Finanziamento dei Confidi: è bagarre tra la Regione e le categorie economiche

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Luca Zaia 1Zaia: “basta con i soldi ai Confidi non vigilati da Bankitalia”. Pozza: “non si dice tutta la verità e Zaia smentisce lo stesso programma della Lega Nord”

Sulla gestione dei Confidi e il loro finanziamento è bagarre aperta tra la regione del Veneto ed alcune categorie in rappresentanza dei piccoli imprenditori.

Il presidente della regione del Veneto, Luca Zaia, dopo le sortite dei giorni scorsi, è netto: i consorzi fidi “106”, quelli non vigilati da Bankitalia e con operatività limitata a 75.000 euro non saranno più finanziati dalla Regione, sono delle candele destinate a spegnersi, e se vorranno continuare ad operare dovranno farlo con le risorse in loro possesso derivanti dagli apporti dei loro soci. Stesso destino è riservato alla Legge 48 del 1993 che non sarà più finanziata. La decisione di non supportare più con finanziamenti pubblici i 34 consorzi fidi “106” è stata presa da Zaia assieme all’assessore allo sviluppo economico Isi Coppola e avvallata da tutta la giunta regionale. Per Coppola e Zaia il futuro è costituito dai consorzi fidi “107”, quelli vigilati da Bankitalia e con operatività superiore a 75.000 euro, attualmente 8 in tutto il Veneto.

Zaia rintuzza anche l’accusa formulatagli nei giorni scorsi dal presidente dell’associazione artigiani della marca trevigiana, Marco Pozza, accusa per Zaia ancora più bruciante in quanto arriva dal suo feudo elettorale: “da che pulpito vien la predica, il modello da seguire sarebbe quello per cui non si è potuto spendere i 10 milioni di euro che la Regione gli ha assegnato?” Per Zaia “è ora di tagliare gli aiuti a pioggia, distribuendo a tutti qualche goccia, ingolfando di carte l’amministrazione”. Coppola rincara le critiche: “per ogni euro arrivato alle imprese, in Confidi ne hanno assorbiti 6 e in alcuni casi pure un’operatività pari a zero. Con la riforma dell’intervento dei Confidi, il ‘107’ sarà aperto anche al microcredito da 5 a 50.000 euro”.

mario pozza 1Da parte del mondo artigiano ed in particolare da Confartigianato Treviso, il direttore Giuliano Rosolen afferma che “la Regione sbaglia, perché il Confidi ‘106’ ha costi di gestione inferiore ai ‘107’ e sono molto più convenienti per la microimpresa”. Interviene pure Mario Pozza, presidente degli artigiani della marca, desideroso in una lunga nota di “contrastare a tutti i costi chi la pensa diversamente continua a produrre verità di comodo”. Pozza si lancia in una serie di precisazioni: “la prima riguarda i soldi POR non utilizzati, fondi dell’Unione Europea dati in gestione alla Regione messi a disposizione dal 2008 al 2010. Tutti fingono di ignorare che la crisi ha azzerato gli investimenti nelle imprese artigiane. Essendo i fondi Por destinati esclusivamente ad investimenti in materia di innovazione di prodotto e di processo, ricerca industriale, filiere dell’innovazione e altre iniziative di alto sviluppo tecnologico, le imprese hanno dovuto rivolgersi altrove. E’ come proporre il dessert a chi non ha neppure la possibilità di mangiare il primo”. Pozza prosegue: “le poche imprese artigiane che hanno avviato pratiche di investimento presso Veneto Sviluppo hanno subito e stanno subendo tempi medi di risposta di circa un anno. Mi piacerebbe che la Coppola e Zaia avessero l’onestà di raffrontare una risposta che arriva in 15 giorni massimo, come avviene nei confidi, rispetto ai tempi biblici di Veneto Sviluppo”. Non solo: “ricordo che ad oggi , dopo un anno dalla sua costituzione, il Fondo di Garanzia di Veneto Sviluppo ha evaso circa dieci pratiche a fronte delle migliaia e migliaia evase dai Confidi e che la sua operatività non è orientata all’erogazione di liquidità a breve, primaria necessità delle imprese artigiane” chiosa Pozza.

L’altro tema, quello della vigilanza sui Confidi, per Pozza è secondario: “premesso che quella sui confidi ‘107’ è ancora sulla carta, i consorzi cosiddetti ‘106’ comunque hanno bilanci certificati”, mentre il tema dei processi di fusione, per Pozza “sono in corso e stanno procedendo, come l’assessore Coppola ben sa. I pochi ‘106’ veneti dell’artigianato, peraltro ora ‘107’ attraverso il cosiddetto modello baricentrico che fa capo al Consorzio Regionale del Credito, stanno lavorando alacremente allo scopo”.

Quanto alla cessazione d’esistere dei ‘106’, Pozza rassicura “il Presidente Zaia, la candela non si spegnerà nelle nostre mani. Quelle che si spengono, purtroppo, sono le ragioni delle imprese artigiane alle quali però poco importa delle polemiche e alle quali dobbiamo dire che gli interventi, in materia di garanzia, da parte di Veneto Sviluppo, sono tuttora sulla carta”. Infine una stoccata a Zaia, utilizzando parte del programma politico della stessa Lega Nord: Pozza cita “… sembra doveroso il rifinanziamento dei fondi rischi previsti dalla legge regionale n. 48 del 1993…”. Stavolta a parlare non è Mario Pozza, ma l’Officina della Lega che ha redatto il programma politico della giunta Zaia.