Lo conferma uno studio della Cgia di Mestre
Probabilmente molti lo sapevano già osservando i dati fiscali della propria azienda, ma ora c’è la conferma ufficiale: in Italia non solo c’è una pressione fiscale sulle imprese che in percentuale sui profitti è pari al 68,6%, dato che non ha eguali in tutta Europa e che non è riscontrabile nemmeno tra i grandi paesi industriali extra Ue, come conferma un’elaborazione della Cgia di Mestre su dati della World Bank “Doing Business 2011″.
Secondo il segretario dell’organizzazione imprenditoriale artigiana Giuseppe Bortulussi “se, come giustamente dichiara il neopresidente di Confindustria Squinzi, la pressione fiscale sulle imprese italiane è superiore al 68%, rispetto alla media Ue le nostre aziende registrano un carico di tasse e contributi pari a 24,4 punti in più. Comunque, niente a che vedere con i 39,4 punti che scontiamo in più rispetto alle aziende canadesi e i 31,3 nei confronti di quelle del Regno Unito. Rispetto alle aziende statunitensi, invece, il nostro maggior carico fiscale è di 21,8 punti, che scende a 20,4 quando ci confrontiamo con la media tedesca, per raggiungere i 20 punti quando il confronto è fatto con il dato medio che grava sulle aziende giapponesi”.
Per il 2012 la situazione rischia addirittura di peggiorare. “E’ vero – dice Bortolussi – che è stata introdotta l’Ace ed è stato alleggerita l’Irap, ma con l’introduzione dell’Imu, il ritocco all’insù delle addizionali regionali Irpef, l’aumento delle accise sui carburanti e l’incremento dell’Iva, l’Italia rischia di ritrovarsi con un carico fiscale da mettere in ginocchio anche quei pochi imprenditori che non hanno ancora risentito della crisi”. Che fare? In attesa che il Governo Monti si dia una regolata per evitare che l’Italia conosca una colossale crisi imprenditoriale causata da eccesso di pressione fiscale e burocratica, è opportuno valutare con attenzione alcuni “paradisi” che rispettano l’imprenditore e l’impresa, evitando un fisco da rapina: Danimarca, Islanda e Lussemburgo sono ben sotto il 30% di prelievo.
Confronto Italia altri Paesi su pressione fiscale sulle imprese in % sui profitti (ANNO 2011)
MAGGIORE PRESSIONE FISCALE PRESENTE IN ITALIA RISPETTO MEDIA DEI SINGOLI PAESI |
|
CANADA |
+39,4 |
REGNO UNITO |
+31,3 |
MEDIA UE 27 |
+24,4 |
STATI UNITI |
+21,8 |
GERMANIA |
+20,4 |
GIAPPONE |
+20,0 |
FRANCIA |
+2,8 |
Elaborazione CGIA su dati World Bank “Doing Business 2011”
La pressione fiscale sulle imprese (2011) |
|
Paese |
in % sui profitti |
Italia |
68,6 |
Francia |
65,8 |
Belgio |
57,0 |
Spagna |
56,5 |
Austria |
55,5 |
Svezia |
54,6 |
Ungheria |
53,3 |
Rep. Ceca |
48,8 |
Slovacchia |
48,7 |
Giappone |
48,6 |
Germania |
48,2 |
Australia |
47,9 |
Grecia |
47,2 |
Stati Uniti |
46,8 |
Finlandia |
44,6 |
Portogallo |
43,3 |
Polonia |
42,3 |
Norvegia |
41,6 |
Paesi Bassi |
40,5 |
Regno Unito |
37,3 |
Slovenia |
35,4 |
Nuova Zelanda |
34,3 |
Israele |
31,7 |
Svizzera |
30,1 |
Corea del Sud |
29,8 |
Canada |
29,2 |
Danimarca |
29,2 |
Islanda |
26,8 |
Irlanda |
26,5 |
Lussemburgo |
21,1 |
Media UE (27)* |
44,2 |
*media semplice elaborata dalla CGIA Fonte: World Bank “Doing Business 2011” |