Alto Adige, solo crescita moderata per l’economia provinciale nel 2012

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Presentati i dati dello studio realizzato dalla Camera di commercio di Bolzano. Preoccupa l’andamento del settore turistico

La Camera di commercio di Bolzano ha presentato i dati relativi all’economia dell’Alto Adige nel 2011 alla presenza dei vertici nazionali di Unioncamere. Ne emerge un quadro tendenzialmente negativo, specie per quanto riguarda il turismo, che preoccupa gli amministratori provinciali. L’economia internazionale cresce a ritmo rallentato rispetto all’anno scorso e l’Europa è ferma. Il taglio ai debiti della Grecia ha calmato i mercati finanziari e nella crisi finanziaria il peggio sembra essere passato. Le aspettative reddituali delle imprese altoatesine per il 2012 calano in otto su nove settori e quindi anche per l’economia in complesso, ma restano comunque nettamente superiori all’anno della crisi 2009. Per l’Alto Adige si delinea per il 2012 una crescita economica modesta, nell’ordine di mezzo punto percentuale al massimo.

Di seguito, i dati relativi al 2011, suddivisi in un quadro internazionale e in un dettaglio riguardante l’Alto Adige.

A livello internazionale, la ripresa dell’economia mondiale in corso nel 2010 è proseguita anche all’inizio del 2011. Il quadro economico complessivo è stato dominato da una forte eterogeneità, come dimostrato anche dai differenti tassi di crescita economica. Nella seconda metà dell’anno la crescita globale è rallentata. Motori trainanti dell’economia mondiale sono stati ancora i paesi emergenti, che nel 2011 hanno registrato un tasso medio di crescita economica pari a +6,3%. L’andamento economico del Giappone è stato segnato nel primo semestre dal terremoto e dalle sue conseguenze. Nei mesi successivi il paese è riuscito comunque a riprendersi abbastanza velocemente dal punto di vista economico.

Nel complesso, l’area economica europea nel primo semestre ha registrato una ripresa. Già all’inizio dell’anno si sono notate però forti discrepanze tra i singoli stati membri. La performance economica di Irlanda e Grecia, ad esempio, è calata del 10%, mentre altri paesi, in particolare la Germania e l’Austria, hanno registrato una ripresa. Con l’inasprirsi della crisi dell’euro e la politica fiscale più restrittiva è subentrato un evidente rallentamento dell’andamento congiunturale. Nel corso dell’anno la crisi debitoria si è trasformata per i paesi PIGS (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna) e per l’Italia in una crisi di liquidità. L’aumento dei premi di rischio sui titoli di stato ha evidenziato una perdita di fiducia. Il tasso di interesse per titoli di stato decennali di Portogallo, Irlanda e Grecia ha superato in alcune fasi ampiamente la soglia del 10%. Solo grazie agli aiuti dell’Eurozona è stato possibile garantire di nuovo liquidità ai paesi. L’Istituto Ifo di Monaco rileva per il 2011 i seguenti tassi di crescita economica: economia mondiale +2,8%; Stati Uniti +1,7%; Cina +9,0%; UE27 +1,6%, Germania +3,0%; Austria +3,2%; Italia +0,7%. A conclusioni simili è arrivato anche l’Istituto di ricerca Prometeia di Bologna.

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In Alto Adige dall’analisi dei dati sull’economia provenienti dalle varie fonti statistiche risulta un’economia altoatesina prevalentemente solida nel 2011, seppure con qualche punto debole.

Uno degli aspetti positivi è che l’economia altoatesina ha continuato a creare posti di lavoro, anche se in misura inferiore rispetto agli anni precedenti. Per quanto concerne la cassa integrazione ordinaria, la situazione ha continuato ad attenuarsi nel corso dell’anno. Il tasso di disoccupazione annuo, pari al 3,3%, è rimasto a un livello basso. Il commercio con l’estero è riuscito a migliorare anche nel 2011 il risultato dell’anno precedente. Rispetto al 2010 il turismo ha registrato un aumento dei pernottamenti pari a +1,1%, dimostrando di essere un’importante colonna congiunturale. Il settore dei trasporti ha segnalato di nuovo una ripresa, quantomeno nel primo semestre. Sul mercato dei crediti è aumentata soprattutto la richiesta di crediti ai privati, in misura inferiore quella di crediti alle imprese.

L’andamento congiunturale altoatesino del 2011 è stato segnato però anche da qualche fattore negativo. Il numero di concessioni edilizie ha registrato un netto calo. Il trasporto pesante interno all’Alto Adige è leggermente sceso, segno di una dinamica interna debole. Più moderata rispetto agli ultimi anni è stata anche la dinamica delle imprese neocostituite. È calato il numero di iscrizioni di imprese, mentre sono rimaste stabili le cancellazioni. Il saldo è stato comunque ancora positivo.

Dal lato dei consumatori, il clima di fiducia in Alto Adige risultava in tutte e quattro le rilevazioni superiore alla media registrata per l’UE e nettamente superiore a quella dell’Italia, ma inferiore al valore registrato in Germania. In Austria il buon clima di fiducia dei consumatori registrato all’inizio del 2011 è nettamente calato nel corso dell’anno, fino a scendere a ottobre 2011 sotto il valore altoatesino.

Per quanto concerne le imprese, il 79% di esse ha dichiarato di aver realizzato redditi positivi nel 2011. Le cooperative agricole sono state, in misura attenuata nella viticoltura, quasi sempre soddisfatte dei prezzi erogati al produttore. Si sono distinti positivamente il commercio al dettaglio (indice: 89) e il settore alberghiero e della ristorazione (86). Sono rimasti nella media i giudizi dell’edilizia e dei servizi (78), del commercio di veicoli e dei trasporti (77). Più contenuti sono stati invece i valori del settore manifatturiero (71). I giudizi più bassi sono arrivati dal commercio all’ingrosso (64).

Alla domanda su quali eventi abbiano caratterizzato maggiormente il 2011 dal punto di vista economico, è stato indicato prevalentemente il contesto internazionale incerto a causa della crisi finanziaria. Sono passati in primo piano anche i maggiori costi di produzione, dovuti soprattutto all’aumento dei prezzi dei carburanti. Una risposta sempre frequente è la preoccupazione per la domanda rallentata ovvero per la carenza di ordini. Seguono al quarto posto fenomeni legati alla crisi finanziaria quali i problemi di liquidità, la morale dei pagamenti in calo o la difficoltà negli incassi, seguiti dal carico che grava sulle imprese per oneri di natura fiscale, burocratica e legati alla sicurezza sul lavoro o ad altre normative.

Fin qui il 2011: cosa si prevede per il 2012?

A livello internazionale, l’economia mondiale continuerà a crescere anche nell’anno in corso, ma la crescita si attenuerà dal +3,3% del 2011 al +2,5%. I paesi emergenti continuano a essere la forza trainante per la crescita economica mondiale. Per contro, dovrebbe lievemente rafforzarsi la crescita negli Stati Uniti (da +1,7% nel 2011 a +1,9% nel 2012). Nell’anno in corso il vero problema è l’Europa, soprattutto perché verranno a mancare i motori trainanti della crescita che avevano influito positivamente sul 2011: Germania e Austria dovrebbero raggiungere nel 2012 solamente una crescita economica di +0,4%. L’Italia cadrà probabilmente in recessione con un -0,6% dovuto ai tagli della politica fiscale. L’Istituto Ifo stima per l’area UE27 una crescita modestissima di +0,2%. L’andamento congiunturale europeo sarà rallentato soprattutto dalle vaste misure di consolidamento deliberate dai paesi con gravi problemi di indebitamento. Il peso che grava sulle famiglie attenuerà i consumi, mentre alle imprese verrà a mancare una parte della domanda pubblica. Inoltre, la persistente prudenza delle banche rende più difficile l’accesso al credito, con ripercussioni sulla dinamica degli investimenti. Il taglio ai debiti della Grecia di inizio marzo 2012 ha per il momento calmato i mercati finanziari. Crescono quindi le previsioni di una stabilizzazione della crisi. La politica monetaria delle banche centrali continuerà a essere indirizzata all’espansione. Le condizioni di finanziamento per potenziali investitori saranno pertanto estremamente favorevoli anche nel 2012. A causa dell’eccesso di offerta nelle principali economie la situazione sul mercato di lavoro dovrebbe ancora lievemente peggiorare. Le previsioni dell’Istituto Ifo per il 2012 si fondano su un prezzo medio del petrolio greggio stimato in 111 dollari statunitensi e su un cambio medio di 1,30 dollari per un euro.

In Alto Adige, all’inizio del 2012 il clima di fiducia dei consumatori altoatesini risultava nuovamente in calo. Nel mese di gennaio l’andamento negativo è stato addirittura più marcato che negli altri paesi europei. Il livello di fiducia rilevato a gennaio in Alto Adige era superiore alla media UE e dell’Italia, ma inferiore ai valori di Germania e Austria. In Italia, nei mesi di febbraio e marzo il clima di fiducia dei consumatori è di nuovo migliorato. Le aspettative delle imprese altoatesine per il 2012 sono caratterizzate nuovamente da prudenza. Il calo dell’indice di fiducia è comunque molto meno marcato rispetta all’anno della crisi 2009. Per il 2012 il 75% delle imprese intervistate si attende redditi positivi: il 13% buoni e il 62% soddisfacenti. La quota di imprese che prevede redditi negativi si attesta sul 25%. L’attenuazione delle aspettative reddituali non vale solo per l’economia in generale, bensì anche in modo differenziato per otto settori su nove.

Particolarmente alta risulta la fiducia delle cooperative agricole per quanto riguarda l’andamento positivo dei prezzi al produttore (indice 95). Anche le aspettative dei servizi (83) sono alte. Nella media complessiva si muovono il commercio al dettaglio (76), il commercio all’ingrosso e il settore manifatturiero (74). Più attenuate sono le aspettative dei trasporti e dell’edilizia (70). Relativamente contenute risultano le previsioni del settore alberghiero e della ristorazione e del commercio di autoveicoli e riparazioni (62).

Per quanto riguarda i 43 comparti analizzati la situazione è la seguente: in 23 di essi oltre il 75% degli intervistati si aspetta per il 2012 redditi positivi. In 16 la percentuale scende, ma rimane comunque superiore al 50%. In quattro comparti le previsioni sono invece prevalentemente negative. Si tratta dei settori stampa e grafica, produzione di articoli sportivi e per il tempo libero, bar e caffè e il commercio al dettaglio di tessili e abbigliamento. Rimane difficile la situazione per l’autotrasporto e le attività immobiliari.

Dalle risposte delle imprese alla domanda su quali saranno le maggiori sfide nel 2012, si evince che sono i prezzi di vendita ovvero il tentativo di aumentarli i temi che preoccupano maggiormente le aziende. Seguono le difficili condizioni quadro generali, come ad esempio il peso dovuto a oneri fiscali e burocratici, relativi alla sicurezza sul lavoro e ad altre normative. Al terzo posto c’è l’incertezza dell’economia reale e di quella finanziaria che regna sui mercati internazionali. Come l’anno scorso le imprese ritengono fondamentale investire nella qualità di prodotti e servizi e nell’innovazione di prodotti e processi. Rispetto all’anno precedente sono invece diminuite le segnalazioni relative alla preoccupazione di assicurarsi la domanda. Sono in aumento aspetti come la stabilità finanziaria e il miglioramento della liquidità.

Andamento PIL nel 2011 e previsioni per il 2012

Prima la buona notizia: nel 2012 l’economia mondiale crescerà del +2,5%. Il problema invece è che l’Europa sarà praticamente ferma (+0,2%). Gli impulsi esterni per l’andamento congiunturale altoatesino dovrebbero quindi attenuarsi. La crisi debitoria, il differenziale tra titoli di stato dei paesi colpiti dalla crisi ed eventuali turbolenze sui mercati delle materie prime rendono insicure non solo le imprese, ma anche i consumatori. Dall’altro lato le borse stanno tendendo, dall’inizio dell’anno, di nuovo verso l’alto, in alcuni paesi europei la fiducia delle imprese sta risalendo e dopo il taglio ai debiti della Grecia il peggio della crisi finanziaria sembra essere passato. Il clima di fiducia presso le imprese altoatesine è sempre prevalentemente buono: tre imprese su quattro prevedono di chiudere il 2012 in positivo. Ciò nonostante l’indice di fiducia è calato non solo per l’economia in generale, ma anche in otto su nove settori dell’economia altoatesina. I dati fondamentali prevedono comunque solidità per l’economia altoatesina.

Valutate tutte le informazioni disponibili, l’Istituto di Ricerca Economica della Camera di commercio di Bolzano stima per l’economia altoatesina una crescita economica nel 2011 che oscilla tra l’1 e l’1,5 percento, confermando così la propria previsione sulla crescita 2011 formulata a novembre dello scorso anno, un valore decisamente superiore a quello medio italiano.

Secondo la stima dell’IRE, nel 2012 l’indebolimento della dinamica congiunturale a livello europeo sfiorerà anche l’Alto Adige. Nell’anno in corso l’economia altoatesina non cadrà comunque in recessione, mantenendo una crescita leggermente positiva. In altre parole: secondo le informazioni disponibili a tutt’oggi l’economia altoatesina nel 2012 dovrebbe realizzare una modesta crescita nell’ordine di mezzo punto percentuale al massimo.

Preoccupato per l’andamento del settore turistico l’assessore della provincia di Bolzano, Hans Berger: le aspettative di calo degli utili delle imprese del comparto “impone la necessità di avere maggiore visibilità sui mercati per poter mantenere lo standard di arrivi conquistato”. A raggiungere questo obiettivo “contribuiscono un rafforzamento delle iniziative nel settore del marketing turistico e la disponibilità dei mezzi necessari grazie al nuovo sistema di finanziamento del settore”, ribadisce Berger che sottolinea la necessità di “investire tutti insieme per garantire un futuro più sicuro al nostro turismo se vogliamo continuare ad essere una delle destinazioni più ambite”.