Assemblea industriali di Padova: chiesta inversione di rotta per evitare il baratro

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Emma Marcegaglia

 

Emma MarcegagliaMarcegaglia: “avanti con le riforme per liberare l’imprenditorialità da eccessivi vincoli”

 

E’ un gran sospiro di sollievo quello che il presidente degli industriali padovani, Massimo Pavin, si concede come esordio nella relazione di saluto all’assemblea generale 2012: “l’inversione di rotta è arrivata a un passo da baratro – dice Pavin – il nostro Paese ha fatto i compiti ‘a casa’ e deve continuare a farli dopo aver visto il logoramento del Governo Berlusconi. Con il decreto ‘Salva-Italia’ ha accettato sacrifici pesanti, con compostezza e responsabilità”. Pavin lancia anche un monito: “attenti però a non illuderci che il più sia stato fatto e il pericolo scampato. Sarebbe un tragico errore. Il lavoro di trasformazione dell’economia italiana, di semplificazione e ammodernamento di tutto il suo sistema sociale, giuridico e burocratico è appena iniziato. C’è voluto lo ‘strano’ Governo di impegno nazionale (un Governo tecnico in cui i partiti non sono rappresentati) a tracciare un grande progetto di sistema per far crescere l’economia e un piano di liberalizzazioni senza precedenti. Un Governo che decide – sottolinea Pavin – e mette un’intera classe politica di fronte ai suoi ritardi, anche culturali, e al suo immobilismo”.
Massimo PavinPer il presidente degli industriali padovani “il 2011 ci ha anche riportato in una crisi economica che pensavamo di aver superato”. Massimo Pavin, in passaggio della relazione, non dimentica il grande sacrificio di vite umane pagato alle crisi dal mondo imprenditoriale: “diciamolo forte, lo Stato non può essere Stato ‘patrigno’, non può chiedere sacrifici ai suoi cittadini e poi essere il primo a non rispettare i patti! Affronti una volta per tutte lo scandalo dei mancati pagamenti, restituisca quel ‘dovuto’ che altrimenti si trasforma in ‘maltolto’. E diciamo chiaramente che anche le banche non possono rafforzare il patrimonio al prezzo di inaridire il credito alle imprese”. Anche gli industriali si allineano alla richiesta fatta da tutto il mondo imprenditoriale affinché vengano rispettati i tempi di pagamento previsti dalla direttiva europea, ancora inattuata in Italia. “Con la stessa chiarezza – ha proseguito Pavin – diciamo che i tempi di pagamento vanno rispettati anche tra aziende private, riscoprendo una rinnovata dimensione etica. Gli effetti della congiuntura negativa e della crisi di liquidità non possono scaricarsi sugli anelli più deboli, se non si ha un grande potere contrattuale”. Pavin chiede infine un segnale forte al Governo: “nell’ambito della delega ricevuta, recepisca immediatamente la direttiva comunitaria che stabilisce il temine massimo di 30 giorni per i pagamenti della pubblica amministrazione e di 60 giorni per i pagamenti tra privati. E’ una questione di giustizia e di civiltà del diritto”.
All’assemblea di Confindustria Padova ha partecipato anche la presidente nazionale Emma Marcegaglia, che ha colto l’occasione per fare il punto sulle questioni aperte che interessano il mondo dell’imprenditorialità e del lavoro. “I problemi sono tanti e dobbiamo continuare in questo percorso delle riforme. Ci sono imprenditori che hanno voglia di mettercela tutta e di uscire da questa situazione difficile” ha detto la Marcegaglia, sottolineando che “il Veneto resta esempio di come si possa ripartire per il rilancio del del Paese. I dati del Nordest sono negativi, ma sono migliori del resto del Paese. Qui c’è ancora un tessuto industriale molto forte”.

Gli imprenditori italiani sono in questo momento preoccupati per eventuali azioni di distacco delle forniture di gas dalla Russia. Per la presidente di Confindustria il grande freddo di questi giorni sta rallentando la fornitura in arrivo in Italia: “l’interruzione di produzione del gas può diventare un problema. Conosciamo il caso e ci auguriamo che ciò non avvenga perché molte imprese verrebbero penalizzate”.

Marcegaglia si è poi soffermata sui nodi della riforma del mondo del lavoro: “la riforma del mercato del lavoro è importante: certo non è l’unica, ci sono altre cose su cui lavorare, ma questa è prioritaria. Su questo tema, e in particolare sull’art.18, stiamo cercando di impostare un ragionamento né ideologico né contro tutti; cerchiamo di dialogare con i sindacati e con il governo”. L’art.18 non va toccato per i licenziamenti discriminatori, “è un fatto di civiltà”, ma per tutti gli altri casi bisogna “diventare europei” e “’se c’è un licenziamento ingiusto l’imprenditore deve pagare un’indennità a seconda della gravità della cosa. Ma in nessun altro Paese c’è il reintegro per motivi che non siano discriminatori” ha ribadito la Marcegaglia.
Sul fronte dei crediti vantati dalle imprese nei confronti dello Stato, Confindustria chiede “che venga recepita prima possibile la direttiva europea sui ritardati pagamenti, che porta la dilazione massima a 60 giorni, ricordando tuttavia che bisogna risolvere i problema dei 70, ora diventati 100 miliardi di euro di debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Una cosa gravissima – ha proseguito Marcegaglia – Siamo in un momento di scarsissima liquidità. Chiediamo quindi che si vada anche verso una vendita di asset pubblici e di beni dello Stato”.
Quanto per l’immediato futuro, per Emma Marcegaglia “segnali di ripresa vera e propria non ce ne sono. Mi sembra, invece,  che ci sia un po’ più di ottimismo, anche per il calo dello spread e per un eventuale rivisitazione del credit crunch, poiché ci sono nuovi strumenti da mettere a disposizione delle imprese. Diciamo che ci sono – ha concluso – alcuni segnali in più di speranza. Ma la congiuntura non è ancora buona”. Per cercare di spingere il sistema produttivo, Confindustria punta “su soluzioni per le imprese che abbiano insoluti, essendo il sistema dei pagamenti molto incagliato, sui finanziamenti prolungati in caso di insoluti su sconto di cassa, o per utilizzare il fondo di garanzia anche per fare ristrutturazione di debito. Vogliamo insomma – ha aggiunto Marcegaglia – mettere a disposizione delle imprese una serie di strumenti concreti”.