Favaretti: “un documento per spiegare alla società quanto fatto nel corso dell’anno a favore della comunità”
Il direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria “S. Maria della Misericordia” di Udine (AOU), Carlo Favaretti, alla presenza del sindaco Furio Honsell e del direttore centrale della sanità della regione Friuli Venezia Giulia, Gianni Cortiula, ha presentato il bilancio sociale e del capitale intellettuale al personale dell’AOU e alle associazioni di volontariato e di tutela che operano nell’AOU.
Si tratta della rendicontazione dell’attività, della sostenibilità di spesa, della responsabilità professionale e delle relazioni con i portatori d’interesse. Questo è il terzo anno che viene fatta in forma di bilancio sociale affinché sia comprensibile anche a chi non possiede competenze tecniche per leggere un bilancio.
Il direttore Favaretti ha spiegato la scelta di tenere la Conferenza dei servizi in giugno, in quanto in questo periodo sono a disposizione i dati del bilancio di esercizio ed è un buon momento per raccogliere spunti dalle associazioni per la definizione del bilancio dell’anno successivo. Ha poi sottolineato che quest’anno è stato fatto un passo in più, in prospettiva di un bilancio di sostenibilità ambientale, che è stato illustrato dal professor Francesco Marangon dell’Università di Udine. “Noi dobbiamo tenere alla sostenibilità del sistema – ha spiegato il direttore generale – bisogna rendersi conto che ci sono molti limiti. Siamo un’azienda della Regione e dobbiamo rispettare indirizzi e direttive, quali: lavorare in area vasta, non sgarrare dai limiti imposti, dar conto degli investimenti compiuti”.
Ecco in sintesi delle attività svolte nel 2011. L’attività aziendale si presenta stabile rispetto all’anno precedente, con una lieve diminuzione dei dimessi. Si conferma il trend dell’età media degli utenti in aumento di anno in anno; sono stati ricoverati un numero di persone maggiore per urgenze (60%); c’è stato un leggero incremento del tasso di occupazione dei letti per ricovero ordinario. Si è registrata un’ulteriore diminuzione complessiva degli accessi in pronto soccorso (-2632 accessi) e l’aumento della percentuale dei codici rossi e gialli rispetto ai codici bianchi e verdi.
E’ stata sviluppata la collaborazione nell’ambito dell’area vasta udinese; sono comunque aumentati i ricoveri di pazienti provenienti da altre regioni.
Sono oltre 6.000 le persone che ogni giorno lavorano e transitano in ospedale: una cittadina. Il paradosso è che più aumenta la tecnologia, più c’è necessità di personale. Di 240 persone che accedono al pronto soccorso, 6 sono in pericolo di vita, mentre 122 sono ricoverate. Alle persone non ricoverate vengono erogate 2.801 visite ed esami strumentali. Infine, ogni giorno 5 bambini nascono, 5 persone muoiono.
Favaretti ha focalizzato sulla ricerca, “una funzione utile perché influenza positivamente le attività assistenziali, didattiche e aumenta il patrimonio intellettuale. Inoltre c’è un’attività interna svolta attraverso gruppi di lavoro clinici che si occupano del buon uso del sangue, dell’ospedale senza dolore, del buon uso dei farmaci, dei dispositivi medici, della documentazione sanitaria e così via”.
Sono stati fatti importanti investimenti per conseguire il miglioramento della qualità attraverso il processo di accreditamento all’eccellenza. “La libera circolazione dei pazienti attraverso i confini europei – ha detto Favaretti – rappresenta un futuro ormai imminente ed un ulteriore stimolo al miglioramento continuo. Non basterà più trattenere i pazienti, ma occorrerà esercitare una forte attrazione. Dobbiamo dare certificazione che i nostri standard di efficienza siano conformi alle direttive internazionali: dopo l’accreditamento Joint Commission International 2010, stiamo già correndo per il riaccreditamento a fine 2013”.
Quest’anno è stato posto particolare impegno nel trattamento del dolore in ospedale, nel percorso nascita con mamme straniere, nel percorso diagnostico terapeutico della patologia della mammella.
E’ stato ulteriormente sviluppato il percorso di integrazione tra le attività di assistenza, didattica e ricerca. “Si comincia ad affacciare la figura del case manager, un professionista che si fa carico di guidare il paziente nel suo percorso ospedaliero” ha detto Favaretti che ha sottolineato come sia “gratificante constatare che in sede di focus group alla domanda “Consigliereste la nostra struttura?” la risposta è stata positiva”. Per quanto riguarda il sistema dei reclami, sono stati registrati 199 elogi, a fronte di 484 lamentele che hanno riguardato principalmente le modalità di erogazione delle prestazioni, gli importi e le procedure dei ticket, la cortesia e la gentilezza. Il sistema prevede la classificazione dei reclami e la formulazione di piani di miglioramento da parte dei direttori dei reparti coinvolti.
Quanto ai tempi d’attesa, “bisogna ricordare che ci troviamo all’interno di una serie di iniziative impostate dalla Regione. Siamo riusciti a rispettare gli standard previsti, anche se rimangono dei punti critici” ha sottolineato il direttore generale, ricordando come questi siano influenzati dall’invecchiamento della popolazione, dall’appropriatezza della domanda, dall’efficienza degli erogatori, dalla tipologia della prestazione e dagli aspetti clinici, socioeconomici e soggettivi che determinano le attese del paziente.
Quanto al personale, attualmente il 73% è femminile, tuttavia la maggioranza dei medici è ancora maschile. Bisogna prepararsi ad un prossimo futuro in cui saranno in servizio più donne e cambieranno le proporzioni tra le diverse professioni. Il 30% dei dipendenti ha un’anzianità di servizio di oltre 30 anni. Per quanto riguarda il turn-over del personale, nel corso del 2011 sono state assunte 190 persone a fronte di 190 cessazioni dal servizio. Particolare attenzione è posta alla formazione professionale: oltre all’attività universitaria, sono stati svolti 333 corsi di formazione continua in 753 edizioni, a cui hanno partecipato 18.675 operatori, per un investimento totale di 453.500 euro. Particolare risalto è stato dato alla formazione relativa alla sicurezza dei lavoratori e dei pazienti.
Per il settore finanziario, il direttore Favaretti ha tenuto a sottolineare che “il 90% dei nostri fondi proviene dal Fondo Sanitario Regionale e il nostro bilancio è di 460 milioni di euro. Spesso, nella vulgata corrente, la spesa sanitaria viene considerata un mero costo, mentre si deve considerare che la parte corrispondente agli stipendi del personale, circa 193 milioni di euro, viene rimessa in circolo nel sistema economico del territorio. Inoltre, spendiamo in beni sanitari il 24,4% del finanziamento totale: il 20% di tali beni è prodotto nella nostra regione, (il 70% in provincia di Udine): siamo quindi un volano dell’economia regionale”. Le risorse per investimenti in conto capitale sono finanziamenti destinati alla copertura di oneri di natura pluriennale; quest’anno si è avuta una riduzione di 10 milioni sugli investimenti rispetto al 2010. Per quanto riguarda i servizi, il 60% è prodotto da imprese della regione. Anche i 12 milioni di IRAP sono tasse che ritornano alla comunità. L’AOU ha il proprio bilancio in equilibrio, con un utile di 67.000 euro.
Favaretti ha guardato anche agli investimenti futuri per le grandi opere, che ammontano a 234 milioni.