Fisco: presentati i dati medi dei redditi dei lavoratori autonomi

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Bortolussi: “i contribuenti congrui, ovvero l’80% del totale, dichiarano redditi pari al doppio di quelli medi calcolate dalle Finanze”

La pressione fiscale, a seguito delle manovre correttive dell’anno scorso, quest’anno balza “al 45,09% dal 42,4% del 2011” Questa la stima indicata da Claudio Siciliotti presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti in contemporanea con la presentazione dei dati di gettito tributario da parte di società e professionisti nel 2011. Per Siciliotti questo “è il maggior scalone fiscale della storia dell’Italia repubblicana”, secondo cui l’incremento della pressione fiscale di quest’anno “è riconducibile per il 55,5% al Governo Berlusconi e per il 44,4% al Governo Monti”, mentre l’anno prossimo e i successivi la pressione fiscale si attesterà tra il 45,5 e il 46%.

Quanto ai dati reddituali presentati dalle Finanze, per quanto riguarda le società di persone, le dichiarazioni pervenute nel 2011, relative all’anno d’imposta 2010, sono 993.284 evidenziando una diminuzione del numero di dichiaranti pari all’1,28%, in linea con l’andamento dell’anno precedente e coerente con il corrispondente incremento del numero delle società di capitali negli ultimi anni. Il reddito medio dichiarato dalle società di persone, pari a 41.960 euro, subisce un incremento dello 0,41% rispetto all’anno precedente (in controtendenza alla contrazione di circa il 6,78% del 2009 rispetto al 2008). Tra i settori economici l’incremento più rilevante del reddito d’impresa si è registrato nel settore manifatturiero (+3,12% pari al 72% dell’incremento totale), nel settore attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+2,91%) e nel settore attività immobiliari (+2,14%), mentre il settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio è stabile (+0,20%). Di converso, il settore edile continua registrare una contrazione (-2,03%).

Quanto ai lavoratori autonomi, i redditi variano a seconda del settore, passando dai 6.510 euro medi degli istituti di bellezza ai 318.190 euro dei notai. Una forchetta notevole, che ha sollecitato la riflessione della Cgia di Mestre che rivede i dati sui redditi dei lavoratori autonomi presentati dal Dipartimento delle Finanze. “Sia chiaro – esordisce Giuseppe Bortolussi, segretario della Cgia di Mestre – i redditi medi presentati dagli uffici delle Finanze sono corretti. Tuttavia, se si prende in considerazione solo quelli dei contribuenti congrui con ricavi superiori ai 30.000 euro, che costituiscono l’80% del totale degli imprenditori e dei lavoratori autonomi sottoposti agli studi di settore, i redditi di questi ultimi raddoppiano, o quasi. Da sottolineare che per contribuenti congrui si intendono quelli che dichiarano ricavi almeno pari a quanto viene loro richiesto dal Ministero delle Finanze attraverso gli studi di settore”.

Alcuni esempi? Se il reddito medio degli istituti di bellezza è pari a 6.510 euro, quello dei congrui è di 11.390 euro. Se i sarti dichiarano un reddito medio di 8.170 euro, i contribuenti congrui arrivano a toccare i 18.380 euro. Idem per i negozi di abbigliamento e di scarpe: il dato medio è di 8.600 euro, i congrui arrivano a dichiarare 18.660. Anche per le categorie che sono finite nel mirino della critica, le differenze tra il dato medio e quello dei contribuenti congrui con più di 30.000 euro di ricavi sono evidenti. I taxisti passano da 14.750 euro a 19.200 euro di reddito (+30,1%), gli alberghi/affittacamere da 14.690 a 25.950 euro (+76,6%) e i bar e le gelaterie da 16.780 a 22.380 (+33,3%).

“Infine – conclude Bortolussi – oltre a questa variabile, i dati medi sono condizionati anche dalle forti differenze presenti tra Nord e Sud del Paese. Si pensi che il reddito della Regione più ricca, il Trentino Alto Adige, è pari al doppio di quello della Regione più povera, la Calabria.”


STUDI DI SETTORE: REDDITI 2011

Categoria

Tutti i contribuenti(1)

Contribuenti con ricavi al di sopra dei 30.000 euro congrui

Numero

Reddito medio (*)

Reddito medio

Istituti di bellezza

20.729

6.510

11.390

Sarti

2.584

8.170

18.380

Negozi di abbigliamento e scarpe

84.043

8.600

18.660

Tintorie e lavanderie

13.516

9.740

17.860

Negozi di giocattoli

12.456

10.720

19.590

Profumerie

8.467

11.530

19.350

Pellicciai

1.416

12.210

23.770

Parrucchieri

66.851

12.580

17.730

Fiorai

13.292

12.720

17.070

Pescherie

4.993

13.280

16.470

Servizi di ristorazione

92.581

14.330

21.950

Alberghi e affittacamere

31.486

14.690

25.950

Taxi

20.032

14.750

19.200

Autosaloni

13.446

14.790

27.130

Stabilimenti balneari

5.880

15.420

21.160

Bar e gelaterie

104.481

16.780

22.380

Gioiellerie

17.349

17.020

25.010

Negozi di alimentari

60.718

17.130

22.060

Macellerie

25.535

17.330

20.140

Pasticcieri

13.336

18.860

25.450

Imbianchini e muratori

149.125

22.900

32.320

Meccanici

65.880

24.710

32.670

Fornai

24.887

25.060

29.230

Architetti

55.645

29.640

50.980

Sale da gioco e biliardo

3.297

55.290

81.100

Avvocati

107.440

57.610

86.920

Commercialisti e contabili

88.296

61.270

78.820

Studi Medici

108.214

69.820

83.690

Farmacie

15.556

109.720

115.520

Notai

4.306

318.190

344.220

30.090

43.200

Si tratta di tutti i contribuenti soggetti agli studi di settore

Estrapolazione: Ufficio Studi CGIA di Mestre su dati Ministero dell’Economia e delle Finanze