Zaia: “un’opera indispensabile per modernizzare il Veneto. Ora, spero che si sblocchi anche quella della Valdastico Nord”
I cantieri per la realizzazione della Pedemontana veneta procedono alacremente, snodando il serpente di ghiaia e terra lungo 94 km attraverso la campagna veneta. Un’opera che contribuirà in modo radicale a migliorare la vivibilità di questa parte del veneto, come sottolinea lo stesso presidente della regione, Luca Zaia: “questa mattina da Conegliano a Romano d’Ezzelino ho impiegato in auto un’ora e mezza; quando sarà completata la Pedemontana basteranno 20 minuti”.
Quella che si snoda tra le province di Vicenza e Treviso è la più grande opera stradale in costruzione nel Veneto che coinvolgerà una settantina di comuni e che sarà fondamentale per lo sviluppo economico della regione. Zaia è soddisfatto di quanto si sta facendo: “nella costruzione della Pedemontana veneta abbiamo cercato di favorire le imprese venete, perchè riteniamo che in questo momento di crisi dare lavoro alle attività locali sia un modo per contribuire a ripartire. Questa è una strada intrapresa con i primi cantieri già al lavoro e abbiamo l’intenzione di portarla avanti anche in quelli successivi”.
Zaia ha osservato ancora che si tratta di un’opera fondamentale anche per quanto riguarda la suddivisione del progetto: “noi metteremo solo 173 milioni di euro, a fronte di oltre 2
miliardi che investirà la concessionaria. Una volta conclusi i lavori, quest’ultima potrà disporre di 39 anni di concessione e potrà giovarsi degli introiti del pedaggio, visto che questa arteria una volta a regime avrà 50.000 passaggi al giorno. Proprio questo aspetto legato ai pedaggi sarà un ottimo motivo per accelerare i tempi e per concludere l’opera entro i quattro anni e mezzo previsti dall’approvazione esecutiva finale”.
Sui tempi dell’opera interviene anche il commissario straordinario Silvano Vernizzi, presidente di Veneto Strade: “ritengo importante questa visita perchè possiamo verificare che si sta lavorando molto intensamente a quest’opera, nonostante le difficoltà economiche del Paese. E’ una risposta alle tante cassandre che ipotizzavano e forse speravano in una mancata realizzazione di questo intervento infrastrutturale strategico che verrà completato entro il 2017”.
La superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta, che collegherà Montecchio Maggiore (Vicenza) con Spresiano (Treviso), tagliando in orizzontale la provincia berica (interessati dal passaggio 22 comuni) e quella della Marca (12 comuni), entro fine anno, o nei primi mesi, vedrà l’approvazione del progetto finale. Da allora scatterà il conto della rovescia che in circa quattro anni porterà all’apertura dell’arteria lunga 94 km, compresi i 4,6 km della regionale ‘246’ ossia il primo tratto di Montecchio Maggiore verso nord. La grande opera è stata divisa in tre lotti: il primo tra Montecchio e l’interconnessione con l’autostrada A31, il secondo da quest’ultimo sino a Romano d’Ezzelino (Vicenza) e il terzo interamente nella provincia di Treviso, sino all’interconnessione con la A27. L’infrastruttura, realizzata con gli strumenti della finanza di progetto da una società che la gestirà e ne riscuoterà il pedaggio per 39 anni, avrà un costo complessivo (compresi gli espropri) di 2.391 milioni di euro, di cui solo 173 provenienti da fondi pubblici, versati dalla Regione Veneto in conto capitale. In questo momento si sta lavorando su un cantiere compreso nel lotto 2, di circa 5 chilometri, vicino all’interconnessione della A31, in un tratto in cui la nuova arteria non coinciderà con la ‘Nuova Gasparona’. Ad ottobre partiranno altri cantieri, soprattutto nella zona di Bassano, mentre quando tutte le opere saranno avviate la costruzione dell’opera coinvolgerà complessivamente (compreso l’indotto) circa 2.500 persone.
Nella sua visita, la prima dopo l’inaugurazione con la posa della prima pietra, il governatore era accompagnato dall’assessore regionale alle politiche della mobilità Renato Chisso e dal Commissario per l’emergenza Pedemontana Silvano Vernizzi, che hanno espresso soddisfazione per il procedere dell’iter dell’infrastruttura. “Questa e’ un’opera viaria strategica – hanno detto Zaia e Chisso – che va ad inserirsi nel sistema del Veneto. Adesso tocca al proseguimento a nord della Valdastico, alla fine troveremo un accordo con i trentini”. Zaia è fiducioso su un finale positivo sulla prosecuzione a nord della A31 Valdastico: “si troverà una soluzione perché se è vero che noi rispettiamo l’autonomia dei trentini, è anche vero che loro devono capire quelle che sono le nostre esigenze ma che nello specifico sono anche di indirizzi dello Stato”. Un ragionamento che non fa una piega, ma cozza contro la testardaggine della giunta provinciale di Trento che ha da pochi giorni impuganto la decisione del Governo Monti di inserire la Valdastico Nord tra le opere strategiche delle reti europee Ten-T. “Ora che è quasi terminata la A31 a sud – ha poi proseguito Zaia – è chiaro che il futuro è concentrato sul proseguimento a nord. Si tratta di un’opera fondamentale per la viabilità del Nord Italia visto che consentirà, attraverso un nuovo valico di essere una valida alternativa al Brennero. In questo senso – ha sottolineato Zaia – l’interconnessione tra la Pedemontana Veneta e la A31 Valdastico rientra in quello che noi abbiamo definito il grande progetto finale della viabilità della nostra regione”.
All’orizzonte delle infrastrutture venete non c’è solo la Pedemontana, la terza cosria dell’A4 fino a Gorizia e la Valdastico Nord: secondo l’assessore alle politiche della mobilità del veneto, Renato Chisso, c’è anche dell’altro: “sono la Nogara – Mare Adriatico e la dorsale medio padana. Per quest’ultima, prima di Ferragosto partiranno le lettere di invito a presentare le offerte da parte le imprese che sono state riconosciute ammissibili alla gara, che esamineremo nei successivi 80/90 giorni. Penso che l’anno prossimo daremo il via anche ai cantieri di questa infrastruttura”.