Trentino protagonista dell’edizione 2012 del Congresso dei cuochi italiani
Diecimila presenze e 900 accrediti stampa fra giornalisti e blogger. Bastano questi due dati per sottolineare la riuscita dell’edizione 2012 de “Identità golose”, la tre giorni milanese dedicata ai sapori e ai prodotti tipici, nella quale il Trentino è stato protagonista quale regione “ospite” con un proprio stand istituzionale e seminari dedicati alle eccellenze enogastronomiche del territorio.
I numeri sono significativi e fanno segnare, rispetto all’edizione 2011, un più 30% sia in termini di pubblico sia in termine di aziende, circa diecimila presenze (l’anno scorso erano state 7.500), quasi 900 giornalisti e foodblogger italiani e europei, oltre 80 espositori e 80 relatori contro i 18 della prima edizione. Senza dimenticare una rassegna stampa di oltre 400 articoli pubblicati da giornali, mensili, siti internet, solo per quanto riguarda la presentazione dell’evento.
Una vetrina di primo livello, soprattutto perché dedicata in primis agli “addetti ai lavori”: “sono soddisfatto del lavoro svolto dalla squadra che è alla base del successo della manifestazione” dice l’ideatore e patron Paolo Marchi e “dalla scommessa di 8 anni fa siamo diventati il terzo congresso di cuochi più grande d’Europa. I cuochi e i sommelier sono i protagonisti e la vetrina dei prodotti nei confronti del cliente”. Un sistema di leva che serve a valorizzare i prodotti tipici italiani: “certamente, anche per rilanciare la cucina identitaria dopo abbuffate di nouvelle cousine, che quando si è a tavola è necessario anche nutrirsi con soddisfazione” dice Marchi ribadendo come “questa sia una vetrina dei fuoriclasse della cucina, che serve per divulgare le eccellenze del territorio”. In questi otto anni cosa è cambiato nella cucina del NordEst? “Si sono valorizzati tanti artisti della cucina. Io stesso sto raccogliendo quest’esperienza in una serie di volumi per testimoniare questa realtà. Specie le realtà di confine hanno molto da dire, grazie a quanto si viene a creare dallo scambio con culture e realtà differenti”.
La vetrina di “Identità golose” è stata sfruttata al meglio dal Trentino, quest’anno territorio ospite della manifestazione. Nello stand istituzionale, messo in campo da Trentino Marketing, sono state accolte centinaia di persone con alcuni volti “noti” del settore, riconosciuti a livello internazionale, che hanno potuto gustare le eccellenze della nostra terra, avvicinandosi anche alla loro storia. Un ruolo di rilievo hanno occupato i produttori, come il Trentodoc, l’Olio extravergine d’Oliva del Garda Trentino, trote e salmerini, il miele, la pasta, le erbe selvagge, l’aceto di produttori locali d’eccellenza, che sono “scesi in campo” con propri stand, dialogando con il pubblico.
Significativo per il Trentino il momento di incontro con gli chef del territorio: Paolo Donei, Alessandro Gilmozzi, Alfio Ghezzi e Daniel Facen hanno presentato, davanti ad un pubblico attento, piatti e ricette creative e tradizionali che non solo rappresentano eccellenze enogastronomiche, ma confermano una volta in più come i prodotti tipici diventino una carta d’identità importante per il territorio ed, in ultima istanza, una ricchezza imprescindibile dal punto di vista turistico. Per Marchi “queste ricette sono vere e proprie cartoline che sanno interpretare ed esprimere il senso profondo di un territorio come poche altre cose”. Aspetti ripresi anche nella prima ricetta proposta nello “showcooking”, dimostrazione e descrizione dell’attività culinaria nei suoi aspetti più peculiari, che ha visto impegnato
Paolo Donei, chef di “Malga Panna” a Moena. “Quello che mi preme rappresentare – ha detto – sono i valori della gente di montagna che derivano dalle origini contadine, fatte di un rapporto con le Dolomiti e con la natura davvero stretto, poiché i campi, il bestiame e gli alpeggi erano allora l’unica vera ricchezza”. Il profumo del legno e dei fiori: evoluzione della cucina contadina il titolo della sua dimostrazione culinaria, che ha proposto un risotto leggermente affumicato con maiale scottato e olio al pino mugo.
Un fil rouge che ha caratterizzato anche la seconda parte delle dimostrazioni culinarie, a cura di Alessandro Gilmozzi de “El Molin” a Cavalese (premiato tra l’altro con il riconoscimento “Artigiano della gola”, consegnatogli da Paolo Marchi e dedicato ai protagonisti del gusto), che ha proposto Il gallo forcello… sotto la chioma dell’albero, ricetta con protagoniste tante erbe aromatiche, lingua di cervo salmistrata e gallo forcello, con il contorno dei “frutti” delle foreste come foglie di betulla, bacche, ginepro, pinoli e licheni.
Come è ad esempio anche il salmerino alpino, protagonista della terza ricetta portata sul grande palco-cucina della sala congressi di “Identità golose” da Alfio Ghezzi, chef di “Locanda Margon” con grande esperienza internazionale. “Questo pesce – ha detto – rappresenta benissimo il territorio trentino, grazie alle sue carni sode e al gusto elegante. Cresce in acque molto fredde, di torrente o di lago di alta montagna, ed è un vero e proprio “relitto glaciale” risalente a centinaia di anni fa, passato attraverso la storia di questa terra e molto apprezzato anche in epoca rinascimentale”. E “glaciale” è anche l’aspetto del piatto proposto, di grande stile, che ha ricreato, attorno al salmerino, l’aspetto di un nevaio di alta quota.
In chiusura l’intervento di Daniel Facen, trentino “in trasferta” a Bergamo nel ristorante “Anteprima”, che ha proposto i piatti “del ricordo” della sua infanzia vissuta in Trentino, rivisti attraverso la cosiddetta tecnica della cucina “molecolare”.
Interessante l’approfondimento dedicato al mondo dell’alpeggio, vera anima della tradizione trentina, un piccolo mondo antico in cui è possibile scoprire i sapori più autentici e caratteristici del nostro territorio. Il seminario “Bianchi estremi del territorio”, condotto da Fabio Piccoli, esperto di bollicine e consulente per Trentino Marketing di Trentodoc, incentrato sui formaggi, erbe e miele, oltre a Trentodoc, con le testimonianza del casaro Luca Alessandri, dell’apicoltore “nomade” Andrea Paternoster, dell’esperta raccoglitrice di erbe selvagge Eleonora Cunaccia.