Battibecco tra il presidente Pozza e l’assessore Coppola
Sale di tono il battibecco tra il presidente di Confartigianato Marca Trevigiana, Mario Pozzi, e l’assessore allo sviluppo della regione del Veneto, Isi Coppola: da due giorni, i protagonisti inondano le redazioni di comunicati e di controdeduzioni, dandosele di santa ragione.
Il primo bando del programma di sviluppo regionale (Por) destinato all’innovazione “di fatto impedisce alle micro e piccole imprese l’accesso ai fondi previsti dalla delibera”. La denuncia giunge dal presidente di Confartigianato Treviso, Mario Pozza, in relazione al recente provvedimento della giunta regionale del Veneto che rende disponibili 21 milioni di euro per finanziare progetti di ricerca e sviluppo ma con il limite minimo di investimento di 100.000 euro. “Una proposta – spiega Pozza – che non posso certo trasmettere ai nostri associati, dato che, in base alle nostre indagini, il 96% delle aziende interessate a svolgere attività di ricerca non intende o non ha la possibilità di destinare ai progetti più di 40.000 euro. Il fatto, inoltre, che per poter accedere a questo fondo regionale – aggiunge – sia necessario far transitare i progetti attraverso i centri di ricerca limita ancora di più le opportunità alla categoria artigiana. Molto difficilmente, infatti, i grandi poli dell’innovazione sono disponibili a sviluppare idee partorite dalle esigenze delle piccole e micro imprese”.
Secondo Confartigianato Treviso la nuova normativa “pare molto più centrata sull’offerta”, cioè indirizzata ad incentivare l’attività dei centri di ricerca, piuttosto che “a dare risposte alle richieste di innovazione del tessuto produttivo locale, composto per il 93% da unità non in grado di affrontare sforzi minimi di 100.000 euro”.
A Pozza ha fatto eco l’assessore Isi Coppola, utilizzando l’arma dell’ironia: “ogni giorno ha la sua croce. Oggi mi tocca nuovamente leggere le acute osservazioni del ‘Krugman de noantri’ che risponde al nome di Mario Pozza, presidente di Confartigianato Treviso, in materia di bandi per l’innovazione”. Per Coppola “come faccia questo signore ad avere in mano un provvedimento approvato il 31 luglio scorso dalla Giunta e che sarà pubblicato nei prossimi giorni sul Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto, ha del misterioso. Così come risulta sbalorditivo che, più Superman che Krugman, sia riuscito a interpellare tutte le possibili aziende interessate dell’intera provincia di Treviso in soli sei giorni lavorativi, presentando loro le caratteristiche del bando, per concludere che ben il 96% delle stesse non ne avrebbe beneficiato”. Di più: “considerate le premesse – aggiunge Isi Coppola -, traggo la conclusione che i dati del Pozza siano attendibili quanto le banconote da 7 euro e lo invito caldamente a rinunciare a continue provocazioni che non portano alcun risultato né a lui né tantomeno alle imprese che dice di rappresentare e che dalla sua attività si attendono ben altri servizi. Stando, almeno, a quanto mi riferiscono i molti suoi associati che si rivolgono direttamente alla sottoscritta per ottenere informazioni e chiedere supporto per le rispettive aziende. Non tedierò alcuno spiegando le caratteristiche del bando che tutti potranno leggere a breve, ma il non banale fatto che le aziende che vogliano beneficiare del contributo per progetti di ricerca e innovazione possano anche aggregarsi in raggruppamenti temporanei di impresa, anche con medie e grandi imprese, mi pare un aspetto che possa abbondantemente garantire il superamento del famoso limite dei 100.000 euro a progetto. Limite che è stato individuato grazie a studi e valutazioni certo più credibili di quanto appaiano le dichiarazioni del Pozza”.
“Sono certa – ha concluso l’assessore Coppola – che anche qualora il limite minimo fosse stato inferiore, comunque non sarebbe stato sufficiente per il presidente trevigiano di Confartigianato, troppo preso, a quanto pare, da un’ostilità ‘a prescindere’ nei confronti della Regione”.
L’ulteriore replica, piccata, del presidente Pozza è arrivata a stretto giro di posta: “non siamo noi in anticipo sulla delibera, ma la Regione Veneto in ritardo di ben 4 anni dalla disponibilità dei fondi POR a bilancio. Ciò detto, è singolare che una legge regionale costringa le imprese ad andare dal notaio a fare un’aggregazione di facciata per poter raggiungere la soglia minima d’accesso, fissata in 100.000 euro”. Per Pozza “ignorare questa realtà e condannarla di principio ad essere una fascia senza valore sociale e senza rilevanza economica è semplicemente un atto di superficiale supponenza. Il dubbio che ci viene, dalle prime simulazioni, è che i vantaggi certi siano sostanzialmente dei centri di ricerca per utilizzare i quali occorre che l’impresa faccia da necessario tramite”. Pozza rivanga anche una legge regionale, la n. 9 del 2007 sull’innovazione, che “risulta, tuttora, il miglior e unico testo approvato e, incredibilmente, ignorato nonostante le significative risorse disponibili. Perché la Giunta Regionale non dà valore alla legge regionale n. 9 del 2007 sull’innovazione che risulta, tuttora, il miglior e unico testo approvato e, incredibilmente, ignorato nonostante le significative risorse disponibili? Perché l’Assessore Coppola ed i suoi consiglieri non danno un occhio alle leggi della confinante (e concorrente) regione del Friuli Venezia Giulia che non solo ammette progetti a partire dalla soglia dei 10.000 euro, ma divide esigenze relative al mondo artigiano rispetto all’industria? Perché l’assessore ignora che la legge nazionale sul credito d’imposta per la ricerca scientifica, del Governo Berlusconi, non prevede soglia minima alcuna?”
La palla viene rilanciata nel campo avversario da Coppola: “il presidente Pozza, che invece di lavorare per i suoi associati parla molto e sforna comunicati pressoché quotidianamente, e credo che di questo a loro dovrebbe rispondere, fa tornare alla mente l’apologo della rana e dello scorpione. ‘Alla rana che chiede mestamente allo scorpione perché l’abbia punta provocando la morte di entrambi – prosegue la Coppola – lo scorpione rispose ‘perché è la mia natura’ C’è da chiedersi dunque – conclude l’assessore – se gli artigiani di Treviso abbiano davvero deciso di annegare con il loro presidente a causa della sua natura che lo porta ad autodistruggersi, il che sarebbe quasi irrilevante, ma soprattutto a tentare di distruggere un’intera categoria della sua provincia”.
Appuntamento alla prossima puntata.