In concomitanza con le celebrazioni dei 100 anni della Grande Guerra, recuperati importanti vestigia storiche nella zona al confine tra le province di Vicenza e di Trento
Pasubio, la montagna dei 10.000 caduti, zona sacra fin dagli anni ’20 del secolo scorso, sull’area sommitale si scontrarono a pochi metri di distanza gli eserciti italiano e austro-ungarico. Ancora oggi il Monte Pasubio conserva alcune delle più interessanti testimonianze del primo conflitto mondiale che proprio negli ultimi anni sono state oggetto di un importante intervento di recupero che ha visto unite le province di Vicenza e e quella di Trento, le Comunità Montane dell’Alto Vicentino, comuni e associazioni. Presso la chiesa di Santa Maria del Pasubio si è tenuta la cerimonia di inaugurazione delle opere belliche restaurate, seguita da una visita ai siti con alcune guide.
Alla cerimonia, oltre alle rappresentanze delle associazioni combattentistiche e degli Alpini, sono intervenute numerose autorità. L’assessore alla cultura della provincia di Trento, Franco Panizza ha evidenziato la peculiarità di questo progetto, frutto di un accordo di programma fra enti diversi, che ha permesso di ricostruire la storia e il senso della memoria di questi luoghi: “è importante vedere diverse comunità che si ritrovano e condividono progetti futuri. Proprio sul progetto Grande Guerra il Trentino ha investito molto, per recuperare e fare sintesi delle storie diverse vissute, affinché la ricorrenza del Centenario sia, prima di tutto, un grande momento corale. Va anche sottolineato il proficuo rapporto con la provincia di Vicenza in questo particolare progetto e, più in generale, la collaborazione che stiamo instaurando con la regione del Veneto per portare avanti iniziative comuni in vista dei 100 anni dallo scoppio del primo conflitto mondiale”. Gli ha fatto eco il commissario straordinario della provincia di Vicenza, Attilio Schneck: “qui possiamo vedere la nostra storia e trasmetterla alle generazioni future. Questo è un progetto di recupero di notevole importanza storica e sociale, perché anche i nostri giovani non dimentichino quanto accaduto quassù 100 anni fa. Sono aree di confine che avranno anche in futuro una notevole importanza”. Il presidente della Comunità Montana Leogra -Timonchio, Corrado Filippi Farmar ha quindi illustrato il progetto di recupero della zona sommitale del Pasubio, uno dei 19 interventi lungo il fronte della Grande Guerra sulle Prealpi Vicentine: “l’obiettivo è quello di creare un grande Ecomunseo del primo conflitto mondiale”. Quindi il soprintendente per i Beni architettonici del Trentino, Sandro Flaim ha spiegato come l’intervento abbia consentito di mettere in luce il paesaggio bellico: “ora il Pasubio si presenta come un libro a cielo aperto”. Mauro Passarin, conservatore del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza, ha poi presentato una pubblicazione, curata dalla Sopritendenza provinciale di Trento, dedicata proprio all’intervento sul Monte Pausbio.
Mirko Carollo, responsabile del procedimento per la Comunità Montana Spettabile Reggenza 7 Comuni ente capofila, ha illustrato i principali interventi eseguiti nell’arco di tre anni: “lungo la Strada delle 52 Gallerie si è provveduto a consolidare i muretti a secco, poi sono state ripristinate la stazione di Malga Busi, centro logistico da dove arrivava acqua e aria compressa, la teleferica e il rifugio Balasso. Quindi nella zona sommitale del Pasubio si sono recuperati i camminamenti del Dente Italiano, del Dente Austriaco, di Cima Palon, del Cogolo Alto e della Selletta Comando, nonché del Camminamento Ghersi. Infine non va dimenticato il cimitero della Brigata Liguria”. In particolare nella zona sacra del cimitero – dove si sta concludendo l’intervento sull’arco romano – hanno lavorato i fanti del Comune di Valli del Pasubio, con la collaborazione degli Artiglieri di Schio e dei fanti “Zona Vicenza Tre”, mentre nelle altre aree sono stati impegnati gli uomini del Servizio forestale regionale di Vicenza, l’associazione nazionale Alpini con i gruppi locali.
Fra i presenti anche i sindaci di Trambileno, Renato Bisoffi, e di Vallarsa, Geremia Gios, il coordinatore del progetto Grande Guerra Lorenzo Baratter, nonché il presidente e il provveditore del Museo della Guerra di Rovereto, rispettivamente Alberto Miorandi e Camillo Zadra. Proprio il Museo della Guerra si è fatto capofila di un documento, sottoscritto da diversi enti a margine della cerimonia, per far diventare il Pasubio uno dei luoghi cardine delle celebrazioni per il Centenario della Grande Guerra.
Allo storico Claudio Gattera il compito di ripercorrere gli eventi più salienti della guerra sul Pasubio. Il massiccio calcareo del Pasubio, situato tra le province di Trento e Vicenza, fu uno dei luoghi più contesi durante il primo conflitto mondiale; la montagna evoca ancora oggi il dramma di migliaia di soldati, caduti contendendosi le cime note come i “Denti austriaco e italiano”. Il 1916 fu l’anno delle battaglie più cruente, che si spesero solo con l’arrivo dell’inverno, mentre con l’arrivo della primavera 1917 la guerra sul Pasubio si trasformò in guerra di posizione e successivamente in guerra di mine. La più famosa di queste, ben 50 tonnellate di esplosivo posizionate sul fondo della galleria “Ellison” scavata degli austriaci, scoppiò sotto il “Dente italiano” il 13 marzo 1918, facendo più di 500 morti e trasformando la cima nell’attuale macereto.
Proprio per la sua importanza storica, il Pasubio è sempre stato oggetto degli interventi volti a conservare le numerose testimonianze della guerra, disseminate sulla montagna e tali da fare di essa un “libro aperto” del conflitto.
La sistemazione della Strada delle 52 gallerie e di altre mulattiere e sentieri militari sul monte Palon e sui Denti, hanno preceduto i recenti lavori di valorizzazione. Nel complesso sono stati individuati quattro ambiti di intervento: la Strada degli Scarubbi, quella delle 52 gallerie, entrambe interessate da lavori di sistemazione viaria e delle opere di difesa limitrofe, le pendici della montagna, dove sono state recuperate le strutture delle teleferiche presso il Rifugio Balasso e Malga Busi, e infine la zona sommitale del Pasubio. Qui sono stati recuperati i principali manufatti situati sul Cogolo Alto, sulla cima Palon e sui Denti, come la trincea principale del Dente Austriaco e il tratto iniziale della Galleria Ellison, gallerie e percorsi del Dente Italiano, il camminamento “Generale Ghersi”, la galleria “Zamboni”, le postazioni della “Selletta Comando”. Infine sono stati condotti lavori di sistemazione della Strada degli Eroi e altri interventi al cimitero di guerra italiano della Brigata Liguria e al monumento “Arco Romano”.