Al Teatro La Fenice Carmen di George Bizet

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carmen 1Lo spettacolo in scena a Venezia a partire da giovedì 21 giugno

Torna alla Fenice un capolavoro del repertorio francese assente dal 1997: Carmen di Georges Bizet, opéra-comique in quattro atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy tratto dalla novella omonima di Prosper Mérimée, che sarà interpretato in lingua originale con i dialoghi parlati.

L’opera, proposta in un nuovo allestimento coprodotto dalla Fondazione Teatro La Fenice con il Gran Teatre de Liceu di Barcellona, la Fondazione Teatro Massimo di Palermo e la Fondazione Teatro Regio di Torino, permetterà di apprezzare per la prima volta a Venezia il lavoro del regista spagnolo Calixto Bieito, supportato dalle scene di Alfons Flores, dai costumi di Mercè Paloma e dalle luci di Alberto Rodriguez Vega.

Presentato a Barcellona nel settembre 2010, l’allestimento è stato proposto a Palermo lo scorso novembre, vincendo il XXXI Premio della critica musicale italiana Franco Abbiati per la miglior regia vista in Italia nel 2011. Queste le motivazioni del premio, pubblicate il 16 aprile 2012: “ambientata in una malfamata terra di confine tra Spagna e Africa, la Carmen messa in scena da Bieito con scene di Alfons Flores e costumi di Mercè Paloma al Teatro Massimo di Palermo (coproduzione con i teatri di Barcellona, Torino e Venezia) restituisce al capolavoro di Bizet la sua teatralità ruvida, svelata da istantanee vitali e a volte scioccanti che si susseguono in sintonia con i momenti cruciali della partitura componendo uno strepitoso racconto”.

L’Orchestra e il Coro del Teatro La Fenice (maestro del coro Claudio Marino Moretti) e il coro di voci bianche dei Piccoli Cantori Veneziani (maestro del coro Diana D’Alessio) saranno diretti dal trentenne maestro israeliano Omer Meir Wellber. Il doppio cast sarà formato da Béatrice Uria Monzon in alternanza con Katarina Giotas nel ruolo di Carmen; Stefano Secco e Luca Lombardo in quello di Don José; Alexander Vinogradov e Károly Szemerédy in quello di Escamillo; Ekaterina Bakanova e Virginia Wagner in quello di Micaëla; Francis Dudziak sarà le Dancaïre, Rodolphe Briand le Remendado, Dario Ciotoli Moralès, Matteo Ferrara Zuniga, Sonia Ciani Frasquita, Chiara Fracasso Mercédès e l’attore Cesare Baroni Lillas Pastia.

La prima del 21 giugno 2012, trasmessa in diretta su Radio3, sarà seguita da dodici repliche, venerdì 22 e sabato 23 alle 19.00 (fuori abbonamento), domenica 24 alle 17.00 (turno B), martedì 26 (fuori abbonamento), mercoledì 27 (fuori abbonamento), giovedì 28 (turno E), e venerdì 29 (fuori abbonamento) alle 19.00, sabato 30 giugno alle 17.00 (turno C), domenica 1 (fuori abbonamento), sabato 7 (fuori abbonamento), martedì 10 (turno D) e giovedì 12 luglio (fuori abbonamento) alle 19.00.

La recita di mercoledì 27 giugno rientra nelle iniziative “La Fenice per la città” e “La Fenice per la provincia”, rivolte ai residenti nel comune e nella provincia di Venezia, promosse in collaborazione con le Municipalità e con l’amministrazione provinciale. Lo spettacolo va in scena grazie al sostegno dal Circolo La Fenice, con il contributo di The Conny-Maeva Charitable Foundation.

Il libretto di Carmen fu tratto da Henri Meilhac e Ludovic Halévy dall’omonima novella (del 1845) di Prosper Mérimée. La prima rappresentazione ebbe luogo all’Opéra-Comique di Parigi il 3 marzo 1875. Ultima fatica di Bizet – che morì tre mesi dopo, amareggiato e deluso per il suo insuccesso –, Carmen apportò una ventata di novità nella tradizione dell’Opéra-Comique, violando gli orizzonti d’attesa del benpensante pubblico parigino. Sigaraie, contrabbandieri, donne di malaffare, traviamento, sensualità, carnalità, personaggi loschi ed equivoci non si confacevano di certo agli ideali della borghesia francese: il verismo di Mérimée, accettato sulla carta stampata, risultava, pur con tutti gli alleggerimenti operati (cori e danze, couleur locale spagnoleggiante, l’aggiunta del personaggio di Micaëla e l’ampliamento di quello di Escamillo), troppo crudo nella trasposizione scenica.

Vi fu chi accusò Carmen di volgarità, chi addirittura di wagnerismo. Nonostante, o forse grazie alla curiosità suscitata dalle critiche, Carmen ebbe però modo di circolare: nel solo biennio 1875-76 le rappresentazioni europee furono ben 93, anche se l’opera riuscì a ritornare sulle scene della capitale francese solo nel 1883, nell’adattamento, ancor oggi diffusamente utilizzato, approntato dal compositore Ernest Guiraud per la prima viennese dell’ottobre 1875, che adotta il recitativo musicato per le parti dialogiche, le quali, secondo la tradizione dell’Opéra-Comique, nella versione originale erano recitate, senza musica.

Tanto il successo quanto lo scandalo di Carmen derivarono probabilmente dall’inaudita pregnanza drammaturgica generata dall’unione di sonorità gradevoli, orecchiabili, perfino ‘leggere’, ad una trama dalle fosche tinte che precipita in tragedia; come scrisse il musicologo Carl Dahlhaus: “Bizet ha colto un fenomeno la cui scoperta non era affatto a portata di mano in un decennio dominato da Wagner: il carattere sinistro della banalità musicale”. Carmen suscitò l’ammirazione di compositori quali Čajkovskij, Brahms, Saint-Saëns, Wagner. Ma nella sua polemica contro le nebbie di Bayreuth, Friedrich Nietzsche fu probabilmente colui che con maggior precisione seppe individuare il motivo del fascino di Carmen, la cui musica “sembra perfetta. Si avvicina leggera, morbida, con cortesia. […] È malvagia, raffinata, fatalistica: malgrado ciò essa resta popolare. […] Con essa si prende congedo […] da tutti i vapori dell’ideale wagneriano. Da tutto questo già ci redime l’azione. Essa ha ancora di Mérimée la logica nella passione, la linea più breve, la dura necessità”.