“Green Pass”, ovvero il pedaggio sui passi alpini altoatesini: ecco la tariffa per lo Stelvio

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stelvio greenpass pedaggio 1Dal 1° gennaio 2013 automobilisti e motociclisti in transito lungo il versante altoatesino del passo dello Stelvio dovranno acquistare e applicare sul proprio mezzo di trasporto il bollino. Queste le tariffe: 10 euro per il tagliando settimanale, 30 euro per i mezzi pesanti, 60 euro l’abbonamento stagionale.

Dalla teoria si passa alla pratica, con l’istituzione del pedaggio di transito sui valichi alpini a cura della più ricca provincia italiana, quella di Bolzano, che nelle proprie pingui casse non riesce più a trovare i soldi per la manutenzione periodica delle strade di montagna ereditate dallo Stato: a partire dal 1 gennaio 2013, auto, moto e mezzi pesanti che transiteranno lungo il versante altoatesino della strada statale dello Stelvio (dal passo all’incrocio Tre Fontane) dovranno pagare un pedaggio.

Il sistema scelto, simile a quello già in vigore sulle autostrade austriache, è quello della vignetta, che per lo Stelvio si chiamerà “Green Pass”. Non ci saranno dunque i classici caselli, ma il Green-Pass potrà essere acquistato presso 7 punti vendita: 3 all’altezza del Passo, 2 a Trafoi, 1 a Gomagoi e 1 a Prato allo Stelvio. Solo tre punti vendita (Passo, Gomagoi e Trafoi) saranno attrezzati per il pagamento in contanti, le restanti strutture saranno completamente automatizzate e destinate a possessori di bancomat o carta di credito. Queste le tariffe fissate dalla giunta provinciale altoatesina presieduta dall’ineffabile Luis Durnwalder: 10 euro per auto, moto e veicoli fino a 3,5 tonnellate (comprese auto e moto d’epoca), 30 euro per i mezzi pesanti. Gli abbonamenti stagionali, invece, saranno in vendita ad un prezzo di 60 euro (per veicoli fino a 18 tonnellate, autobus esclusi) che si ridurrà a 20 euro per i residenti nel comune di Stelvio. Saranno esenti dal pagamento del “Green Pass” i veicoli elettrici ed ibridi, le biciclette, i veicoli con persone di limitata capacità motoria, quelli utilizzati per l’esercizio della professione socio-sanitaria, i veicoli degli operatori economici della zona servita dalla strada, nonché i veicoli dei residenti lungo la strada, dei proprietari di beni immobili e dei coltivatori di terreni situati lungo la strada.

Durnwalder ha ribadito che “tutti i soldi incassati dal pagamento del ‘Green Pass’ resteranno sul territorio e verranno utilizzati per la manutenzione e l’adeguamento della strada, per la valorizzazione della stessa garantendo un maggiore equilibrio dal punto di vista ambientale e paesaggistico, e per il potenziamento del trasporto pubblico”. Già, peccato che il tanto vituperato Stato italiano garantisse la manutenzione e l’apertura stagionale del passo gratuitamente, mentre il compianto Francesco Giuseppe I, imperatore d’Austria e d’Ungheria agli inizi del 1900, quando la strada fu realizzata, faceva pure di più con i limitati mezzi dell’epoca, visto che la strada era aperta tutto l’anno, nonostante non fosse ancora asfaltata. Altra epoca, altra capacità e sensibilità di governo della cosa pubblica, certo. Ma il mettere continuamente le mani nelle tasche dei cittadini per assicurare loro i servizi esistenti non è un bel segnale, specie se si considera che Durnwalder anela a pedaggiare tutti i valichi alpini dell’Alto Adige, anche se si scontra con l’opposizione delle realtà confinanti, specie quelle del Veneto.