Appello congiunto delle organizzazioni agricole polesane ai sindaci del territorio: “applicare la riduzione Imu a chi vive di agricoltura”

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organizzazioni agricole rovigo 1Impresa Pesca Coldiretti chiede interventi anche sul costo del gasolio che rischia di mandare al tracollo il settore

La manovra ‘Salva Italia’ del Governo Monti rischia di mandare al creatore interi comparti economici e produttivi del Belpaese, tra questi quello primario, duramente colpito sia dall’applicazione dei nuovi estimi catastali che dal consistente rincaro delle accise sui prodotti petroliferi.

In Polesine, le tre organizzazioni agricole Coldiretti, Confagricoltura e Cia, aderendo ad un accordo regionale, hanno scritto un appello ai cinquanta sindaci della provincia di Rovigo, invitando le rispettive amministrazioni comunali ad esercitare il potere, stabilito per legge, di ridurre fino al 50 per cento l’aliquota Imu prevista per i fabbricati rurali e di ridurre sensibilmente l’aliquota prevista per i terreni agricoli. Oltre ai terreni anche stalle e i fienili, gli annessi rustici, i capannoni per ricovero attrezzi: la nuova patrimoniale Imu sta per colpire pesantemente i mezzi di produzione per le imprese agricole, proprio in un momento di difficoltà congiunturale di tutto il primario. Si chiede di tenere in considerazione e di differenziare l’imprenditore agricolo che vive della propria attività.

peschereccio 1“L’Imu colpirà pesantemente terreni agricoli e fabbricati rurali – scrivono le tre categorie agricole nel documento congiunto – dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi. In questo modo il decreto ‘Salva-Italia’ andrà di fatto a tassare quelli che sono a tutti gli effetti mezzi di produzione per le imprese agricole. Riteniamo che la terra coltivata da una impresa agricola, debba avere un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a chi la possiede per fini speculativi o hobbistici”.

L’intervento presso le amministrazioni pubbliche è volto a scongiurare la scomparsa di un tessuto di imprese che crea occupazione, garantisce l’equilibrio idrogeologico e produce quella tipicità che rende unico l’agroalimentare nostrano. A livello nazionale è stato già avviato un confronto serrato con il governo al fine di differenziare i parametri riducendo l’aggravio per gli imprenditori iscritti come coltivatori diretti alla previdenza Inps.

Impresa Pesca Coldiretti di Rovigo lancia invece l’appello a rivedere le nuove norme che gravano sul settore ittico. Tra aumento del prezzo del gasolio e nuove norme comunitarie, cresce la sofferenza del settore ittico veneto. La categoria è fortemente preoccupata, dopo il boom fatto registrare dalle quotazioni di carburante, aumentate del 25 per cento rispetto a dodici mesi fa. Un problema che si fa sentire sul bilancio economico delle imbarcazioni, ulteriormente aggravato dall’entrata in vigore delle nuove norme comunitarie, a partire dal provvedimento che introduce l’Iva al 21 per cento sul costo del carburante e sulle provviste di bordo per la flotta della pesca costiera, che rappresenta poi la quasi totalità delle imbarcazioni regionali. A questo si aggiunge il crollo fatto registrare nella prima parte del 2011 a livello di produzione, tanto da rendere necessari due mesi continuativi di fermo pesca. Il tutto si innesta in una situazione di particolare crisi del mercato, in cui la produzione locale soffre di prezzi all’origine in consistente calo.

Un ulteriore fattore di crisi è oggi rappresentato dalla stretta del credito operata dalle banche, già denunciato da Impresa pesca Coldiretti. Negli ultimi mesi, la quasi totalità degli istituti bancari ha ristretto gli affidamenti alle imprese ittiche o per contro, ove possibile, ha elevato le garanzie. Tali operazioni del sistema bancario stanno limitando gli investimenti nella pesca e nell’acquacoltura e togliendo la liquidità necessaria e basilare per operazioni anche di ordinaria gestione commerciale delle imprese.

Per Alessandro Faccioli di Impresa pesca Coldiretti “è fondamentale, nel breve periodo, affrontare l’emergenza a livello regionale, in maniera tale da proporre idee e azioni concrete, tali da intervenire quali ammortizzatori utili alle problematiche del credito e della carenza di liquidità determinata dall’aumento dei costi di gestione ed anche dagli adempimenti comunitari, che costringono le imprese ad aggravare ulteriormente i loro bilanci con esposizioni temporanee assai pesanti”.