Liberalizzazioni? Impatto limitato a solo il 15% della spesa totale delle famiglie

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carrozziere fiat vecchia 500 1Semplificazioni e assicurazioni, Monti si contraddice in tema di risarcimento in forma specifica, che danneggia le carrozzerie e vincola i consumatori

Il Governo dei professori capeggiato dall’austero neo senatore a vita Mario Monti inizia a scontentate i molti, tanti che avevano riposto qualche speranza che la barca Italia riprendesse la linea di galleggiamento oggi pericolosamente sbandata sotto il peso del debito pubblico e della tassazione da capogiro.
Sul tema delle liberalizzazioni, uno studio della Cgia di Mestre ritiene che i settori interessati dal decreto in via di emanazione andranno ad incidere solo sul 15% circa della spesa media complessiva di una famiglia italiana. Il calcolo è stato realizzato utilizzando le voci che saranno interessate dal provvedimento che il Governo presenterà nelle prossime ore. A fronte di una spesa media annua complessiva pari a 29.520 euro, i beni e i servizi che saranno “liberalizzati” hanno un valore economico di poco inferiore ai 4.500 euro (precisamente 4.437 euro) pari, per l’appunto, al 15% della spesa totale di una famiglia media.
Quanto risparmieranno le famiglie? Difficile dirlo, visto che le liberalizzazioni all’“italiana” fatte in passato non hanno sortito effetti positivi per le tasche dei consumatori italiani. Dalla Cgia si sottolinea che solo per i medicinali e i servizi telefonici la deregolamentazione ha portato dei vantaggi economici. Nel primo caso, tra il 1995 ed oggi, i prezzi sono diminuiti del 10,9%, a fronte di un aumento del costo della vita del +43,3%. Nel secondo caso, tra il 1998 ed il 2011, le tariffe sono diminuite del 15,7%, mentre l’inflazione è aumentata del 32,5%.
Altro fronte sollevato dalla Confartigianato Autoriparazione del Veneto riguarda invece il settore delle assicurazioni Rc auto e le modalità d’indennizzo. Secondo l’organizzazione artigiana le nuove norme imporrebbero “rinunciare al controllo sulla qualità e sulla professionalità nella riparazione a fronte di una maggiore semplicità nella pratica”. E’ questo il dilemma che gli automobilisti/consumatori italiani si troveranno di fronte nel momento in cui stipulano una polizza RC auto. “Una limitazione dei propri diritti che va decisamente contro la direttiva Monti nata proprio per contrastare le pratiche che limitano la possibilità dei consumatori di scegliere i propri fornitori” denunciano alla Confartigianato Autoriparazione del Veneto, organizzazione che rappresenta oltre 3.000 tra carrozzerie, elettrauto ed officine operanti in Regione.    
Cosa sta succedendo? Nel decreto ‘Salva Italia’ all’articolo 35, le disposizioni normative in materia assicurativa prevedono che, nel caso di danni materiali, l’automobilista possa rivolgersi alla sua assicurazione per il risarcimento in “forma specifica”. In altre parole, l’assicurazione provvede alla sistemazione del veicolo danneggiato rilasciando al suo assicurato una garanzia di due anni sulla riparazione eseguita. Operazione semplice ed immediata ma che cela, secondo Confartigianato Autoriparazione del Veneto, alcuni inganni: primo, l’automobilista perde ogni controllo sul valore del danno e sulla tipologia, qualità e professionalità della riparazione; secondo, se proprio per questi motivi l’automobilista rinuncia all’offerta e chiede il risarcimento  in “forma equivalente” ovvero la liquidazione del danno in euro, in questo caso l’assicurazione ridurrà del 30% l’importo dell’assegno. Per la categoria la conseguenza sarà che l’automobilista/consumatore/assicurato sarà indotto, per un calcolo non solo economico, a scegliere la “forma specifica”, con un grande risparmio per le assicurazioni che tireranno “per il collo” le officine “fiduciarie”, decretando la morte di tutte quelle attività che vogliono restare indipendenti.
Da qui la contraddizione in cui è caduto il Presidente del Consiglio, Mario Monti. Il premier, quando era commissario europeo, ha dato il proprio nome ad una direttiva a tutela del consumatore che prevedeva libertà di scelta proprio in materia di autoriparazione. Peccato che oggi quel principio venga sostanzialmente disatteso dal Monti premier italiano: ritornando al caso sopra descritto, come si misura la libertà del consumatore/automobilista/assicurato nella scelta della carrozzeria? E’ evidente che il rapporto con la carrozzeria lo gestirà l’assicurazione e non più l’assicurato. Non conviene affatto all’assicurato avviare un percorso molto più tortuoso e denso di insidie per la scelta della carrozzeria di fiducia, con la prospettiva di vedersi decurtato il 30% del valore del danno stimato.
Venendo allo spirito delle liberalizzazioni, tutto ciò ridurrà il costo della polizza a vantaggio del consumatore/cittadino? Oppure, come diceva bene il Gattopardo, cambia tutto perché non cambi niente? Sono domande alle quali si hanno poche risposte e pensare male si fa sì peccato, ma spesso ci si azzecca.

 

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