Aumenti fino al 160% sulla fascia media per le PMI. Pavin: “penalizzato il manifatturiero. Servono criteri di gradualità ed efficienza energetica”. Griggio: “aggravio allarmante. Vanificato lo sforzo dei consorzi di negoziare prezzi vantaggiosi”
Cambiano le accise sui consumi di energia elettrica ed è stangata sulla fascia media delle Pmi. Con il nuovo regime in vigore dal 1 gennaio 2012, le aziende con consumi mensili tra 200.000 e 1,2 milioni di chilowattora (kWh) subiranno un aggravio record delle imposte, con punte del +160% rispetto al 2011. È quanto emerge dalla simulazione elaborata da Padova Energia, il consorzio di acquisto di Confindustria Padova, sull’effetto delle nuove disposizioni in materia di accise sui consumi di energia elettrica. Al centro delle novità la soppressione dell’addizionale provinciale (applicata solo sui primi 200.000 kWh di consumo) e il contestuale aumento dell’imposta erariale, da 0,31 a 1,21 centesimi di euro per kWh, applicata su tutte le utenze, con una redistribuzione dell’onere fiscale che avrà un aggravio netto sulle medie imprese, a fronte di benefici minimi per le piccole aziende e di esenzione totale per quelle energivore (sopra 1,2 milioni di kWh al mese).
“La norma non tiene in minima considerazione la vocazione manifatturiera del nostro Paese e il ruolo chiave della media impresa, in un contesto dove l’industria paga già un’elettricità superiore del 30% rispetto alla media europea – sottolinea il presidente di Confindustria Padova, Massimo Pavin -. L’aggravio dei costi è allarmante per tante realtà che con fatica stanno reagendo alla crisi e inaccettabile perché privo di progressività dell’accisa. Con effetti paradossali dal punto di vista dell’efficienza energetica, visto che per le imprese con consumi vicini alla soglia di esenzione, è più conveniente sprecare energia per beneficiare dell’esenzione, piuttosto che mantenere il proprio consumo”.
La proiezione sulle aziende consorziate a Padova Energia con consumi superiori al milione di kWh (161), evidenzia una stangata per circa metà di queste: 77 imprese tra i 49 e i 250 addetti che nel 2012 pagheranno nel complesso 1,7 milioni di euro in più di sole imposte (+40,79%) per effetto del nuovo regime. Il maggiore onere può arrivare in termini assoluti a dimensioni anche particolarmente importanti: un’impresa che consuma 1,2 milioni di kWh/mese si trova a pagare oltre 100.000 euro all’anno in più nel confronto con la situazione pre-riforma. Uno scenario da “allarme rosso” per i costi finali dell’energia, su cui Confindustria Padova chiede al Governo un intervento urgente.
“L’effetto dell’aumento delle accise porta a un incremento sul costo totale della bolletta che va dallo 0,4% a più del 5% – precisa Stefano Griggio, presidente del consorzio Padova Energia -. Un rincaro che rischia di vanificare il nostro sforzo di negoziare con i fornitori prezzi dell’energia più vantaggiosi, specie per le imprese meno strutturate per fare da sole. E che si aggiunge all’aumento del 12% in bolletta degli oneri di sistema A3, tra cui anche i sussidi alle rinnovabili, deciso a inizio anno dall’Autorità per l’energia e il gas. Oneri che già oggi pesano nelle fatture dell’energia elettrica quasi il 30% del totale”.
La simulazione del consorzio Padova Energia sugli effetti del nuovo regime di imposta sui consumi elettrici, mostra che fino a consumi mensili di 200.000 kWh le imprese avranno un risparmio del 2,42%. Appena superata quella soglia e per consumi mensili vicini a 300.000 kWh, il maggiore onere sarà del 30,11%, per arrivare al 77,42% con consumi superiori ai 500.000 kWh/mese (in valore assoluto 31.680 euro in più all’anno) e addirittura del +160,14% con consumi pari a 1,2 milioni di kWh/mese (107.171 euro in più all’anno). Varcata la soglia di 1,2 milioni di kWh/mese scatta l’esenzione totale (-100%) con un risparmio tra tassazione 2012 e quella 2011 di 22.320 euro all’anno.