Applicazione IMU, continuano le problematiche per la sua applicazione in ambito rurale ed agricolo

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Dario Ermacora

 

Dario ErmacoraErmacora (Coldiretti Friuli Venezia Giulia): “applicare solo aliquote ridotte”. Berger (provincia di Bolzano): “ancora molti punti da chiarire”

 

Le modalità di applicazione dell’IMU, la nuova tassazione introdotta dal Governo Monti su tutti i fabbricati, compresi quelli rurali, continua a fare discutere. Nel mondo agricolo, non si contano più gli appelli a limitare il più possibile la tassazione di quelli che sono a tutti gli effetti dei beni strumentali. Dario Ermacora, presidente Coldiretti del Friuli Venezia Giulia, si è appellato ai sindaci della regione per “ridurre il più possibile le aliquote dell’Imu per le imprese agricole regionali, molte delle quali sono già in crisi per l’effetto congiunto dell’aumento dei costi dei fattori di produzione e per la flessione pesante dei prezzi dei prodotti agricoli”. Nella lettera inviata al presidente dell’Anci friulano Mario Pezzetta, Ermacora sottolinea come “nel caso degli agricoltori ci troviamo di fronte ad una aggravante, poiché essi scontano tutti gli aumenti previsti per la generalità dei cittadini più questa sorta di patrimoniale agricola, che andrà di fatto a tassare quelli che sono a tutti gli effetti i mezzi di produzione: dalle stalle ai fienili fino ai capannoni necessari per proteggere trattori ed attrezzi, stravolgendo la disciplina esistente fino all’entrata in vigore del decreto ‘Salva Italia’, che dal 1993 riconosceva esenzioni a tutti i fabbricati rurali utilizzati a fini della produzione agricola”.

Ermacora, che ha evidenziato come Coldiretti “solo per senso di responsabilità abbia scelto di non manifestare in piazza di fronte alle iniquità che questa manovra riserva al settore agricolo”, chiede quindi di agevolare il settore primario, “predisponendo un apposito provvedimento che applichi l’aliquota dello 0,1 al fine di poterne dare attuazione nei tempi e nei modi stabiliti dalla legge”.

Hans BergerLa situazione non cambia in provincia di Bolzano. “L’imposta è già prevista dalla legge – spiega l’assessore Hans Berger – ma mancano ancora i decreti attuativi e dunque restano delle incertezze sull’interpretazione di alcuni passaggi”. In più, per quanto riguarda la provincia di Bolzano, c’è da tenere in considerazione l’‘Accordo di Milano’, che garantirebbe margini di manovra più ampi all’Alto Adige rispetto alle altre regioni italiane. “Ma anche su questo aspetto – prosegue Berger – ci sono diversi punti da chiarire”. Per questo motivo, a livello locale è stato istituito un gruppo di lavoro presieduto dall’assessore all’agricoltura e di cui fanno parte rappresentanti delle Ripartizioni finanze, sviluppo del territorio, catasto e libro fondiario, del Consorzio dei Comuni e del Bauernbund (il sindacato degli agricoltori dell’Alto Adige di lingua tedesca). Ed è proprio il mondo dell’agricoltura a rappresentare uno dei principali nodi chiave da risolvere. Sulla carta, infatti, l’IMU dovrebbe gravare anche sui fabbricati rurali, sino ad ora esentati dall’ICI. L’applicazione dell’IMU potrebbe creare notevoli problemi soprattutto per i piccoli fabbricati su cui non grava neppure l’obbligo di iscrizione nei registri catastali: “si tratta di circa 30.000 proprietà in tutto l’Alto Adige – sottolinea l’assessore all’agricoltura – il cui valore è inferiore alle spese che dovrebbero essere sostenute per iscrizione e pagamento dell’IMU”.