Le palafitte del lago di Ledro e di Fiavè in Trentino “Patrimonio dell’Umanità” Unesco

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L’Unesco attribuisce il riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità” ai siti palafitticoli del lago di Ledro e della torbiera di Fiavè in Trentino. Su 111 siti palafitticoli esistenti al mondo, l’Italia è al secondo posto con 19, subito dopo la Svizzera (56) e prima della Germania (18) e della Francia (6).

Il riconoscimento dell’Unesco comporta anche precisi obblighi in capo ai territori su cui insistono i luoghi insigniti del riconoscimento di “Patrimonio dell’Umanità”, volto a diffonderne la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione.

La scoperta e il recupero progressivo dei due siti si deve all’opera dell’archeologo Renato Perini, cui è succeduto Franco Marzatico a partire dagli anni Settanta del secolo scorso.

Per la valorizzazione dei due siti sono in corso di allestimento il Museo delle palafitte di Fiavè con il relativo biotopo e il sito di Ledro. Le palafitte di Ledro, risalenti all’età del bronzo furono scoperte nel 1929 in seguito ad un abbassamento temporaneo del livello dell’acqua, per la costruzione di una centrale idroelettrica a Riva del Garda. Furono effettuati degli scavi ma in seguito il livello dell’acqua fu rialzato e questi furono interrotti. Tra il 1936 e il 1937 ci fu una grande siccità, il livello dell’acqua si abbassò nuovamente e i lavori di scavo ripresero, a cura della soprintendenza e dell’Università degli Studi di Padova. In seguito ad occuparsi dei lavori fu il Museo tridentino di scienze naturali.