Nel Bellunese l’economia turistica è in crisi causa carenza di neve

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aCrisi neve Veneto Sviluppo 1Crollano del 41% i passaggi nelle stazioni sciistiche. Bond (PdL): “servono interventi straordinari per una stagione senza neve”

 

La stagione invernale secca ed avara di precipitazioni nevose ha messo in crisi l’economia turistica di molte stazioni invernali, tra cui quelle del Bellunese. Per ovviare ai problemi insorti per molte imprese della zona, l’incontro tenuto nella sede di Veneto Sviluppo tra i vertici della società regionale e i rappresentanti delle maggiori categorie bellunesi, dalla Camera di Commercio all’Uapi passando per l’Ascom, la Federalberghi, il Consorzio Dolomiti, l’Unionfidi ha proposto di rifinanziare la legge 18 e trovare nuovi metodi di collaborazione con l’Unionfidi così da aiutare le imprese bellunesi in questo momento di forte crisi.
La proposta trova d’accordo il capogruppo del Pdl in Consiglio regionale, Dario Bond, – tra i promotori del tavolo – che ha chiesto a Veneto Sviluppo una serie di impegni concreti, proponendo un intervento straordinario per le imprese turistiche alle prese con l’assenza di neve e le spese elevatissime di innevamento artificiale: “penso a un provvedimento sulla falsariga di quello adottato per le mucillagini che avevano rovinato la stagione sulla costa adriatica”, ha detto Bond durante l’incontro.
Il presidente di Federalberghi di Belluno, Gildo Trevisan, ha sottolineato come sulle piste bellunesi in questi primi mesi di stagione invernale si sia registrato un decremento di passaggi pari al 41% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Tutte le categorie hanno sottolineato che il momento è critico, in particolar modo per le imprese di piccole dimensioni, e che il fattore “montagna” di certo non aiuta, soprattutto se si guarda alla concorrenza dei vicini lidi autonomisti. Sul tavolo, anche le problematiche dell’artigianato e dell’edilizia che faticano a ripartire.
Da qui il confronto serrato tra i vertici regionali – Veneto Sviluppo e settore industriale della Regione in primis – e l’Unionfidi di Belluno, rappresentata dal presidente Vittorio Zampieri e dal suo vice Antonio Barp che, se da un lato, hanno confermato come le imprese bellunesi continuino a essere affidabili, dall’altro hanno sottolineato la difficoltà di reperire liquidità.
Sempre sul fronte turistico, Gino Mondin, presidente del Consorzio Dolomiti, e Trevisan hanno evidenziato come il calo delle presenze sia stato omogeneo su tutto il territorio provinciale, mentre il presidente della Camera di Commercio di Belluno, Paolo Doglioni, ha sottolineato come tutti i settori siano in grave sofferenza: “non vogliamo soldi”, hanno detto gli operatori bellunesi, “vogliamo solo degli strumenti per superare questo momento”.
Tra questi, è stata menzionata la legge 18 del 1994, norma nata per offrire finanziamenti agevolati alle imprese operanti nel Bellunese. “E’ un fronte che dobbiamo riaprire subito accanto a quello dell’accesso al credito. Veneto Sviluppo, in questo senso, può darci una mano”, rimarca Bond, convinto che si debba studiare il modo di intervenire in via straordinaria a sostegno del turismo invernale: “lo si era fatto per le mucillagini sul litorale, dobbiamo farlo anche per la neve che non c’è. Sono entrambi fenomeni straordinari che possono dare un colpo mortale all’economia. So di bollette per l’energia elettrica lievitate di 500.000 euro solo per garantire l’innevamento artificiale per qualche settimana”.
Veneto Sviluppo e le categorie si sono date appuntamento per definire i dettagli tecnici delle richieste il 22 febbraio prossimo.