Il 2011 che stiamo per lasciarci alle spalle è stato un anno terribile. L’augurio che la presidente della provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto vuole rivolgere a tutti è di un “2012 migliore, per i nostri concittadini, per i nostri ragazzi, per le famiglie veneziane. E’ triste ricordare che la vera emergenza, il dramma più evidente che ha colpito il nostro territorio, è questa profonda crisi che dura ormai da tre anni, e per la quale non si intravedono vie d’uscita a breve. Una crisi che indistintamente ha colpito la grande industria (Porto Marghera su tutti, la chimica in primis, ma anche il settore del vetro, del mobile, dell’edilizia) e la piccola, fino a poco tempo fa trainante nella nostra provincia”. Una situazione che ha avuto pesanti ripercussioni sull’occupazione, creando casi di disagio e incertezza per le famiglie, talvolta autentici drammi, con il suicidio di molti onesti imprenditori e lavoratori.
I numeri della provincia di Venezia sono impietosi: “21.000 i disoccupati registrati nel 2011, e 313 le vertenze di lavoro seguite dai nostri uffici quest’anno, oltre novecento in due anni e mezzo di amministrazione. Cifre che fotografano una situazione divenuta insostenibile, ma il nostro compito rimane quello di guardare avanti, di considerare comunque il bicchiere mezzo pieno. Non a parole, ma con i fatti” dice Zaccariotto.
Cosa ha fatto di concreto a difesa del lavoro la Provincia? Cosa ha messo in campo, oltre a una costante mobilitazione, oltre alle vertenze seguite, oltre al coordinamento territoriale, oltre al profondo lavoro di sensibilizzazione e di lobby a livello locale e centrale presso il Governo e le imprese perché fosse riconosciuto lo stato di crisi complessa? “Tante piccole buone azioni. Per i giovani, e pur con i tagli regionali ai finanziamenti, siamo riusciti a coinvolgere 500 allievi erogando oltre 12.000 ore di formazione professionale (contro la media del Veneto di circa 8.500 ore), di cui la metà spese nella formazione e riqualificazione degli adulti. E poi, i progetti di pubblica utilità per coloro ormai privi di ammortizzatori sociali, e di utilità sociale” elenca la presidente che guarda anche al 2012: “cosa ci si aspetta per cittadini ed imprese? Quale la strada da seguire? Oltre al turismo, che sembra non aver mostrato sofferenza, oggi il settore delle energie rinnovabili a basso impatto ambientale può darci più di qualche soddisfazione. Nel 2018 dovremmo avere tutti gli edifici autosufficienti dal punto di vista energetico, e il patto dei sindaci può essere un’opportunità per migliorare e rendere più sicuro il nostro territorio e favorire l’occupazione. Bisogna ampliare la cultura del risparmio energetico perché il rilancio di una politica energetica darebbe ossigeno all’economia. L’occupazione potrebbe essere favorita dalle installazioni degli impianti fotovoltaici (scuole, ospedali, edifici pubblici e privati, arredo urbano), dal potenziamento dell’eolico e miglior uso del geotermico e dell’idraulico, e noi siamo con la nostra laguna e i nostri sette fiumi terra d’acqua e d’incanto. Le energie rinnovabili rappresentano davvero l’occasione per sganciarsi dalla monodipendenza del petrolio