Autoimpresa, nuovo modello per lo sviluppo dell’economia al femminile in Friuli Venezia Giulia

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Federica Seganti

 

Federica SegantiSeganti: “la Regione sostiene le iniziative in questo ambito”

E’ un modo per fare economia e dare alle persone una possibilità in più di costruire il proprio lavoro il sostegno all’autoimpresa che la regione Friuli Venezia Giulia sta dando con finanziamenti mirati come quelli per l’imprenditoria femminile. Federica Seganti, assessore regionale alle Attività produttive, l’ha ribadito in occasione dell’inaugurazione della sede triestina di CAT Microimprese negli spazi messi a disposizione in viale XX Settembre, 16 da ERIT Servizi e dall’Associazione macellai.
“La cultura del rispetto delle regole sta diventando un mezzo per elevarsi professionalmente – ha detto l’amministratore delegato di CAT Microimprese, Marco Zoratti, presente al taglio del nastro assieme al direttore di ERIT Servizi, Alessandro Decleva – e anche a Trieste intendiamo lavorare in sinergia con i commercialisti per offrire alle aziende un servizio completo, aiutandole a risolvere tutti i problemi relativi a temi come l’igiene alimentare e la sicurezza sul lavoro e rendendo più efficace il rapporto tra microimprese e istituzioni”.
Federica Seganti ha illustrato ai presenti le modalità d’accesso ai fondi destinati alla creazione di aziende al femminile, confermando come “la scelta dell’erogazione a sportello è stata certamente fatta per accelerare le procedure, ma anche per arrivare ad una valutazione del reale fabbisogno, in modo da intervenire in sede di assestamento di bilancio. Per il momento abbiamo messo a disposizione 500.000 euro – ha detto l’assessore – ma, in base alle domande che riceveremo, a luglio valuteremo un incremento della posta per soddisfarne il maggior numero possibile”.
L’assessore ha spiegato che l’intervento a favore delle donne è stato fatto perché “come i giovani fanno più fatica a trovare capitali e ad ottenere sostegno finanziario da parte del sistema bancario”. In questo quadro, ha spiegato l’assessore, “per le donne è più difficile lo start up, tanto che nel rapporto tra uomo e donna solo un terzo dei progetti presentati da quest’ultime riesce ad andare avanti”.
I contributi sono a fondo perduto, coprono il 50% della spesa ammessa (può andare da un minimo di 5.000 euro a un massimo di 60.000) e sono destinati a progetti di imprenditoria femminile avviati il giorno successivo la presentazione della domanda. Le domande, ha ricordato l’assessore, potranno venir presentate dal 15 febbraio al 31 maggio in tutti i modi possibili: utilizzando la PEC (posta elettronica certificata), l’invio postale (posta semplice o raccomandata), un corriere privato o consegnando la documentazione a mano.