Dellai: “l’autonomia come un giardino che va amato, conosciuto, curato e comunicato”
Con le autonomie speciali sempre più nell’occhio dei ciclone, la giunta provinciale di Trento ha pensato bene di ritirarsi in una sorta di comoda clausura nelle accoglienti stanze di un albergo a 4 stelle sulle pendici del monte Bondone a Lagolo per discutere il da farsi e preparare un piano d’azione per la difesa e il rilancio dell’azione di governo della maggioranza di centro sinistra autonomista da qui fino alle elezioni dell’autunno 2013.
“Quello che vogliamo trasmettere alla comunità è un messaggio al tempo stesso di preoccupazione e di fiducia. In questi due giorni abbiamo ragionato a lungo sul tema dell’autonomia e su quello, speculare, della situazione economica, in particolare esaminando tempi e modi delle misure che dobbiamo assumere per contrastare gli effetti della recessione, che minaccia l’Italia ma anche noi. L’autonomia è il primo e principale strumento a nostra disposizione per rilanciare lo sviluppo del Trentino. Pensiamo che l’autonomia sia come un giardino, che va innanzitutto curato e amato. Per questo richiamiamo tutti ad un maggiore senso di appartenenza, a partire innanzitutto dalle classi dirigenti, da chi ricopre posizioni di responsabilità”. Così il presidente Lorenzo Dellai, a conclusione della due giorni programmatica che ha visto impegnata, a Lagolo, l’intera Giunta provinciale, in un confronto complessivo su tutti i temi principali dell’agenda politica. “Dobbiamo intensificare l’azione riformatrice che è propria dell’Autonomia – ha detto ancora Dellai – consapevoli del fatto che essa rappresenta uno strumento fortemente innovativo, non qualcosa di statico. Inoltre, l’autonomia è un giardino che va fatto conoscere, che va amato e condiviso. Per questo abbiamo deciso di varare ufficialmente un importante percorso di riflessione collettiva, che abbiamo provvisoriamente battezzato ‘Stati Generali’, che potrebbe attraversare, in vari momenti, tutto il 2012. Esso costituirà anche una delle tappe di avvicinamento al Terzo statuto di Autonomia, appuntamento ormai ineludibile. Entro l’estate la Giunta metterà a disposizione una sua bozza, i cui contenuti dovranno essere in parte quelli già discussi in passato, a partire dal nome. Provincia è inadeguato, Comunità autonoma quello più pertinente”.
Ecco, una sintesi dei principali temi toccati dalla riunione di Giunta.
Autonomia modello di partecipazione civile e democratica
L’autonomia è un giardino, che va curato. E sebbene essa affondi le sue radici nel passato, nella storia del Trentino e nella sua identità, non fa rima con “localismo”. Si è deciso di dare un forte impulso alle azioni da sviluppare nell’ambito dell’Euregio e attraverso il Gect. L’esperienza maturata dovrà costituire un valido strumento anche per quanto riguarda la discussione che si sta sviluppando a livello nazionale. Il Trentino vuole mettere l’autonomia a servizio del Paese, e sopratutto delle aree di montagna, fra le più colpite dagli effetti della crisi economica, per le loro peculiarità. Nel quadro nazionale l’esperienza trentina – la cultura del autogoverno, del fare da sé, che il Trentino ha espresso nel tempo – non è un privilegio da attaccare ma un laboratorio per chiunque non si rassegni a vedere diversificato il tessuto partecipativo e democratico del paese. Siamo un modello di “democrazia alpina”, dobbiamo esserne consapevoli e orgogliosi ad un tempo.
Il confronto con il Governo Monti
Avanzare una proposta coraggiosa al Governo, che è quella di farsi carico al cento per cento dei costi sostenuti dallo Stato nella provincia di Trento. Sono stati adottati criteri in base ai quali gestire il Bilancio che è stato recentemente approvato. Si deve prende atto delle misure che i Governi Berlusconi e ora Monti hanno varato, in parte da contestate presso la Corte costituzionale dalla Provincia. Si è calcolato inizialmente di accantonare 70 milioni di euro; in realtà, le risorse che si dovranno mettere da parte, in via prudenziale, per far fronte agli obblighi con lo Stato saranno 151 milioni. Si è adottata una decisione che ha fissato i criteri in base ai quali gli 81 milioni mancanti dovranno essere reperiti, anche se è auspicabile che il nuovo accordo che sarà siglato con il Governo permetterà di smobilitare risorse immobilizzate. Saranno fondi accantonati prudenzialmente, non risorse tolte al bilancio del Trentino, e saranno pari al massimo al 5% di un capitolo di spesa. Nonostante questo, la Provincia può garantire lo stesso livello di pagamenti del 2011, pari a circa un miliardo e mezzo (l’80% dei quali effettuati entro 10 giorni). Nessun programma di investimento strategico, in settori come la ricerca, la filiera energia-legno e così via, sarà ridotto.
Contrastare la recessione
Non si può negare la preoccupazione per il clima generale a livello europeo e nazionale, e per i suoi riflessi anche sul Trentino. Le stima parlano di un calo del 2% circa a livello nazionale (la Banca d’Italia ha previsto da un -1,2 a -1,5% circa, il Fondo Monetario invece un -2,2%). La Provincia fin dal 2008-2009 si è mobilitata con misure straordinarie, che ha consentito di avere un tasso di crescita relativamente sostenuto, anche del 2%, in un momento di crisi generalizzata. Sono stati varati importanti misure di sostegno alle imprese e di stimolo agli investimenti. Nel terzo trimestre del 2011, si è registrata una disoccupazione del 3,4%, praticamente fisiologica. Ma non si può fare così per sempre. La recessione è cosa diversa dalla crisi che si è sperimentata in un primo tempo. Porta con sé anche una mancata domanda, non solo la carenza di strumenti finanziari. Servono quindi misure che incidano in profondità sui problemi, come la capacità di “aggredire” i mercati internazionali, la creazione di servizi innovativi e così via.
Le parole chiave per rilanciare lo sviluppo
Queste le parole chiave dell’azione del governo provinciale:
– Filiere: le imprese trentine devono unire le forze entro filiere strutturate, sul modello della meccatronica, che mettano assieme capacità imprenditoriali, ricerca, alta formazione;
– Innovazione: è ancora troppo bassa, rispetto ai tanti investimenti realizzati in Trentino, bisogna fare di più;
– Internazionalizzazione: si deve sviluppare maggiormente la capacità di penetrare in mercati anche lontani, come la Cina. Serve anche qui una logica di sistema. Un aiuto verrà dal processo di riorganizzazione di Trentino Sviluppo, che si sta fondendo con Trentino Marketing. Disporre di uno strumento che punti alla promozione delle imprese in maniera unitaria sarà cosa molto utile.
Necessario anche intensificare il rapporto con le banche, specie quelle che operano sui mercati internazionali.