La regione Veneto ha una nuova legge sull’esercizio associato dei servizi comunali

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Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti.
Veneto roberto Ciambetti 1Ciambetti: “in questo modo si aumenta l’efficienza riducendo gli sprechi senza creare nuovi organismi”

Da poche ore, la regione del Veneto ha una nuova legge in fatto di esercizio associato di funzioni e di servizi comunali: soddisfatto l’assessore regionale Roberto Ciambetti: “ottimizzazione delle risorse finanziarie e umane, piena applicazione dei principi di efficienza e di economicità, rispetto delle identità comunitarie, salvaguardia delle esperienze di gestione coordinata che già hanno espresso la loro validità: sono questi i capisaldi della legge appena varata, grazie alla quale ora possiamo organicamente riorganizzare le funzioni dei comuni veneti”.

Per Ciambetti “alla luce dell’ormai cronica scarsità di risorse pubbliche, la gestione associata di servizi in quelle realtà territorialmente omogenee ma amministrativamente frammentate, appare come una soluzione irrinunciabile”.

Basti questo dato: quasi la metà, cioè 277 dei 581 comuni veneti, sono di fatto obbligati alla gestione associata, in quanto la loro popolazione è inferiore a 5.000 abitanti (quelli in pianura) e a 3.000 abitanti (quelli nelle aree montane).

“La nostra Regione – prosegue l’assessore – è già impegnata da anni sul fronte dell’associazionismo comunale, anticipando anche la normativa nazionale. Ne è esempio l’esperienza diffusa nel Veneto dei consorzi di polizia locale: molti comuni, specie quelli di piccole dimensioni, impossibilitati dalle enormi difficoltà economiche ad assolvere ai propri compiti, si sono consorziati, con gli aiuti e gli incentivi della Regione”.

L’assessore rileva inoltre che particolare attenzione è stata dedicata alla specificità dell’area montana. I comuni ricadenti in quest’area possono derogare al limite demografico associativo minimo di 5.000 abitanti che l’insieme dei comuni deve raggiungere, purché le funzioni siano esercitate da almeno cinque comuni. A ciò si aggiunga che per non disperdere le preziose esperienze associative maturate a livello territoriale in questi anni, la legge prevede di salvaguardare le Unioni di comuni esistenti alla data di entrata in vigore della stessa, se adeguatamente dimensionate. In via transitoria, i comuni montani possono continuare per tutto il 2012 ad esercitare le funzioni e servizi in forma associata, tramite la comunità montana di appartenenza.

“E’ doveroso sottolineare – ha concluso l’assessore – che l’iter che ha portato all’approvazione di questa legge è stato compiuto in stretto e costante rapporto e confronto con i rappresentanti delle autonomie locali, con i quali la Regione continuerà a dialogare per creare le migliori condizioni possibili, nonostante il difficile momento che stiamo attraversando, affinché gli enti più vicini ai cittadini possano svolgere quel ruolo difficile ma insostituibile assicurato sino ad oggi”.