Siglato nella notte il Contratto Regionale Imprese di Pulizia che prevede salari di garanzie e di produttività, bilateralità, welfare territoriale, sospensioni.
Nel Veneto interessa 500 imprese e 3.500 dipendenti
Dopo ben 7 anni che a Roma le trattative per la stipula del contratto nazionale languivano, la Confartigianato Veneto, assieme alle altre organizzazioni artigiane e alle tre sigle sindacali di categoria, stanche di attendere le mille lungaggini proprie dei tavoli romani, si sono rimboccate le maniche ed hanno concluso nella notte un accordo regionale, unico nel panorama italiano.
Artigiani e sindacati veneti, con una buona dose di pragmatismo, consapevoli del legame del territorio, non hanno atteso oltre ed hanno affrontato, anche superando veti ed ostilità dei palazzi capitolini, una trattativa che in pochi mesi ha prodotto un nuovo strumento negoziale per i dipendenti veneti che assicura loro un trattamento economico di garanzia (in altre parole un adeguamento salariale non più assicurato dal CCNL) e nel contempo rivitalizza il sistema regionale puntando sul salario di produttività e sulla bilateralità (EBAV) cui aderiscono oltre 500 imprese e 3.500 lavoratori del settore.
Il contratto in “salsa veneta” oltre agli aspetti salariali, contiene alcuni elementi di welfare territoriale basato sul sostegno ai dipendenti attraverso prestazioni sanitarie, alle famiglie con borse di studio per la scuola media superiore ed università, senza dimenticare le conseguenze indotte dalla crisi attraverso il fondo per i lavoratori sospesi per mancanza di lavoro e il sostegno a coloro che perdono il posto di lavoro con l’implementazione di una lista di mobilità cui si iscriveranno tutti i licenziati che comunque dovranno attivarsi concretamente per la ricerca del posto di lavoro, pena la perdita dei sussidi. In pratica, si dà vita a quel modello scandinavo di cui tanto si parla in questi giorni e che in Veneto diventa una realtà concreta.
La difesa e lo sviluppo delle imprese prevede, oltre agli interventi Ebav per abbattere alcuni costi aziendali, anche un sostegno all’applicazione delle nuove disposizioni in materia di sicurezza (ad appena 10 giorni dall’entrata in vigore dell’Accordo Stato-Regioni) e semplificazioni per quanto concerne la videosorveglianza.
Per il presidente di Confartigianato Imprese del Veneto, Giuseppe Sbalchiero, questo è “un importantissimo stimolo al rinnovo delle relazioni sindacali che capovolge l’obsoleto metodo fondato sull’attesa messianica della contrattazione nazionale a seguito della quale viene sviluppata la contrattazione di secondo livello e dobbiamo ringraziare i sindacati veneti per essersi fatti carico di una situazione che stava penalizzando imprese e dipendenti”.
Gli fa eco il presidente regionale Imprese di Pulizia, Stefano Rampazzo, per il quale “concretezza è stata la parola d’ordine al tavolo di trattativa e siamo sicuri che la scrollata ‘veneta’ non farà che bene alla negoziazione nazionale. Sono certo che ora, in poche settimane, sarà firmato quell’accordo nazionale che nemmeno in sede ministeriale si era riusciti a raggiungere”.