La perdurante mancanza di precipitazioni durante l’inverno mette a rischio gli approvvigionamenti idrici potabili e per l’agricoltura
Veneto e Friuli Venezia Giulia metteranno in campo azioni comuni per affrontare la grave situazione di siccità che sta attanagliando il NordEst da tutto l’inverno. A tal fine sono stati attivati dei tavoli tecnici che nel giro di qualche giorno predisporranno una serie di indicazioni operative per consentire il massimo accumulo di acqua negli invasi e un sensibile contenimento dei consumi per tutte le utilizzazioni, da quelle irrigue a quelle domestiche.
La strategia di collaborazione è stata messa a punto nel corso di un incontro a Palazzo Balbi a Venezia, presieduto dall’assessore regionale veneto all’ambiente Maurizio Conte e dal vicepresidente e assessore all’ambiente della regione autonoma Friuli Venezia Giulia Luca Ciriani, insieme a Roberto Casarin segretario dell’Autorità di bacino dell’Alto Adriatico e segretario generale dell’Autorità di bacino del fiume Adige. All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, i rappresentanti degli enti gestori dei serbatoi idrici delle due regioni e dei consorzi di bonifica.
In assenza di precipitazioni e in mancanza dell’apporto dello scioglimento della neve in montagna, che quest’anno ha visto un calo del 70-80% rispetto alla media, i volumi idrici degli invasi e delle falde acquifere stanno toccando i valori più bassi degli ultimi anni, creando uno stato di grave siccità che occorre affrontare, in considerazione anche dell’avvicinarsi della stagione irrigua in agricoltura. “Ci troviamo in una situazione particolarmente pesante – ha detto l’assessore Conte – e insieme al Friuli Venezia Giulia abbiano deciso di mettere in atto azioni comuni, perché c’è la necessità di individuare con tempestività misure concrete di risparmio idrico per superare l’emergenza”.
Da parte sua Ciriani ha detto che “abbiamo concordato sulla necessità di metterci insieme per affrontare il problema in maniera coordinata, in un clima di collaborazione che consenta l’adozione di indicazioni operative più incisive per razionalizzare le risorse disponibili idriche. Torneremo a riunirci tra una quindicina di giorni per la verifica”. In linea di massima, le linee di indirizzo su cui stanno lavorando i tecnici riguardano come intervenire per mantenere l’acqua nei bacini montani, immagazzinare l’acqua anche in pianura, ridurre gli usi irrigui e contemperare anche l’uso dell’acqua ai fini della produzione di energia.