Provincia di Vicenza, la comunità fa rete contro i suicidi degli imprenditori

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prov vicenza giampietro turchi emilia laugelli dino secco 1Attivato il numero verde regionale 800 334343

Una rete di comunità contro i suicidi: si è ufficialmente costituita a Palazzo Nievo, sede della Provincia di Vicenza, all’interno del progetto “inOltre: la salute degli imprenditori”. L’idea è della regione del Veneto e chi la sta concretizzando è la Ulss 4 Alto Vicentino attraverso Emilia Laugelli, Responsabile U.O. Psicologia Clinica Ospedaliera dell’ospedale di Santorso, in collaborazione con il prof. Gianpiero Turchi, referente scientifico del progetto oltre che docente alla facoltà di Psicologia dell’Università di Padova.

“Il presupposto – spiega Turchi – è che un’azienda non è solo un valore economico privato, ma un patrimonio collettivo perché genera salute e benessere a tutta la comunità. Quindi se un’azienda o un imprenditore soffrono, la comunità ha il dovere di assisterli e di attivare la rete di aiuti psicologici, legali, economici che già sono presenti sul territorio ma che vanno necessariamente coordinati”. Di qui l’intervento della regione del Veneto, per un progetto di ampio respiro.

Il primo passo è stato l’attivazione di un numero verde (800 334343) che in un mese ha già raccolto 28 segnalazioni di imprenditori in difficoltà, di cui ben 10 vicentini. Il numero è attivo 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, grazie a quattro psicologi che che operano a turno. A loro il compito di valutare la gravità della situazione grazie ad un’analisi scientifica sulle parole usate e il tono di voce dell’interlocutore. La scala va da 0 a 5, dove più è alto il numero, più è alto il rischio suicidio e quindi la necessità di intervenire. A questo primo colloquio segue un incontro con uno psicologo sul territorio, uno per ognuna delle province venete, che si svolge in un luogo informale, in azienda oppure nella sede dello Spisal, in modo che l’imprenditore si senta libero di esprimere le proprie esigenze.

“Le maggiori criticità finora rilevate – spiega Laugelli – riguardano l’accesso al credito, le difficoltà a riscuotere crediti e, di conseguenza, ad onorare i pagamenti. Si tratta di imprenditori che hanno dedicato l’intera vita all’azienda e che ora sono disperati, costretti a licenziare e nell’impossibilità di pagare cartelle esattoriali che si fanno sempre più pesanti. Perdere il lavoro per loro equivale a perdere ogni ragione di vita”. In loro aiuto deve quindi scendere in campo la rete di comunità i cui rappresentanti hanno fatto il primo incontro operativo questa mattina in Provincia. La task force contro i suicidi è composta dalle istituzioni (Regione, Provincia e Comuni attraverso le conferenze dei sindaci), le associazioni di categoria, i sindacati, le Ulss, la Caritas, l’associazione Speranzaallavoro, Equitalia (presenti sia il direttore regionale Branzato che il direttore provinciale Marchezzolo). Da parte di tutti è stata dimostrata grande disponibilità alla collaborazione, testimoniata dalla numerosa presenza ma anche dall’esplicita volontà di attivarsi, ognuno per le proprie competenze, per aiutare concretamente chi è in difficoltà.

“L’obiettivo – chiarisce Laugelli – è di condividere questo progetto in modo da renderlo un punto di riferimento unitario a livello provinciale e regionale. Le risorse sul territorio ci sono e sono efficaci, ma è necessario creare sinergia e non disperdere le nostre forze se vogliamo davvero rappresentare il sostegno che gli imprenditori e il territorio stanno chiedendo a gran voce”. Il prossimo passo sarà l’attivazione di una piattaforma multimediale in modo da intercettare il disagio di quegli imprenditori, ma anche lavoratori dipendenti, che non chiamano direttamente il numero verde. A giorni saranno operativi un sito internet, una chat, una e-mail, con possibilità di contatti anonimi. E si usufruirà anche delle potenzialità dei social network per ampliare i contatti.

“Ciò che è necessario comprendere – conclude il Capo di Gabinetto Dino Secco in rappresentanza della Provincia – è che il disagio del singolo imprenditore non è un problema individuale e non è risolvibile lasciando che una sola persona ne porti il peso. La responsabilità va condivisa e la rete si deve muovere compatta, perché solo così le porte si aprono e si trova la soluzione”.