Il presidente della Repubblica austriaca Heinz Fischer riceve il presidente della provincia di Bolzano Durnwalder. Seduta al Parlamento con i discorsi di Dellai e Durnwalder
Con una visita a Vienna dei vertici della provincia di Trento e di Bolzano sono iniziate le celebrazioni per il quarantennale dell’entrata in vigore dello Statuto speciale di autonomia del Trentino Alto Adige e del ventennale della “quietanza liberatoria” da parte dell’Austria a suggello della compiuta autonomia speciale. È durato circa un’ora l’incontro alla Hofburg tra il Capo dello Stato austriaco Heinz Fischer e il presidente della Giunta provinciale di Bolzano, Luis Durnwalder, che guidava una delegazione composta tra gli altri dal vicepresidente Hans Berger e dagli assessori Richard Theiner e Thomas Widmann. Nella visita di cortesia prima di partecipare alla festa organizzata nel Parlamento viennese in occasione dei vent’anni della chiusura della vertenza internazionale, Durnwalder ha ripercorso con Fischer le fasi di sviluppo dell’autonomia e ha aggiornato sullo stato attuale dei rapporti tra Bolzano e Roma.
Fischer ha riferito a Durnwalder di aver avuto di recente un lungo colloquio telefonico con il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, “sia in preparazione di questo incontro sull’Alto Adige che per parlare della situazione economica. Napolitano ha ribadito la sua fiducia sulla solidità e sulla forza di innovare del suo Paese”. Il Presidente austriaco ha confermato di aver accolto l’invito della Giunta altoatesina a partecipare il 5 settembre prossimo a Castel Tirolo alla consegna della massima onorificenza provinciale a Austria e Italia, nell’anniversario del 40 anni della nuova autonomia e dei 20 anni della quietanza liberatoria.
Alla Hofburg Durnwalder ha ringraziato il presidente Fischer, “un amico dell’Alto Adige, che conosce i nostri problemi ed ha sempre una particolare attenzione verso la nostra terra” e nella persona del Capo dello Stato ha voluto ringraziare l’Austria “che assieme alle forze democratiche dell’Italia ha saputo con lungimiranza accompagnare lo sviluppo dell’Alto Adige attraverso l’autonomia. Non c’è stato nulla di scontato, ma solo con il dialogo e l’impegno congiunto sono state create le condizioni per la pacificazione, il lavoro, il benessere dei tre gruppi linguistici”. Fischer ha indicato la strada per il futuro: rispetto dei patti e degli impegni presi e allo stesso tempo adeguamenti, se necessari, alle nuove condizioni della società e ai nuovi rapporti. Riguardo al finanziamento dell’autonomia, Durnwalder ha illustrato a Fischer lo stato delle trattative con Roma (“serve più dialogo, siamo consapevoli delle difficoltà complessive e siamo pronti a fare la nostra parte nel rispetto dello Statuto”) e dei prossimi passi delineati con il Governo Monti. Con il Capo dello Stato austriaco appuntamento al 5 settembre (la data della firma dell’Accordo Degasperi-Gruber) in Alto Adige.
Vent’anni fa l’Austria consegnava la “quietanza liberatoria” all’Italia che sanciva l’adempimento delle misure del “Pacchetto” per l’Alto Adige: nello stesso giorno e nella stessa sala in cui il Nationalrat aveva dato via libera alla chiusura della controversia internazionale tra Austria e Italia, a Vienna una cerimonia ha ripercorso il cammino dell’autonomia e anticipato i passi futuro di questo sviluppo di successo. La presidente del Nationalrat Barbara Prammer, che assieme al Ministro degli esteri Michael Spindelegger ha invitato all’evento i protagonisti di ieri e di oggi, nel suo saluto ha definito l’autonomia altoatesina “modello internazionale per la soluzione dei conflitti, la strada della negoziazione si è dimostrata quella giusta”. Il ministro Spindelegger ha osservato che la “quietanza liberatoria” ha un significato particolare: “un successo per la diplomazia austriaca nella fase preparatoria all’ONU, nelle trattative, nella tenacia per dare attuazione alle 137 misure del Pacchetto. Ma la tenacia è stata soprattutto dei sudtirolesi”. Spindelegger ha ricordato che l’Austria nella sua funzione di tutela ha mantenuto la stessa posizione negli anni, indipendentemente dal colore del governo di Vienna: “abbiamo imparato che buone soluzioni non vengono dall’oggi al domani, servono negoziati, consapevolezza, convinzione della propria posizione. L’autonomia si è consolidata, si è aggiornata, guarda alla collaborazione in Europa”. Spindelegger ha sottolineato che l’Austria ha rapporti stretti e amichevoli con l’Italia, “siamo orgogliosi che questo sostegno ai sudtirolesi non abbia mai messo in gioco i nostri rapporti con l’Italia. Si può lavorare assieme bilateralmente quando il dialogo è aperto e franco”.
Il ministro degli Esteri austriaco ha ricordato che negli ultimi tre anni ha sempre trovato la comprensione anche dei ministri Franco Frattini e Giulio Terzi: “mettere i problemi sul tavolo e cercare una soluzione è la strada anche per il futuro”, ha detto Spindelegger. L’Alto Adige, ha concluso, resta centrale nella politica estera austriaca che mantiene la sua funzione di tutela nei confronti delle minoranze. E infine il futuro: “oggi guardiamo all’Europa, il confine non è più visibile, la cooperazione nell’Euregio e a Bruxelles conferma come le Regioni possono lavorare assieme nell’UE”.
Il presidente Durnwalder ha premesso che “siamo qui per dire grazie a tutti coloro che ci hanno portato fino a questo punto del cammino dell’autonomia”. Ha citato Magnago, Benedikter, Riz, Berloffa, due in particolare tra gli austriaci: il cancelliere Kreisky e il ministro Mock. I vantaggi del secondo Statuto, ha ricordato, “sono stati fondamentali, ci hanno permesso di poter fare una politica adeguata per la nostra terra. Un Alto Adige in sofferenza è diventato una provincia moderna e con un certo benessere. Ora dobbiamo confermare il livello raggiunto, assicurare anche in futuro ai cittadini un lavoro, una casa, i servizi necessari e di qualità”. Secondo Durnwalder, la vertenza non chiude la storia dell’autonomia, è un libro che avrà ancora molti capitoli, quelli che dovranno interpretare la realtà che cambia. “Dobbiamo riconoscere il segno dei tempi in Europa – ha ribadito il Presidente – non aver paura di aprirsi: non siamo gelosi della nostra autonomia, oggi abbiamo il compito, come zona di confine, di lavorare con le regioni a noi vicine, di unire gli Stati. Lo stiamo facendo con l’Euregio, che abbraccia 1,8 milioni di persone”. In conclusione, Luis Durnwalder ha definito l’autonomia regionale “un’opera di pace delle diplomazie e di politici democratici e lungimiranti: conferma che fiducia, tenacia, dialogo, rispetto portano alla pacificazione”. A questo proposito il Landeshauptmann ha ringraziato anche i politici italiani, “senza i quali non sarebbe stato possibile raggiungere il livello di sviluppo di oggi. E grazie alla popolazione che ha sempre sostenuto questi sforzi con senso di responsabilità e saggezza”. Subito dopo, il discorso del presidente della provincia di Trento, Lorenzo Dellai: “siamo qui per celebrare una tappa importante di una storia di successo. Un successo non facile e per nulla scontato”. Dellai ha iniziato così il suo discorso al Parlamento austriaco ricordando poi “la saggezza di statisti italiani ed austriaci, nel solco di Alcide De Gasperi e Karl Gruber, la pazienza coraggiosa e lungimirante delle leadership locali, la fede e la determinazione delle popolazioni: insieme hanno fatto vincere il dialogo, la mediazione, il rispetto delle diversità”, non nascondendo gli errori commessi in passato ma rilanciando con forza il progetto di collaborazione, che ora più che mai vede vicini i tre territori alpini.
Nel 1960 l’Austria portò la questione sudtirolese alle Nazioni Unite. Dopo lunghe e difficili trattative venne infine rilasciata la cosiddetta “quietanza liberatoria”, contenente tutta una serie di misure a tutela della popolazione altoatesina di madrelingua tedesca, che entrarono a far parte del Secondo Statuto di Autonomia del Trentino Alto Adige. Dopo vent’anni, il 19 giugno del 1992, si giunse alla conclusione dell’applicazione di tali misure; fu così depositata presso il segretario generale delle Nazioni Unite, a New York, la “quietanza liberatoria” che pose fine alla vertenza.
Oggi l’Autonomia del Trentino Alto Adige è considerata in tutto il mondo un modello di soluzione pacifica di tensioni e conflitti di natura etnica; altrettanto esemplari sono le politiche di sviluppo regionale poste in essere grazie ad essa e la collaborazione nata all’interno dell’Euroregione fra i tre territori che componevano il Tirolo storico.