Etica e legalità per un’impresa sostenibile

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Vincenzo Boccia presidente Piccola industria confindustria 1Convegno promosso da Piccola industria di Confindustria Veneto circa un nuovo modello di sviluppo imprenditoriale

La Piccola industria di Confindustria Veneto, presieduta da Alberto Baban, ha promosso un appuntamento dedicato ai temi dell’etica e della legalità per lo sviluppo delle imprese, cui hanno partecipato Ivan Lo Bello, presidente uscente di Confindustria Sicilia, monsignor Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni, Narni ed Amelia e Vincenzo Boccia, presidente nazionale Piccola Industria Confindustria, Paolo Cavalletto, consigliere Confindustria Venezia.

In Italia il 90% degli imprenditori finiti nella morsa dell’usura conta meno di 10 dipendenti, il 60% di loro sono commercianti, ristoratori, artigiani o imprenditori che lavorano nei settori dell’edilizia e dei servizi e la loro età media è compresa tra i 49 e i 55 anni. La crisi economica e la difficoltà di accesso al credito hanno accentuato il fenomeno del ricorso all’usura, della penetrazione delle mafie, della crescita del sommerso anche nel Nord Est, un territorio che fino a ieri era meno esposto a questi fenomeni, dando spazio all’usura e all’infiltrazione della criminalità organizzata. Confindustria da tempo si sta battendo per il rating antimafia e un rating creditizio per le aziende che adottano codici anticorruzioni o denunciano il racket delle estorsioni.

Confindustria Sicilia presidente Ivan Lo Bello“L’Italia ha grande necessità di ricostruire un’etica pubblica” dichiara Ivan Lo Bello, presidente uscente di Confindustria Sicilia, che è stato protagonista di un incontro con oltre trecento studenti delle scuole medie e superiori sull’importanza del tema della legalità nella sede del Polo Economico Gritti-Foscari di Mestre, che sottolinea come “proprio partendo dai giovani possiamo pensare di costruire un Paese migliore insegnando alle nuove generazioni quel senso etico che negli ultimi decenni è andato sempre più indebolendosi. Per raggiungere quest’obiettivo occorre superare la diffusa logica che vede l’interesse particolare prevalere sul bene generale. Il rapporto tra etica e impresa deve basarsi su qualità sia morali sia etiche ma anche su processi economici e sociali. E’ un processo complesso che deve attingere una spinta propulsiva da profonde e necessarie trasformazioni, che ci consentano di colmare una situazione di grave ritardo nazionale”.

A Lo Bello ha fatto eco monsignor Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni, Narni ed Amelia: “non basta essere onesti, ci vuole una visione di società per capire che direzione intraprendere. La mancanza di visione è il problema di oggi, del nostro Paese, dell’Europa. Un etica solo comportamentale e non legata allo sviluppo della società porta a cortocircuiti terribili. Se ci aggiungiamo l’individualismo è chiaro che il conflitto è dietro la porta. La politica è miope, si parla delle riforme istituzionali ma non si dibatte di che Italia vogliamo costruire per i nostri figli. Essere morali oggi non significa essere individualmente corretti ma essere responsabili del tutto”.

Secondo Vincenzo Boccia, presidente nazionale Piccola industria Confindustria, “etica e responsabilità sono questioni cardine nello sviluppo socioeconomico del nostro Paese e, per questo, devono essere oggetto di discussioni e riflessioni ma, soprattutto, di dimostrazioni concrete. Se chiedo rigore a tutto il sistema economico e politico devo essere il primo a realizzarlo”.

Alberto Baban, presidente della Piccola industria di Confindustria Veneto sottolinea come “il rischio infiltrazioni nel tessuto economico della nostra regione purtroppo oggi è molto alto. E’ inutile nascondersi la crisi economica, il credit crunch stanno accelerando la penetrazione di fenomeni di illegalità. Istituzioni, forze dell’ordine, associazioni di categoria e lavoratori devono lavorare uniti per combatterle, per denunciare questi fenomeni ma soprattutto per una crescita basata su legalità e trasparenza. La politica è miope, serve un nuovo ecosistema che, a partire dai ritardi nei pagamenti della PA, dall’assegnazione degli appalti pubblici, al diffuso clientelismo, sappia rinnovarsi in modo trasparente. Solo così ce la faremo. La guerra all’illegalità e alle mafie non è solo un fatto etico ma anche economico, che può aiutare le imprese a crescere, a competere nei mercati, garantendo al contempo anche un migliore sviluppo delle società”.

A conclusione, Paolo Cavalletto, consigliere Confindustria Venezia dice che “interrogarsi e porre relazioni tra etica, impegno civile e imprese ritengo sia atto di grande valore e premessa di orientamenti e scelte pratiche non solo umanamente degne ma anche imprenditorialmente efficaci. Solo quando si attua il vero bene si assicura all’impresa quella ragionevolezza che è la condizione della sua solidità e dei suoi frutti duraturi”.