Pavan Bernacchi: “basta tasse sull’auto che uccidono un comparto che dà lavoro a 1.200.000 persone”
Il sasso lanciato nello stagno dell’asfissiante tassazione che regna sul comparto automobilistico da Aci che per il 6 giugno prossimo ha indetto lo sciopero della benzina inizia a fare adepti: Federauto aderisce con entusiasmo al’iniziativa. La Federazione, a nome di tutti i concessionari dei marchi commercializzati in Italia, ritiene insostenibili gli aumenti dei prezzi alla pompa segnati negli ultimi mesi, saliti di oltre il 20% in un anno. Per questo motivo, Federauto invita tutti i propri concessionari, le officine, gli autosaloni, a praticare il 6 giugno lo sciopero della benzina, rivolgendo l’appello anche ad altre categorie, quali pescatori, rappresentanti, aziende, trasportatori e altro, che a vario titolo hanno subito una serie di misure, costo dei carburanti in testa, che hanno reso proibitivo l’acquisto e l’uso degli autoveicoli, sia per lavoro che per il tempo libero.
Federauto ricorda come il comparto dell’auto (che rappresenta l’11,4% del PIL italiano, contribuisce con il 16,6% al gettito fiscale nazionale e dà lavoro a 1.200.000 persone) vive da 18 mesi una crisi senza precedenti, con una perdita secca nel primo quadrimestre del 20,2% sui numeri già scarsi del 2011 – il primo anno in cui si è scesi sotto la soglia dei 2.000.000, numero ritenuto la soglia minima per la sopravvivenza della filiera italiana dell’automotive, ulteriormente aggravato dai provvedimenti presi dal Governo Monti.
Il presidente di Federauto, Filippo Pavan Bernacchi è categorico: “da tempo Federauto dice ‘basta’ ai disincentivi sull’auto, pratica che sembra essere la preferita degli ultimi Governi, ma in particolare da questo. Ricordiamo l’aumento delle accise, dell’IPT, la tassa sugli pneumatici, il superbollo per le auto prestazionali, l’Iva, l’RC, ma mi verrebbe da dire l’aria che respiriamo. Perciò aderiamo con convinzione all’iniziativa annunciata ieri dal presidente dell’ACI, Angelo Sticchi Damiani”.
Insieme all’Aci, i concessionari italiani si pongono quindi a fianco dei consumatori contro le tasse, tasse, e ancora tasse, che si sono abbattute come uno tsunami sugli autoveicoli, i loro proprietari, gli utilizzatori e le aziende, mettendo seriamente a rischio la competitività del sistema economico italiano.