Inaugurata dal ministro Catania la 110ª edizione di “Fieragricola”

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Verona Fiere inaugurazione fieragricola 2012 Mario Cataniadirettore vrfiere 1
Verona Fiere inaugurazione fieragricola 2012 Mario Cataniadirettore vrfiere 1Il vicepresidente di Veronafiere, Valente: “Verona torna capitale europea dell’agricoltura”
Catania: “la Pac tuteli il ‘Made in Italy’ e i redditi delle imprese agricole”

 

Si è aperta a Verona la 110ª edizione di “Fieragricola”, la più importante rassegna del settore a livello europeo, inaugurata dal ministro per le Politiche agricole Mario Catania: “Fieragricola riveste da sempre un ruolo particolare per l’agricoltura italiana ed europea. Ma è Veronafiere a rappresentare il tempio dell’agroalimentare, con diverse manifestazioni di primo piano, a partire da Vinitaly, che è un evento mondiale e che mette in risalto le eccellenze del Made in Italy”. Così il ministro per le Politiche agricole, Mario Catania, descrive il ruolo del polo fieristico di Verona, pochi minuti prima di incontrare il vicepresidente vicario di Veronafiere, Claudio Valente, il direttore generale, Giovanni Mantovani, il direttore generale della Commissione Agricoltura Ue, José Manuel Silva Rodriguez, e i presidenti delle organizzazioni sindacali agricole.
Fieragricola, visitabile fino a domenica, per la 110ª volta, sarà il cuore dell’agricoltura europea e dell’esposizione di macchine, mezzi agricoli, bioenergie e animali da reddito, proseguirà alle 11 con il convegno inaugurale sulla riforma della Pac post 2013.
Verona Fiere inaugurazione Fieragricola 2012 Mario Catania - Flavio TosiProprio sulla Pac, il ministro Catania ha ribadito la posizione italiana: “chiederò a Bruxelles che la Pac sia uno strumento di tutela dell’agricoltura italiana, che faccia chiarezza in termini di regole e che distribuisca risorse adeguate ai produttori. Serviranno regole più rigide sulle indicazioni dei prodotti, sull’etichettatura e sulla difesa del vero ‘Made in Italy’ dalle contraffazioni”.
Allineati contro l’agropirateria e le contraffazioni alimentari si muoverebbero, ha dichiarato il ministro Catania, “i decreti sulle liberalizzazioni nell’agroalimentare, che puntano a migliorare l’equilibrio della redditività, oggi eccessivamente sbilanciato verso la grande distribuzione”.
Il vicepresidente vicario di Veronafiere, Claudio Valente, nel salutare il ministro, ha espresso soddisfazione per le parole di elogio che lo stesso Catania ha avuto verso Fieragricola e l’Ente Fiera: “siamo tornati al centro della discussione delle politiche agricole europee. Fino a domenica Fieragricola sarà il cuore del dibattito in un momento di crisi. Pertanto ci attendiamo dalla Pac risposte immediate per gli operatori del settore”.
Subito dopo l’inaugurazione, il convegno di apertura dedicato alla Politica agricola comune (Pac) dell’Unione Europea. Un lifting per la Pac. Se sarà soltanto da ritoccare, o piuttosto da rivedere in profondità, questa è una valutazione che cambia – presumibilmente – da Paese a Paese. Quello che è certo è che per il cav. Paolo Bruni, presidente del Cogeca, l’organizzazione europea che riunisce oltre 40.000 cooperative dell’agroalimentare, “ci troviamo di fronte ad una proposta di Pac da rivedere e correggere profondamente”.
È questo il giudizio che emerge dal convengo dedicato proprio alla Pac e che ha visto la presenza del ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, del direttore generale della Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale dell’Ue, José Manuel Silva Rodrìguez, e del presidente della Commissione Agricoltura del parlamento europeo, Paolo De Castro.
Troppa burocrazia e poca attenzione alla produzione: “così com’è impostata – incalza Bruni – la proposta di riforma va rivista in maniera decisa. Partiamo dal greening, che destina il 30% delle risorse dei pagamenti diretti e porta ulteriore burocrazia. Come se il mondo agricolo non sia già abbondantemente gravato da carte e pratiche”. Altro aspetto che mostra una contraddizione evidente, secondo il numero uno del Cogeca, “riguarda l’obbligo di mettere a riposo il 7% della superficie agricola utilizzabile. Eppure, le previsioni della Fao indicano che nel 2045 il mondo avrà bisogno di cibo nella misura del 70% in più rispetto a quanto se ne produce oggi”.
Una Pac che guarda, in aggiunta, eccessivamente alla superficie agricole, a discapito delle produzioni di qualità. “In questo modo come si tutela l’alto valore aggiunto dell’agricoltura italiana?”, si chiede Bruni. “Dobbiamo evitare – prosegue – che la demagogia prenda il sopravvento sul realismo”.