delle banche centrali continuerà a essere indirizzata all’espansione. Le condizioni di finanziamento per potenziali investitori saranno pertanto ancora estremamente favorevoli. A causa del rallentamento della domanda e del basso utilizzo della capacità produttiva da parte delle aziende, la situazione sul mercato del lavoro peggiorerà. Sui mercati delle materie prime non dovrebbero esserci particolari impennate dei prezzi. Con questi presupposti, il tasso d’inflazione dell’Eurozona dovrebbe calare di mezzo punto percentuale su media annua, attestandosi al 2,2%. L’euro dovrebbe restare debole per il resto dell’anno (1,25 dollari statunitensi per 1 euro).

L’Istituto Ifo di Monaco prevede per il 2012 i seguenti tassi di crescita economica: economia mondiale +3,1%; Stati Uniti +2,0%; Cina +8,0%; UE27 -0,2%, Germania +0,7%; Austria +0,6%; Italia -2,2%. L’istituto di ricerca Prometeia di Bologna è giunto praticamente a formulare le stesse stime.

A livello locale, rispetto al sondaggio precedente, in luglio sono peggiorati in Alto Adige tutti e quattro gli indici rilevati ai fini del calcolo del clima di fiducia dei consumatori. I cali maggiori si registrano per gli indici che rappresentano il quadro economico, ovvero nelle previsioni sull’andamento economico atteso per il proprio paese e sullo sviluppo della disoccupazione nei prossimi dodici mesi. Sono invece scesi in misura più lieve gli indici riferiti alla situazione personale. Si tratta in particolare delle previsioni sulla situazione finanziaria della propria famiglia e sulle possibilità di risparmio nei prossimi dodici mesi. Relativamente alla situazione personale, il consumatore altoatesino è dunque sostanzialmente fiducioso di riuscire a superare l’attuale momento difficile.

Le aspettative delle imprese altoatesine per il secondo semestre 2012 sono caratterizzate nuovamente da prudenza. Il calo dell’indice di fiducia è comunque molto meno marcato del crollo nel 2009. Questa potrebbe essere una delle cause per l’ulteriore calo delle aspettative reddituali delle imprese altoatesine.

La fiducia risulta particolarmente alta tra le cooperative agricole, che prevedono un andamento positivo dei prezzi al produttore nel secondo semestre 2012 (indice 99). Anche le aspettative dei servizi (78) sono alte. Nella media complessiva si muovono i trasporti (73) e il commercio al dettaglio, mentre risulta attenuata la fiducia nel settore alberghiero e di ristorazione (67), nel commercio all’ingrosso, nel settore manifatturiero (65), in edilizia (63) e nel commercio di veicoli (58).

Che si parli di fatturato, ordinativi o prezzi di vendita, la sfida per le imprese è al momento “mantenere il livello attuale”. Non si tratta di una sfida semplice, dato che gli ordinativi e i prezzi di vendita – e quindi i fattori determinanti per il fatturato – stanno subendo una forte pressione. Al secondo posto seguono, analogamente all’indagine precedente, le condizioni quadro determinate dallo Stato: le imprese ritengono che la crescente pressione fiscale, le novità legislative e la burocrazia eccessiva incidano pesantemente sulla loro attività economica. Seguono poi temi inerenti l’incasso dei crediti e la liquidità, oltre alla preoccupazione per i costi di produzione in aumento o alla necessità di cercare nuovi clienti e mercati.