Effetto della crisi in Trentino: ristoratori contro i baristi che violano le regole

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Ristoratori confcommercio tn da sx Alessandro antoniolli Danilo Mresco Marco Fontanari 1L’associazione dei ristoratori stigmatizza la concorrenza sleale di chi somministra pasti senza avere le autorizzazioni e l’organizzazione necessaria

La crisi che riduce la capacità di spesa dei consumatori fa esplodere anche conflitti nella stessa famiglia. In Trentino capita che l’associazione dei ristoratori critichi apertamente quella dei pubblici esercizi associate entrambe a Confcommercio Imprese Trentino, perché “esistono molti baristi che non rispettano le regole in fatto di somministrazione dei pasti” denuncia Danilo Moresco, presidente dei ristoratori che, a scanso di polemiche con l’associazione consorella, specifica che “non abbiamo nulla in contrario che altri esercizi somministrino pasti veloci, ma questo deve avvenire all’interno delle regole che esistono”.

Pomo del contendere è il fatto che, secondo Moresco, “molti dei 90 bar autorizzati alla somministrazione dei pasti veloci, erogano di fatto un servizio in tutto simile a quello dei ristoranti, proponendo menu articolati e vari. Peccato che questi esercizi non posseggano le caratteristiche tecniche ed igieniche per farlo, ad iniziare dalle cucine a norma di legge, dei servizi igienici per il personale, dalla cucina a norma per dimensioni e igiene, tanto per limitarsi alle carenze più rilevanti. Tutto ciò è fonte di una concorrenza sleale, perché questi operatori non sopportano gli oneri economici ed autorizzativi che invece ricadono sui ristoratori, potendo offrire un servizio a costi inferiori”.

Secondo il vicepresidente dei ristoratori Francesco Antoniolli “i bar dovrebbero limitarsi alla somministrazione di pasti freddi o precotti acquistati già confezionati”, mentre il secondo vicepresidente Marco Fontanari punta l’attenzione verso “il proliferare di feste campestri e altre manifestazioni folkloristiche che offrono servizi di ristorazione ignorando del tutto le minimali regole amministrative ed igieniche, ad iniziare dal fatto che spesso in queste iniziative vengono somministrati alcolici anche a minori, cosa vitatissima”.

Moresco critica la mancanza di controlli da parte delle istituzioni preposte, “nonostante queste spesso pranzino nel bar sotto i loro uffici, evidenziando uno strano concetto di rispetto delle normative esistenti”.

La diatriba non è di oggi: “sono anni – sottolinea Moresco – che chiediamo amichevolmente ai pubblici di rispettare la normativa, evitando di farci concorrenza sleale, ma inutilmente nonostante i ripetuti solleciti fatti anche dal presidente degli esercenti, Giorgio Buratti, alla propria categoria”.

Proprio Buratti stigmatizza questo modo di procedere da parte dell’associazione sorella: “sono appena tornato dalle ferie e per caso ho saputo di questa pubblica denuncia. Agire in questo modo è un boomerang che non giova a nessuno”. Buratti sottolinea l’impegno della categoria per risolvere la questione: “chiediamo a tutti gli associati il rispetto delle normative vigenti, senza farci reciprocamente sgambetti. Se un barista ha necessità di adeguare il proprio servizio per rispondere ad esigenze della clientela, l’associazione di categoria è disponibile a supportarlo nello svolgimento delle pratiche”.