Naufragio della nave Costa “Concordia”: si studia il divieto di accesso ai porti veneti delle grandi navi

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nave costa concordia naufragio 1 1La laguna è un ecosistema troppo fragile. Nel 2011 2.000 navi entrate nel bacino, di cui 1.400 da crociera

Cresce il fronte del no al transito delle grandi navi nella laguna di Venezia, che per entrare in porto passano davanti a San Marco. E mentre c’è chi invoca una specifica legge per questo, i responsabili della società del terminal passeggeri rassicurano: “siamo tra i porti più sicuri del mondo”.
Nel giorno in cui dall’isola del Giglio arrivano le notizie del ritrovamento di una nuova vittima della ‘Costa Concordia’, a Venezia si è riunita la Commissione ambiente del Senato che è giunta in laguna per le audizioni sulla nuova ‘legge speciale’ per la città. Nel dibattito sono entrati a pieno titolo anche i ‘colossi’ del mare, le grandi navi da crociera capaci di ospitare oltre 4.000 persone a bordo.
A premere sull’acceleratore sul divieto è il Comitato ‘No grandi navi’ che, con tanto dati e dossier, chiede che nella nuova legge speciale venga introdotto un articolo con cui si escludono dalla laguna le grandi navi. Una norma che, per l’ex Procuratore generale di Venezia, Ennio Fortuna, potrebbe godere dell’acceleratore di un decreto legge. Il Comitato ‘No grandi navi’ ha consegnato un dossier sui rischi legati al traffico crocieristico in laguna, ricordando che sono state circa 2.000 le grandi navi transitate a Venezia nel 2011, di queste 1.400 da crociera; le altre sono per lo più traghetti. Secondo il Comitato, le grandi navi provocano danni alle rive della città perché spostano grandi masse d’acqua, sono fonte di inquinamento con i gas di scarico (si sostiene che una nave equivalga agli scarichi di 14.000 autovetture), e le polveri sottili, cui si aggiungono l’impatto visivo, luminoso e sonoro.
Il presidente del Venezia Terminal Passeggeri (VTP), Sandro Trevisanato, si sente di rassicurare: “basandomi su dati oggettivi, posso dire che qui ci sono le condizioni ideali per un porto e che quello di Venezia va considerato uno dei più sicuri al mondo”. Affermazioni che Trevisanato basa sulla conformazione dello scalo lagunare: “il nostro è un porto di laguna, con sabbia e fango sui fondali, e le navi circolano in canali artificiali profondi dai dieci ai quindici metri, lontani dalle rive dei palazzi, con i quali non è quindi possibile nessun impatto. E anche un affondamento, considerando che non ci sono problemi legati al mare, al vento o alle onde, è un pericolo scongiurato”. Il presidente di Vtp ricorda un precedente: “il 12 maggio 2004, la nave Monna Lisa si arenò davanti a San Marco, a soli 150 metri da Palazzo Ducale, proprio perché andò a toccare il fondale fangoso e sabbioso nei pressi della riva. E fu allora possibile, per i rimorchiatori, procedere al disincaglio senza nessun danno, né per le persone, né per le cose”.

Giorgio OrsoniDa parte sua, il sindaco Giorgio Orsoni dice di dover “tener conto di tante esigenze, ma quella primaria è la tutela della città”. Il passaggio delle navi in laguna, temute per il rischio di collisioni, sversamenti di idrocarburi ed inquinamento da gas e polveri, è regolamentato dall’Autorità portuale, presieduta dall’ex ministro ed ex sindaco Paolo Costa.
Se Orsoni ha avuto un atteggiamento pragmatico pragmatico, invece il governatore del Veneto, Luca Zaia è sbottato e, riferendosi alle sagome della grandi crociere in bacino san Marco ha detto che “quello che vediamo è uno spettacolo raccapricciante. Dopo l’incidente dell’isola del Giglio è sempre più urgente che il problema sia risolto. Capiamo che la crocieristica è una grande opportunità per Venezia, però è altrettanto vero che il problema deve trovare una soluzione”. Tra queste, si era parlato di un nuovo scalo a Marghera, dirottando le navi su canali alternativi al bacino di San Marco e alla Giudecca. Ma soprattutto era tornata in auge l’idea di un porto off-shore in Adriatico, rilanciata nei giorni scorsi dal ministro Corrado Clini.
Il sen. Antonio D’Alì (Pdl), presidente della Commissione ambiente del Senato, ha ipotizzato che parte dei bacini e conche di navigazione connesse al sistema Mose, con opportune modifiche, possa diventare lo scalo per le grandi navi da crociera; un altro senatore della commissione, Roberto Della Seta (Pd), ha detto di essere invece completamente d’accordo con il ministro Clini: “bisogna dire stop alle grandi navi da crociera a Venezia, così come negli altri luoghi sensibili”.