Nordio “No a linciaggio mediatico. No a liberalizzazioni tout court. Sì al confronto per introdurre requisiti di qualificazione delle nostre imprese”
La liberalizzazione dei servizi, in particolare quella dei taxi, è al centro delle polemiche del momento. “E’ incredibile come, nel nostro Paese, la categoria dei tassisti finisca periodicamente -e quasi sempre ingiustamente- nell’occhio del ciclone. Con l’aggravante di avere i mezzi di informazione che fanno a gara nell’additare ai tassisti tutte le responsabilità dei guasti che caratterizzano il nostro Paese denunciando guadagni, valori di licenze, taxi-power e lobby che in realtà non esistono. O meglio rappresentano – forse – solo una parte del variegato mondo delle auto bianche che circolano nella penisola”. Questo lo sfogo di Alessandro Nordio, leader dei tassisti di Confartigianato Imprese Veneto e presidente di una delle realtà più interessanti ed innovative nel servizio del trasporto pubblico locale: il consorzio radio Taxi Veneto.
“Va fatta innanzi tutto una prima grande distinzione che spiega in gran parte la nostra posizione ‘originale’ sulle liberalizzazioni e sugli strumenti da adottare per far valere le nostre ragioni –spiega il presidente -. Delle oltre 24.000 licenze operative in Italia oltre 12.000 (54%) operano nelle città di Milano (5.000) e Roma (7.500). In tutte le altre regioni d’Italia il numero di taxi viaggia tra le 200 e le 1.200 unità. In Veneto ad esempio siamo 835. Pertanto, le posizioni tra queste due grandi realtà sono molto diverse. In Veneto, ad esempio, abbiamo valutato l’estrema difficoltà a proseguire su una linea basata sulla mera difesa della “licenza” e di una obsoleta legge 21, rapidamente invecchiata a seguito dell’evoluzione tecnologica e di mercato intervenuta a partire dal 1992, nonché per il progressivo cambiamento del quadro normativo comunitario che ha visto una forte accelerazioni nell’ultimo biennio in virtù della crisi mondiale e dopo l’approvazione del documento Europa 2020”.
Per il leader dei tassisti veneti “in tal senso siamo sì in stato di agitazione, ma disposti al confronto al fine di arrivare ad introdurre nel testo della bozza del provvedimento governativo un accesso al mercato non più incentrato solo alla licenza ma su almeno 4 requisiti fondamentali, atti a qualificare l’impresa e riconosciuti a livello comunitario”. Ecco i punti della proposta:
1) attestato professionale (conseguimento di un attestato professionale da conseguirsi con il superamento di un esame)
2) requisito finanziario (garanzia reale dell’impresa con iscrizione nell’attivo patrimoniale di euro 10.000 per ogni veicolo)
3) onorabilità
4) stabilimento (il cambio di sede in un comune diverso da quello che ha rilasciato la licenza oppure la sua chiusura comportano l’estinzione della relativa licenza).
“Queste sono tra le principali proposte – conclude Nordio – che saranno oggetto, per parte nostra, del confronto con il Governo. Tenuto conto anche dell’interesse generale della tutela dell’ambiente della salute e del patrimonio artistico. Concetti questi ampiamente riconosciuti dall’ordinamento europeo”.