Sottoscritto tra il ministro dell’Interno Cancellieri e il presidente della regione Veneto, Zaia, un protocollo contro le infiltrazioni mafiose

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Anna Maria Cancellieri
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Anna Maria CancellieriZaia: “Veneto, laboratorio di legalità”

Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, ha siglato a Venezia con Regione Veneto, le prefetture, l’Unione regionale delle Province, rappresentata dal presidente Leonardo Muraro, e con l’ANCI Veneto, rappresentata dal presidente Giorgio Dal Negro, un Protocollo per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione mafiosa nel settore degli appalti pubblici.
Un provvedimento, come ha ricordato il prefetto di Venezia, Luciana Lamorgese, che oggi lascia la città lagunare per un nuovo incarico a Roma “è sulla falsariga di quanto sottoscritto con Confindustria Veneto nel 2010 e i risultati si stanno vedendo”.

Il protocollo, che ha la durata di un biennio, stabilisce di estendere i controlli antimafia, attraverso una sola rete di monitoraggio. L’appaltatore deve comunicare, tra l’altro, l’elenco delle ditte coinvolte nei lavori, nominare un referente di cantiere responsabile della redazione di un rapporto di cantiere. La mancata comunicazione della ditta porta all’automatica revoca del contratto. I soggetti aderenti al protocollo si impegnano anche a effettuare i pagamenti e le transazioni attraverso intermediari autorizzati, come banche o poste.
Luca ZaiaSoddisfatto il presidente della regione Veneto, Luca Zaia: “è anata una rete, un grande fratello, che non vuole essere un ufficio complicazione affari semplici, complicando di più la vita agli imprenditori che sono già vessati, ma vuol mettere in rete tutte le nostre conoscenze affinché il Veneto non si trovi un substrato ideale per la criminalità”. Zaia ha ricordato come il Veneto sia al sesto posto nazionale per la confisca dei beni (“80 beni e 4 aziende confiscate nel 2011”), al quinto posto per operazioni finanziarie sospette (“689 segnalate dalla Dia”).
Zaia ha ammesso di essere “non poco preoccupato. Abbiamo 600.000 imprese che rispondono alle esigenze di molti lavoratori”. Il Governatore ha poi ricordato i prossimi grandi lavori: la Pedemontana Veneta (3.130 mln di euro e 3.000 lavoratori per 5 anni), Valsugana (780 mln di euro), la Centrale di Porto Tolle (2 mld e mezzo di euro), la Nogara mare, gli ospedali di Padova e di Treviso. Un Protocollo perciò molto importante per il Veneto e che può essere esportato in altre realtà. Per Zaia, rivolgendosi al ministro Cancellieri, ha detto “consideri il Veneto laboratorio di virtuosità e approfitti di questa disponibilità per testare questi nuovi strumenti di legalità”. Il ministro Cancellieri ha giudicato il Protocollo “ottimo, uno straordinario punto partenza su cui possiamo lavorare”, accogliendo l’offerta di Zaia perché il suo pensiero è quello “di non fare grandi cose, ma fare delle cose, portarle sul territorio e provarle. Una volta testate trasmetterle a tutto il territorio nazionale. Quindi l’offerta della Regione Veneto – ha detto il ministro – è particolarmente gradita”.

Leonardo MuraroIl presidente dell’Urpv e presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro, promovendo il protocollo, ha auspicato che altre iniziative “devono far seguito, come l’allargamento dei soggetti coinvolti: il sistema bancario in primis, perché imprenditori in difficoltà nell’accesso al credito non cadano nel rischio di doversi rivolgere a soggetti ‘illeciti’, ma abbiano piuttosto la possibilità di essere agevolati nella richiesta agli istituti di credito”. Muraro in sintonia con Zaia e con l’Unci ha chiesto al ministro Cancellieri “che il Governo riveda il Patto di stabilità perché i pagamenti alle ditte che eseguono i lavori siano fatti secondo i tempi di legge”. Anna Maria Cancellieri ha replicato che “il problema dei pagamenti è già stato oggetto di discussione in seno al Consiglio dei ministri. Il ministro Passera – ha aggiunto – sta lavorando su questo tema e mi auguro si possano dare risposte in tempi brevi”.

Il presidente Luca Zaia insieme ai Prefetti del Veneto ha inoltre firmato un ulteriore protocollo d’intesa per garantire l’assistenza sanitaria al personale militare impegnato nelle operazioni di disinnesco di ordigni bellici.