Famiglie sempre più in affanno: l’indebitamento medio sfiora i 20.000 euro, con un indebitamento verso le banche di 503 miliardi di euro

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Ricerca della Cgia di Mestre. Bortolussi: “peggiorano specie le famiglie con redditi medio bassi”

Con la crisi economica, le famiglie italiane sono sempre più in affanno: dal settembre 2008 allo stesso mese del 2011, l’indebitamento medio delle famiglie italiane è aumentato del 36,4%: in termini assoluti, invece, l’importo medio in capo a ciascuna famiglia italiana si è attestato attorno ai 20.000 € (precisamente 19.981 €). A livello territoriale, i nuclei familiari più in difficoltà sono stati rilevati in provincia di Roma (indebitamento medio pari a 29.287 €), seguono quelli residenti in provincia di Lodi (28.470 €) e quelli in provincia di Milano (28.251 €). In termini complessivi, invece, lo stock di debito che pesa su tutte le famiglie italiane verso il sistema bancario ammonta a poco più di 503 miliardi di €: una cifra che oggettivamente fa tremare i polsi.
Sono questi i principali risultati che emergono dalla periodica rilevazione sull’indebitamento medio delle famiglie italiane realizzata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre. Questi dati, ricorda la CGIA, si riferiscono all’indebitamento medio delle famiglie consumatrici con il sistema bancario, causato dall’accensione di mutui per l’acquisto della casa, dai prestiti per l’acquisto di beni mobili, dal credito al consumo, dai finanziamenti per la ristrutturazione di beni immobili, etc.
“In linea generale – dichiara Giuseppe Bortolussi, segretario della CGIA di Mestre – abbiamo riscontrato che l’incidenza del debito sul reddito familiare è maggiore tra i nuclei con disponibilità economiche medio-basse. Appare evidente che il perdurare della crisi rischia di accentuare questa situazione. Inoltre, abbiamo appurato che la situazione economica delle famiglie meno abbienti residenti nelle grandi aree metropolitane è mediamente peggiore di quella registrata dai nuclei ubicati nelle realtà urbane medio piccole. Infatti, a parità di reddito, nelle piccole realtà urbane la crisi si sente meno perché il costo della vita è inferiore”.

 

Comunque, sottolineano i ricercatori della CGIA, è importante tenere presente anche un altro aspetto. “Se le province italiane più esposte con le banche sono anche quelle che presentano mediamente i livelli di reddito più elevati – conclude Bortolussi – è chiaro che la quota di indebitamento medio raggiunto è stato condizionato dalle politiche di investimento realizzate dalle famiglie più ricche che, dopo l’avvento della crisi finanziaria, hanno decisamente intensificato l’accensione di mutui per l’acquisto o la ristrutturazione di beni immobili.”
Ritornando ai dati, le realtà familiari più “virtuose” sono concentrate al Sud. Se l’indebitamento medio delle famiglie residenti in provincia di Vibo Valentia era nel settembre scorso era di 9.342 €, ad Enna toccava gli 8.845 € ed in Ogliastra gli 8.593 €. Infine, la più importante variazione di crescita dell’indebitamento registrata tra il settembre 2008 e lo stesso mese del 2011, ha interessato le famiglie di Livorno (+57,1%). Segue Grosseto (+56,4%) e al terzo posto di questa speciale graduatoria la provincia di Asti (+55,5%). Dati che non tengono in considerazione il diverso costo della vita nelle diverse zone del Paese, dove è notorio che, ad esempio, acquistare una casa (solitamente la principale causa d’indebitamento delle famiglie) al Nord è normalmente ben più oneroso che al Sud, a parità di stipendio. La realtà del NordEst è in testa per il livello d’indebitamento delle famiglie in termini di valori assoluti, mentre è in coda alla classifica per l’andamento della crescita del debito.

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