83 produttori (67 dei quali presenti nell’area collettiva), con alfiere il Trentodoc
Le cantine trentine presenti all’edizione 2012 del Vinitaly in programma a Verona a partire da domenica prossima sono 83 (di cui 67 presenti all’interno nell’area comune coordinata dalla provincia di Trento assieme alla Camera di commercio; gli altri 16 hanno preferito presenze autonome negli altri spazi della fiera), a cui affiancare le eccellenze della gastronomia locale, con fiore all’occhiello ancora il Trentodoc.
Tra le novità l’area gastronomica, con la proposta di assaggi di salumi e formaggi da alpeggio, insieme al pane trentino. Il Trentodoc, con le etichette delle aziende aderenti al marchio collettivo, sarà in posizione centrale nello stand istituzionale e nello spazio dell’Enoteca provinciale di Palazzo Roccabruna si troveranno i vini testimonial del territorio trentino, quali Nosiola, Müller Thurgau, Vino Santo, Marzemino e Teroldego. L’area istituzionale tornerà a essere nel padiglione 3, in circa 400 metri quadrati, con l’organizzazione dell’assessorato provinciale all’agricoltura e turismo, della Camera di commercio e di Trentino marketing e Trentino Sprint, rispettivamente società di promozione territoriale e per l’internazionalizzazione.
Non mancherà vicino all’area istituzionale, uno spazio per l’Istituto di Tutela della grappa del Trentino, così come uno per la Fondazione Edmund Mach, il centro di ricerca specializzato in agricoltura, che porterà le anteprime della vendemmia 2011. Novità saranno anche una saletta per le degustazioni con approfondimenti specifici, accanto ai consueti incontri commerciali dei produttori, ma anche l’apertura del concorso ‘Carta vini Trentodoc’, nato per premiare i ristoratori italiani che più credono in questo vino. Per la gastronomia, presenti le ‘Strade del vino e dei sapori del Trentino’ che troveranno spazio nella Cittadella della gastronomia della Fiera, per confezionare proposte sfiziose con i prodotti trentini più rappresentativi.
“Sarà un’ottima vetrina per i vini della terra trentina e un’occasione anche per dare visibilità ai prodotti ortofrutticoli” ha detto l’assessore all’agricoltura e al turismo della provincia di Trento, Tiziano Mellarini, presentando la partecipazione al Vinitaly di Verona assieme ad Elvio Fronza, presidente del Consorzio dei vini trentini e Adriano Dalpez, presidente della Camera di commercio, che hanno sottolineato come l’unità ritrovata dei produttori sia di buon auspicio per la visibilità del vino del Trentino, annunciando a breve che la presentazione del marchio di sostenibilità dei vini trentini, il primo territorio in Italia che si è dato forme di autodisciplina per fitofarmaci e fertilizzanti.
In occasione della presentazione, non è mancata una polemica sull’assegnazione del marchio ‘Trentodoc’ che la Camera di commercio ha annunciato di voler trasmettere gratuitamente al Consorzio dei vini trentini dopo averlo lanciato e fatto conoscere. L’Istituto Trentodoc (l’organismo che vigila sul rispetto del disciplinare della produzione spumantistica trentina, nato all’interno del Consorzio vini trentini) rivendica la titolarità del marchio omonimo collettivo. In una nota si afferma come “abbiamo appreso che il presidente della Camera di commercio ha annunciato il passaggio della titolarità del marchio collettivo Trentodoc al Consorzio tutela vini del Trentino. L’Istituto Trentodoc – prosegue la nota – ha avviato da tempo con Trentino Marketing-Consorzio Tutela Vini e Camera di Commercio la definizione di alcune questioni cruciali per la vita stessa dell’Istituto, quali ruolo-competenze e risorse. Tra questi aspetti, particolare rilievo per la legittimazione del ruolo dell’Istituto stesso, a livello locale ma soprattutto nazionale e internazionale, rivestiva la titolarità del marchio, infatti l’Istituto Trentodoc, con unanime e determinata decisione del Comitato ne aveva rivendicato alla Camera di commercio (in data 14 febbraio) la proprietà”. “Prendiamo atto – conclude l’Istituto – del diverso orientamento espresso dalla Camera di commercio e ci riserviamo di portare in Cda la discussione sulle conseguenze di questa scelta”. Se non è uno sgarbo voluto, quanto meno si palesa una scortesia istituzionale foriera di nuova tempesta sul mondo del vino trentino, questa volta quello con le bollicine.