Nota del presidente Adriano Luci per fare il punto sulla situazione istituzionale locale a poco meno di un anno dalle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale
A poco meno di un anno dal rinnovo del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, il leader di Confindustria Udine, Adriano Luci, interviene con un’articolata nota a fare il punto sulla situazione istituzionale locale, guardando alle cose da fare per salvaguardare la specialità della regione.
Per Luci, “la nostra Regione è stata chiamata a concorrere allo sforzo di riduzione della spesa pubblica già con le misure previste dal Governo Berlusconi nel quadro del federalismo fiscale attraverso l’accordo sul cosiddetto ordinamento finanziario della regione che ha previsto il contributo di solidarietà, ma ha riconosciuto anche la fiscalità di vantaggio, rimasta inattuata.
Successivamente, nell’ambito delle misure di perequazione sono stati posti vincoli al fabbisogno di spesa, e con il decreto Salva Italia, a seguito delle misure di stabilizzazione finanziaria del Governo Monti, sono state adottate misure di contrazione delle entrate. Con il provvedimento di revisione della spesa pubblica si prevede un’altra pesante stretta tale da minare la correntezza degli interventi regionali”. Secondo il presidente di Confindustria Udine “la Regione il suo lo ha fatto ed ha dato”, con ciò unendosi alle preoccupazioni da più parti espresse, ed in primis dal presidente Tondo, per la tenuta dei conti regionali e per l’operatività stessa della Regione, chiamata a supportare in questa lunga e contrastata fase congiunturale, passata da una recessione all’altra, lo sforzo di tenuta della struttura produttiva regionale. “Certo l’impegno per la riqualificazione della spesa contenuto nella legge di assestamento di bilancio così come il provvedimento di riordino e razionalizzazione degli enti, agenzie ed aziende della Regione – sottolinea Luci – vanno nella direzione giusta ma costituiscono un avanzamento e non il risultato finale rappresentato dalla modernizzazione e dall’efficientamento della Regione e delle autonomie locali. Su questo occorre procedere con coraggio senza legami con il passato”.
La nota continua affermando come “credo che nell’impegno cui tutti siamo tenuti a contribuire al risanamento delle finanze pubbliche ed a riformare il paese non deve essere dimenticato che non bastano le misure restrittive, sia pure necessarie. Il rigore fine a se stesso – riflette Luci – non porta alla crescita. E in questo senso una Regione stretta tra spesa sanitaria, trasporto pubblico locale e spesa per le autonomie locali non avrebbe spazio per svolgere il ruolo assegnatole dalla specialità, da una specialità non ancorata al passato, ma aperta alle nuove prospettive di sviluppo legate alle grandi direttrici di traffico transcomunitarie, dal Corridoio Baltico Adriatico al Corridoio V, alta velocità/alta capacità compresa. E’ necessario, aggiunge Luci, pervenire ad una rinnovata intesa con lo Stato che rinsaldi le prospettive della specialità regionale con il riconoscimento degli oneri che la Regione in questi anni si è assunta nel quadro della solidarietà nazionale. In questo senso – continua Luci – condivido l’appello del Consigliere regionale Alessandro Colautti rivolto alla società regionale affinché si esprima in modo unanime sulla valorizzazione, prima che sulla difesa, della specialità regionale legandola alle prospettive di sviluppo in rapporto alle opportunità che la collocazione centroeuropea della Regione offre”.
La nota termina con l’appello a “non lasciare nulla di intentato: dobbiamo saper guardare avanti agendo di conseguenza convinti delle nostre buone ragioni con l’obiettivo di salvaguardare l’autonomia regionale e la sua capacità di governo dell’economia che costituisce l’aspetto fondante della specialità regionale”.