Denuncia di Artigianato trevigiano – Casartigiani, Cia Treviso, Cna Treviso, Coldiretti Treviso, Confagricoltura Treviso, Confartigianato Marca trevigiana, Confcooperative Treviso, Confesercenti Treviso, Copagri Treviso e Unascom-Confcommercio Treviso
Le principali categorie economiche della provincia di Treviso lamentano la ristrettezza dell’accesso al credito e chiedono alla regione del Veneto di attivarsi per sbloccare i fondi disponibili. Di seguito, ecco il contenuto della lettera inviata alla giunta regionale del Veneto per stimolarla ad intervenire subito. L’andamento dell’economia, con il decremento registrato nel primo semestre anche nella provincia di Treviso, acuisce il problema del credito. Le imprese artigiane, commerciali, agricole, della cooperazione e le micro e piccole imprese in particolare, anche per la loro frequente posizione di debolezza nella filiera dei pagamenti, stanno affrontando un anno difficile, condizionato dal calo degli ordini e dei consumi, dal perdurare sempre più grave del ritardo sui pagamenti e dall’incertezza sul futuro che finisce per scoraggiare anche le potenzialità residue. A fronte di ciò i Confidi del settore Artigiano, del Commercio e dell’Agricoltura, hanno svolto, in particolare dalla crisi del 2008 ad oggi, un lavoro quantitativamente e qualitativamente rilevante.
Le fidejussioni in essere, garantite dai Confidi, superano i 250 milioni di euro per 6.130 aziende. In molti casi, hanno consentito continuità di finanziamento alle imprese altrimenti impraticabile. I Confidi, sia 106 che 107 tradizionali e 107 baricentrici, hanno contribuito a massimizzare l’efficacia e l’efficienza del loro patrimonio e a ridurre l’incidenza dei costi a carico delle imprese. A fronte di ciò, mentre l’attenzione della locale Camera di commercio, dell’amministrazione provinciale e di una parte dei comuni è continuata e si è rafforzata, abbiamo dovuto registrare la progressiva assenza della Regione.
Com’è noto, la Regione ha trasferito le risorse, che avrebbero potuto invece assicurare continuità di supporto ai Confidi, anche in maniera selettiva o discutendo con loro le condizioni di cambiamento atteso, alla società Veneto Sviluppo. Gli interventi verso i fondi di rotazione riguardano una parte minima dei problemi di credito; subiscono le barrire quantitative, prima 100.000 euro e ora 50.000 (metà delle richieste delle nostre imprese sono di importo minore). Subiscono, soprattutto, procedure, burocrazia e tempi che, anche nella migliore delle ipotesi, non sono assolutamente in grado di corrispondere per tempestività e tipologia, alle richieste delle imprese dei settori da noi rappresentati.
Non a caso, anche per queste ragioni, la Regione ha cercato di rimediare con l’iniziativa di fornitura di garanzie “a pacchetto” denominata “tranched cover”, iniziativa che, a tutt’oggi, appare poco praticabile e lontana dalle esigenze. Il grande assente quindi, a differenza di quasi tutte le altre regioni d’Italia, è la regione del Veneto che, nonostante ciò, afferma vicinanza alle imprese anche se deve ancora riconoscere ai Confidi le somme dovute, per applicazione di legge, negli anni 2009 e 2010.
Artigianato trevigiano – Casartigiani, Cia Treviso, Cna Treviso, Coldiretti Treviso, Confagricoltura Treviso, Confartigianato Marca trevigiana, Confcooperative treviso, Confesercenti Treviso, Copagri Treviso e Unascom-Confcommercio Treviso esprimono la loro più viva preoccupazione per questa situazione e per quanto continuano a percepire e leggere circa l’opinione della Regione verso i Confidi. Mentre le imprese ci chiedono prossimità e tempestività, la Regione rinvia il problema e tenta soluzioni di fatto impraticabili. Chiediamo che la Giunta regionale riveda con urgenza il quadro di interventi in materia di Confidi e riapra il confronto in proposito con le Organizzazioni di rappresentanza. Chiediamo, inoltre, che la Regione finanzi tempestivamente i fondi antiusura che rappresentano un vero e proprio ammortizzatore sociale per le imprese in situazioni difficili in quanto possono evitare che imprenditori finiscano vittime dell’usura. Ciò contribuisce altresì ad evitare che queste situazioni degenerino. Chiediamo infine che siano pagati i contributi arretrati già deliberati e fin qui non erogati, e che nella prossima manovra di assestamento del bilancio della Regione venga ripristinato l’intervento di patrimonializzazione (L. 48/93).