Programma di sviluppo rurale del Friuli Venezia Giulia: bilancio positivo

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FVG claudio violino ass agricoltura 1Violino: “nel 2011 siamo stati virtuosi, lo saremo ancora di più nel 2012”

Una sede importante e carica di suggestioni – il Salone del Parlamento del Castello di Udine – ha ospitato una riunione che si può definire “strategica” per il futuro del mondo agricolo friulano: l’incontro del “Comitato di Sorveglianza” del Programma di sviluppo rurale (PSR) del Friuli Venezia Giulia, identificato dagli addetti ai lavori con la sigla “PSR 2007-2013”. La riunione è stata di particolare rilievo, non solo per il bilancio largamente positivo di quanto è stato possibile fare al 31 dicembre 2011, in termini di pratiche istruite, finanziate e liquidate, ma perché all’analisi dei risultati del piano che si concluderà al 31 dicembre 2013 si è affiancata una prima, dettagliata anteprima di quello che sarà il prossimo “PSR 2014-2020”. In altre parole, sono stati tratteggiati gli scenari in cui muoverà l’agricoltura da qui alla fine del decennio.

È toccato all’assessore regionale alle risorse rurali agroalimentari e forestali, Claudio Violino, aprire i lavori, dando il benvenuto agli ospiti e in particolare ai due funzionari della Commissione Europea, Gianfranco Colleluori e Roberto De Giorgi, e a Lella Maria Morelli, del Ministero delle politiche agricole. Agli ospiti “da fuori”, l’assessore ha ricordato in sintesi la storia del Parlamento del Friuli, uno dei più antichi d’Europa; “non è casuale – ha detto – se ci ritroviamo oggi in quella che è stata per secoli una palestra di democrazia”. Anticipando in sintesi i contenuti della relazione sullo stato di attuazione del PSR, “nel 2011 siamo stati virtuosi – ha detto – e contiamo di esserlo ancor di più nel 2012”. All’intensa attività gestionale, ha continuato Violino, si è affiancata in questi mesi quella di messa a punto del nuovo programma 2014-2020; quantomeno le linee guida, in attesa dei documenti di piano che Bruxelles conta di inviare entro il corrente mese. “Dopo l’estate – ha concluso – potremo gettare le basi per valorizzare la nuova programmazione in funzione delle esigenze della nostra agricoltura, piccola ma di qualità”.

Entrando nel vivo dei lavori della giornata, il direttore centrale alle risorse rurali agroalimentari e forestali, Luca Bulfone, ha introdotto la relazione sullo stato di attuazione del “PSR 2007-13”, che è stata svolta dall’Autorità di Gestione, Serena Cutrano. Tra i numeri più significativi, quello delle domande “istruite e pagate” al 31 dicembre 2011: quasi 23.000, metà delle quali relative a “trascinamenti” del precedente “PSR 2000-06”, l’altra metà relativa al PSR in corso. A livello finanziario, suiprogetti integrati del PSR risultavano pagati, alla fine dello scorso anno, 20,6 milioni di euro a fronte di 72,6 finanziati su 122,5 di concedibile; ma le previsioni sono per un forte recupero nel 2012, in parte per erogazioni già avvenute, molto di più nel secondo semestre.

La bontà del lavoro svolto è stata confermata dal rapporto di valutazione “in itinere” del PSR, illustrato da Marco Mascetti dell’ESA, che ha parlato di una “gestione molto dinamica, capacità di superare problemi, sostanziale coerenza attuativa rispetto alle linee programmatiche”. Bulfone ha poi sottoposto all’approvazione del Comitato di Sorveglianza una serie di modifiche al programma.

Conclusi gli adempimenti formali, con particolare interesse è stata seguita la relazione dei funzionari della Commissione europea sullo “Sviluppo rurale verso il 2020”. Sul piano economico, una produzione alimentare redditizia; su quello ambientale, una gestione sostenibile delle risorse naturali e azione per il clima; su quello territoriale, uno sviluppo equilibrato. Tre sfide, tre obiettivi strategici dalla quale discenderanno gli obiettivi operativi.

Sulla relazione si è aperto un dibattito al quale hanno preso parte i rappresentanti di Confagricoltura, Coldiretti, CIA, Legacoop, Kmecka zveza. Ha tratto le conclusioni il dott. Colleluori, che cogliendo anche alcuni spunti critici ha invitato a vedere il classico bicchiere “mezzo pieno” e non solo l’altra metà; e ha rivolto un appello alle organizzazioni “a essere presenti in questa fase di elaborazione, guardando anche all’interesse più generale del settore, non alla singola azienda o categoria”.