Pozzani: “abbiamo esaminato il comportamento degli ospiti scaligeri in modo da attrezzare al meglio l’offerta”
A Palazzo Scaligero, l’assessore al turismo della provincia di Verona, Ruggero Pozzani, ha presentato i risultati dell’analisi turistica qualitativa, l’indagine che delinea le caratteristiche esatte del turista che viene a Verona. Per la prima volta, grazie all’indagine eseguita su un vasto campione, è stato individuato l’identikit del “tipico turista veronese”. L’indagine è stata svolta dall’assessorato al turismo della Provincia con la collaborazione di 192 operatori del comparto ricettivo, commerciale e dei servizi e di Confindustria e Confcommercio.
L’analisi indica quattro tipologie di turista: l’escursionista in giornata, chi pernotta, il turista italiano e il turista straniero. In generale si può affermare che il turista rimane in media 2,2 giorni a Verona e, dal punto di vista demografico, l’età media è di 39 anni, leggermente più alta rispetto alla media nazionale che si attesta sui 37.
La motivazione principale che spinge a trascorrere una vacanza nella città scaligera è collegata alla presenza di monumenti storici da visitare (54%), ma in termini turistici comportamentali emerge al primo posto la volontà di partecipare ad eventi teatrali e musicali (56%). Dal punto di vista economico, dai dati si evince che la spesa media pro capite giornaliera è di 122 euro, 9 euro in più al dato rilevato nelle altre città d’arte italiane (113 euro). Inoltre, il nucleo di vacanza è formato in media da 2,4 persone, ed è agosto il mese in cui il turista si dichiara maggiormente soddisfatto (7,7%).
Un’altra classificazione distingue il “nuovo” turista da quello “vecchio”: il primo è l’ospite che per la prima volta soggiorna a Verona, il secondo è colui che ha già soggiornato in città. I dati affermano che il “nuovo” turista è meno esigente rispetto al “vecchio”, ma allo stesso tempo maggiormente sorprendibile. Per il turista “vecchio” e quindi fidelizzato, infatti, vale la logica per cui, avendo già soggiornato a Verona, ha avuto la possibilità di conoscere e apprezzare quello che la città offre oltre all’attrattiva artistico-culturale, ovvero l’enogastronomia locale e lo shopping.
Per quanto riguarda, invece, la percezione qualitativa della città, il turista straniero si dichiara più soddisfatto rispetto a quello nazionale, anche se la propensione a tornare è inferiore al turista italiano (83,2% contro il 90,3%). Questo è dovuto logicamente alla maggior voglia a cambiare destinazioni più che per motivi qualitativi.
Infine, lo studio ha rilevato, attraverso oltre 13.000 questionari, i canali promozionali utilizzati dai visitatori, le loro motivazioni e l’attività svolta durante la visita. L’analisi ha esaminato nel dettaglio anche le valutazioni dei principali fattori di servizio della città: l’arredo urbano, la pulizia, la sicurezza, i parcheggi, i monumenti, le mostre, i musei, gli eventi musicali, ecc.
Per l’assessore Pozzani “il dato che maggiormente ci ha colpito è quello relativo alla fidelizzazione del turista: 9 persone su 10 tornano una seconda volta a Verona, la nostra città, infatti, gode di uno zoccolo duro di ‘affezionati’ pari al 63%. Ma questa non è l’unica informazione importante emersa dallo studio, che è stato fatto per la prima volta. Realizzare questa indagine qualitativa sui flussi turistici è stata infatti un’esigenza sentita dagli operatori nel settore. La Provincia ha condiviso la questione e, accanto alla nostra normale competenza sui dati quantitativi, ci siamo impegnati per realizzare uno strumento che aiuterà le Amministrazioni e gli imprenditori a migliorare l’offerta e facilitare il ritorno del turista a Verona. Adesso sappiamo esattamente quali sono le aspettative e le richieste del turista e possiamo dire che la nostra offerta è in grado di soddisfare nuclei di 3-4 persone, ovvero le famiglie che rappresentano un target complesso da accontentare. Comprendendo le esigenze e i desideri del visitatore, sono certo che Verona sarà sempre più una destinazione turistica competitiva a livello internazionale Il numero di questionari è stato ingente e questo ci permette di avere un panorama veritiero di risposte, ottenendo dunque un profilo a 360 gradi del ‘tipico turista veronese’”.
Secondo Enrico Perbellini, presidente CAV (Cooperativa Albergatori Veronesi) e rappresentante di Confindustria, “è importante poter contare su uno strumento innovativo come questo. In precedenza i dati disponibili erano solo relativi agli arrivi e alle presenze in città e sul territorio veronese. Adesso, invece, si potranno individuarne anche le caratteristiche e le esigenze. Gli operatori faranno ora tesoro dei dati emersi per migliorare l’offerta e soprattutto avere idee più chiare sugli investimenti futuri”.
Per Beppino Olivieri, vice presidente Confcommercio albergatori, “gli albergatori adesso sanno ciò che può essere migliorato per far sì che Verona possa lavorare con un turismo di alto livello. Il turista-tipo che viene a visitare la nostra città è cambiato nel tempo, ecco perché anche noi dobbiamo trasformarci a nostra volta. I mercati a cui ci rivolgiamo oggi sono quelli dell’Est e soprattutto dell’Asia. È necessario, quindi, che siamo tutti impegnati per offrire al cliente un’accoglienza di livello qualitativo sempre maggiore”.
Dal canto suo, Oliviero Fiorini, presidente Federalberghi Verona, afferma come “il miglior modo per promuovere la nostra città è indubbiamente il passaparola. Infatti, sono i ‘vecchi’ clienti soddisfatti che consigliano agli amici di venire a Verona. Occorre dunque rendere la loro vacanza indimenticabile per far sì che la pubblicità della città scaligera parta dal turista stesso”.
Infine, per Mirko Lorenzini, vice presidente Federalberghi Garda Veneto, “il pregio del questionario distribuito è la sua neutralità e l’anonimato, ciò permette al turista di esprimere liberamente i giudizi sia in senso positivo che negativo, molto più facilmente che rispondere personalmente al titolare dell’hotel. Non dimentichiamoci che il turismo è in continua evoluzione, negli ultimi tempi abbiamo notato un forte incremento delle provenienze dall’Asia, dalla Russia, e auspichiamo un ritorno dei turisti statunitensi. L’Italia ha un potenziale che non ha pari, occorre solo rinnovare il dialogo con il cliente, proponendo servizi innovativi con un buon rapporto qualità-prezzo”.