Veneto, i saldi partono sotto tono

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saldi 2009 vetrine negozi 8 1Tabacchi-Basevi (Confcommercio Federmoda): “vendite discrete, ma rispetto allo stallo totale di dicembre, meglio poco che nulla”

I saldi invernali 2012 sono decollati senza ‘botto’ per i negozi del Veneto, ma le vendite “stanno andando discretamente” dice la presidente regionale di Federmoda-Confcommercio Veneto, Graziella Tabacchi Basevi.
“Com’era prevedibile – commenta l’organizzazione in una nota – non è stata una partenza col botto. I saldi invernali 2012, in questa prima settimana di avvio, non hanno fatto registrare risultati esaltanti, ma rispetto allo stallo totale di dicembre non c’è nemmeno da stracciarsi le vesti. Certo non puoi fare il miracolo con i saldi, ma tutto sommato le vendite stanno andando discretamente. E’ quel tutto sommato che relativizza tutto e che ci fa capire quanto rispetto a un punto di partenza bassissimo tutto ciò che arriva in più sia oro colato”.
I centri storici del Veneto nel fine settimana si sono popolati, anche se i benefici sono andati in gran parte ai negozi di fascia alta. “Chi compra nei negozi dal target medio lo fa per assicurarsi un capo basico, non un capriccio – prosegue Tabacchi Basevi – Sono finiti i tempi delle lunghe code davanti alle porte dei negozi di abbigliamento aperti a intermittenza per regolare il flusso dei consumatori. Vanno bene le boutique del lusso, dove soprattutto gli stranieri in viaggio nelle città d’arte entrano approfittando dei saldi. Nella ‘mia’ Verona, ad esempio, sono molti i russi che comprano capi firmati nelle boutique monomarca o in quelle locali sopravvissute alla crisi”.
Secondo il presidente di Confcommercio Veneto, Massimo Zanon, “stando alle indagini effettuate dalle nostre affiliate a livello provinciale la parola che caratterizza i saldi 2012 è ‘stabilità’ come emerge dai sondaggi effettuati dalle Ascom di Vicenza e Padova”. Confcommercio sottolinea come sia venuta meno una tipologia di clienti appartenenti al ceto medio; di conseguenza i negozi che vendono meno sono quelli di riferimento, a vantaggio di quelli di fascia molto bassa o molto alta. Un altro segnale che le mazzate fiscali imposte sui redditi delle famiglie dal Governo Monti rischiano a breve di fare più danni che benefici.