Mentre al Nord le regioni tirano sempre più la cinghia, il CIPE sblocca 343 milioni di euro per la sanità siciliana

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Immediate le reazioni dei governatori del Nord. Zaia: “insulto a tutto il Nord il grazioso regalo alle cicale siciliane”. Cota: “una cosa inaudita”. Formigoni: “una sassata alla nuca alle regioni virtuose”

La notizia che il CIPE ha erogato alla regione Sicilia la bellezza di 343 milioni di euro (che si vanno ad aggiungere alle altre centinaia di milioni erogati dal Governo Monti nei giorni scorsi) per ripianare i debiti della sanità isolana ha fatto saltare i nervi agli amministratori delle regioni del Nord, cui tocca fare i salti mortali per centrare gli obiettivi sempre più stringenti ed ambiziosi in tema di spesa pubblica fissati a tavolino dal Governo Monti. Mentre il motore del Paese deve suo malgrado fare ulteriori risparmi nonostante sia generalmente virtuoso, altre parti dello Stivale continuano allegramente nella spesa senza alcun taglio, anzi, allegramente foraggiate da quello stesso Stato altrimenti micragnoso con chi produce reddito e paga le tasse per tenere a galla tutti quanti.

Immediate le repliche sdegnate dei governatori del Nord. “Meno male che li chiamano tecnici. Un governo che prende 343 milioni dalle casse delle regioni del Nord e li trasferisce agli sprechi siciliani, al dissesto di un governo regionale dimissionario, allo sconcio di un territorio che invece di essere commissariato viene riempito di regalie, ad una sanità dalla quale molti scappano per farsi curare da noi, non è un governo di tecnici ma di Papà del Carnevale”. Luca Zaia, presidente del Veneto, non è certo tenero con la decisione del CIPE di “donare” 343 milioni per coprire i debiti della sanità Siciliana. “Ricordiamo a tutti, qualora ce ne fosse bisogno, che le regioni del Nord mantengono il resto del Paese. E’ un primato – fa presente Zaia – che molti in Italia considerano con supponenza, quasi che governare bene, offrire servizi da dignitosi a ottimi, e senza creare voragini finanziarie sia da considerare non la normalità ma un’anomalia. Noi ci accontentiamo di pretendere che il frutto del nostro lavoro non venga dissipato, spesso inutilmente. Ricordo piuttosto che alla migliore sanità d’Italia, tra le migliori d’Europa e del mondo e che non ha debito alcuno, verranno scippati 900 milioni in tre anni. Non chiediamo che il Governo ci premi – conclude il presidente del veneto – ma che non sia il mandante e l’esecutore di una rapina”.

Da Zaia a Cota (Piemonte): “vorrei capire perché il Piemonte sta rispettando un severo piano di rientro per i disavanzi sanitari del passato ed alla Sicilia vengono trasferiti questi 343 milioni. Faccio presente che anche noi abbiamo crediti residui con lo Stato, però non ci hanno anticipato nulla. In più, abbiamo il merito di aver fatto subito una riforma sanitaria necessaria per la sostenibilità del sistema”. Per Formigoni (Lombardia) “la decisione del CIPE è una sassata alla nuca delle altre regioni italiane, in particolare di quelle virtuose, quindi soprattutto della Lombardia. Si tratta di un intervento inaccettabile, un invito a sperperare quando lorsignori hanno appena tolto 900 milioni al fondo sanitario nazionale”.

Esterrefatta anche la reazione di Simona Vicari (Pdl), segretario dell’Ufficio di presidenza del Senato: “lascia stupiti ed attoniti la decisione con la quale il Cipe ha sbloccato oltre 343 milioni per la copertura del debito sanitario della Regione Siciliana. Siamo di fronte ad un scelta che reputo sbagliata perché sono state sottratte risorse al Fondo coesione e sviluppo, che altrimenti sarebbero potute essere destinate al rilancio dell’economia siciliana. Invece –aggiunge – si è deciso di riparare alla disastrosa gestione Lombardo-Russo che ha affossato la sanità regionale. Viene da chiedersi dove sia finito il tanto declamato rilancio della struttura sanitaria siciliana se poi sono serviti quasi 350 milioni di euro per ripianare il deficit accumulato. L’unico sollievo è che Lombardo fa parte della storia siciliana, quella da dimenticare”.

Dinanzi ad un simile coro di proteste, piccata la risposta del diretto interessato, l’assessore regionale siculo alla salute, Massimo Russo: “faccio appello alla serietà del Presidente del Consiglio Mario Monti affinché dica una definitiva parola di verità sui conti della sanità siciliana che in appena quattro anni è riuscita nell’impresa di azzerare il mostruoso deficit che questo Governo aveva ereditato e chiarisca, a chi forse non vuole comprenderlo, che i soldi stanziati dal Cipe spettano di diritto alla Sicilia. Il presidente metta fine, con i dati dei ministeri dell’Economia e della Salute, a questa scandalosa e vergognosa campagna di denigrazione che i siciliani non tollerano più”. Russo respinge al mittente le critiche dei suoi “colleghi” del Nord: “i signori governatori del Nord tacciano e piuttosto che attaccare la Sicilia con dichiarazioni irresponsabili e razziste, si occupino dei loro scandali”. Sarà, ma sarebbe utile per tutto il Paese che il Governo Monti, in un sussulto di coraggio e dignità, facesse quello che tutte le persone di buon senso s’aspettano: il commissariamento della regione Sicilia per fare luce in modo asettico e super partes di tutte le magagne che albergano nell’isola, specie ora che il governatore Lombardo si è dimesso. Un bel periodo sabbatico per i politici dell’isola che credono solo nei diritti e poco nei doveri nei confronti di tutti gli altri abitanti (e contribuenti) del Paese farebbe bene a tutti.