Commento del senatore Sergio Divina, che chiede ai segretari della maggioranza trentina di mettere al bando i piagnistei per agire nei confronti di Roma
In questi giorni, la ricca autonomia speciale del Trentino Alto Adige è nel mirino dei grandi media nazionali che le riservano articoli di approfondimento sui vari privilegi e da parte delle regioni confinanti, che lamentano una disparità di trattamento insopportabile. Critiche in parte anche fondate, che hanno fatto scattare la mosca al naso agli amministratori della maggioranza di centro sinistra. Una situazione su cui ora interviene anche il senatore Sergio Divina (Ln), che rivolge una lettera aperta ai leader della maggioranza ripartita del centro sinistra autonomista.
“Il presidente Dellai, si sa, non sopporta le critiche. Sono bastati due articoli apparsi sulla stampa nazionale (dei censori Rizzo-Stella sul Corriere e di Maugeri su Il Sole 24ore) che criticavano il modo di spendere in Trentino, per far sbottare il capo del Governo locale che, come suo costume, non ama far autocritica, ma preferisce prendere a pretesto qualcosa o qualcuno per deviare le proprie responsabilità. E la Lega, per questo, è un paravento che va sempre bene. Ottimo addirittura per arginare il “nulla” che sta dietro l’azione degli autonomisti locali (anche il segretario del P.A.T.T. Ugo Rossi ha usato lo stesso metodo) che non trovano un solo tema per affermare qualcosa che appartenga allo loro storia”. Divina entra nel merito del contendere: “critiche esterne a parte, bisogna dirsi le cose come stanno: quando i soldi diminuiscono, aumentano le invidie per chi sta meglio. E da tempo noi siamo nel mirino di tanti cannoni, che sistematicamente ci fanno pervenire messaggi di insoddisfazione verso la nostra ricca autonomia che, troppo spesso, non dà l’impressione di oculatezza nello spendere”.
Per Divina “sia Dellai che Rossi dovrebbero capire che non è più tempo per lamentarsi e piangere, ma è tempo per osare e chiedere. Dopo la I, la II e la III fase della nostra autonomia, forse è giunto il momento di spingere l’acceleratore per chiedere un’autonomia piena, a partire da quella fiscale. La nostra contropartita potrebbe essere quella di sgravare lo Stato della nostra parte debito (30.000 €/procapite, circa 15 miliardi di € totali) fronteggiabili mediante emissione di obbligazioni provinciali, a tassi più bassi di quelli della Stato stante il rating migliore, in cambio della possibilità per la Provincia di utilizzare la leva fiscale in modo libero e scollegata da quella statale”. Dopo avere lanciato la proposta, Divina argina possibili critiche: “qualcuno obietterebbe che verremo a trovarci in una sorta di piccolo Stato nello Stato italiano. Esattamente! Nel rispetto di un plafond di regole comuni, e partecipando alle spese generali per i servizi utilizzati (valuta, difesa, giustizia, esteri) con il 10% delle nostre entrate, per tutto il resto ci potremmo muovere esattamente come un piccolo libero Stato. Lo Stato italiano avrebbe tutto da guadagnare. Noi altrettanto se sapremo fare scelte intelligenti, investimenti produttivi, politiche fiscali incentivanti la crescita economica. In poche parole, potremo salvarci qualsiasi cosa accada nel nostro vecchio continente. E con la dignità di chi onora i propri debiti. Mi pare che anche in Alto Adige si stia pensando ad una cosa del genere (si veda la proposta lanciata dall’assessore provinciale Widmann). In Trentino ancora nulla”.
A Dellai e Rossi, Divina rivolge un monito: “l’autonomia si difende col coraggio, non coi piagnistei”.