Ripartizione fondo ODI, polemiche sulle modalità di elargizione

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pab luis durnwalder 1Crescono le proteste dei comuni esclusi. Durnwalder: “non paghiamo se non ci viene assicurato che i nostri fondi vengono spesi solo per i comuni confinanti con l’Alto Adige”. Brancher: “una posizione miope ed egoista, che va contro lo spirito di sussidiarietà e federalista del fondo”

Attorno alla ripartizione delle risorse economiche del fondo ODI destinato a mitigare le tensioni sociali ed economiche con i comuni limitrofi alle province autonome di Trento e di Bolzano monta di giorno in giorno la polemica. Durante la consueta riunione della giunta provinciale di Bolzano, il presidente Luis Durnwalder ha sparato ad alzo zero: “non vogliamo che i 40 milioni messi a disposizione dalla provincia di Bolzano finiscano in progetti che nulla hanno a che fare con il nostro territorio”.

Per Durnwalder l’Accordo di Milano che regola il finanziamento dell’autonomia prevede che le Province di Bolzano e di Trento investano ogni anno 40 milioni di euro a testa per agevolare uno sviluppo più armonico dei comuni di confine per evitare tensioni sociali ed economiche, che recentemente sono sfociate nelle richieste di passaggio di comuni e province dalle regioni Lombardia e Veneto a quella del Trentino Alto Adige. “In tutto i comuni confinanti con l’Alto Adige sono 7 – ha spiegato il Durnwalder – mentre in Trentino si arriva a 42. Siamo d’accordo che i benefici dei progetti finanziati con i soldi messi a disposizione dalla provincia di Bolzano ricadano anche sulle zone attigue e quelle di confine, ma non possiamo certo accettare che con i fondi altoatesini si finanzino progetti in provincia di Vicenza, di Verona o di Brescia”.

All’epoca dell’istituzione del fondo ODI, la provincia di Bolzano aveva accettato di far confluire in un fondo unico il denaro proveniente da Trento e da Bolzano, salvo ora mutare atteggiamento: “il problema – ha sottolineato Durnwalder – è che i 40 milioni messi a disposizione dall’Alto Adige possono essere utilizzati per finanziare progetti lontani dal nostro territorio, senza tenere nella dovuta considerazione i comuni del bellunese e della provincia di Sondrio, con i quali sono da tempo avviati contatti per iniziative comuni nel campo delle piste ciclabili, degli impianti di risalita e della viabilità. Se queste condizioni non cambieranno la Provincia di Bolzano non verserà i fondi previsti, e siamo pronti a fare ricorso”.

Al belligerante Durnwalder hanno fatto eco i sindaci veronesi di Boscochiesanuova, Erbezzo, Ferrara di Monte Baldo e Selva di Progno che nella sede della provincia di Verona hanno protestato sulle modalità di ripartizione delle risorse del fondo ODI, trovando sostegno anche nel presidente della provincia scaligera Giovanni Miozzi, che auspica una profonda revisione del sistema di distribuzione. Sulla stessa lunghezza d’onda anche il consigliere regionale veneto Sergio Reolon che critica l’esclusione d’intere aree, come il Cadore e l’altopiano di Asiago, dalla partecipazione alla ripartizione del gruzzolo.

aldo brancher 1Alle critiche, risponde il presidente del fondo ODI, il deputato Aldo Brancher: “siamo alle solite, con le proteste di chi non viene beneficiato dalla pioggia di denaro pubblico. Il Fondo ODI è nato per assicurare un investimento sulla base di precisi criteri fissati dalla legge e applicati da una società dello Stato completamente indipendente dal fondo ODI, che stila una graduatoria di merito che poi il fondo va a finanziare sulla base delle disponibilità”. Per Brancher “se qualcuno non è soddisfatto della normativa vigente può attivarsi per farla cambiare, ma fino allora io sono tenuto ad applicare la norma”. Quanto ai propositi di Durnwalder di non pagare, Brancher liquida tale posizione “come un irresponsabile comportamento egoistico dell’Alto Adige e dei 7 comuni confinanti: il fondo è nato in un’ottica federalista e di sussidiarietà e non è possibile che sei soli comuni si spartiscano 40 milioni, lasciando agli altri 42 comuni i rimanenti 40 milioni. Fomentare questi comportamenti non porta da nessuna strada, se non ad accentuare le polemiche e le rivendicazioni, comprese quelle ingiustificate ed egoistiche di pochi a danno di tanti”.