Prosegue la “maledizione” sul turismo veneto: dopo la pubblicità sbagliata dell’Alto Adige che ha annesso il Bellunese, ora tocca alla scomparsa delle montagna veneta dal panorama neve dell’Espresso

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Marino Finozzi
Marino Finozzi

Marino FinozziFinozzi: “queste continue lacune sono un danno al turismo del Veneto”

Continua la “maledizione” sul turismo veneto da parte della stampa italiana. Qualche settimana fa è stata “La Stampa” di Torino a pubblicare uno speciale sci con un clamoroso svarione, inserendo Cortina d’Ampezzo nel box dedicato al Trentino Alto Adige, forse dando per già concretizzate le mire secessionistiche dell’Alto Veneto dalla Serenissima per approdare ai più comodi (e ben finanziati) lidi dell’autonomia speciale del confinante Trentino Alto Adige. Ora tocca al settimanale “L’Espresso” fare il bis con uno speciale sulla neve, dove si citano località ed impianti sciistici di tutto il Belpaese, esclusi quelli del Veneto. Arrabiato e per nulla rassegnato l’assessore al turismo della regione Veneto, Marino Finozzi: “guardo il Civetta innevato, il Cadore e il Comelico, le Tofane imbiancate, Arabba e Sappada… e mi sorge un dubbio: è meglio essere trasferiti in un’altra provincia d’Italia o non esistere del tutto? Mi auguro che quello de ‘L’Espresso’ sia un redazionale a pagamento e non frutto di lavoro giornalistico: nel secondo caso il livello di professionalità sarebbe davvero caduto molto, troppo in basso: oltre l’ignoranza”.

Il settimanale pubblica anche una mappa stilizzate del Nord Italia, con le regioni dell’arco alpino in rosso, salvo una, rimasta grigia, incuneata fra il Trentino Alto Adige e il Friuli Venezia Giulia. “Insomma per l’Espresso – commenta Finozzi – il Veneto non è Regione dove ci siano impianti sciistici o turismo della neve. E’ più che una omissione, specie se guardiamo all’offerta e ai numeri. E’ un danno d’immagine che merita di essere valutato anche dal punto di vista del danno economico, diretto e indiretto”.

Finozzi torna anche sul caso di qualche settimana fa, quando Cortina fu annessa d’imperio alla regione Trentino Alto Adige: “non si tratta solo di un problema di collocazione geografica, perché mettere Cortina altrove non diminuisce il primato turistico assoluto del Veneto, che nei primi nove mesi di quest’anno ha già superato i 57 milioni di presenze, dei quali quasi il 63 per cento generate da ospiti stranieri. Ma ne diminuisce le risorse pubbliche disponibili, dal momento che in questa tartassata Italia non siamo tutti eguali, e la montagna veneta è circondata da regioni e province a Statuto speciale che possono trattenersi una quota delle tasse pagate dai loro cittadini, decisamente molto più alta del Veneto, che lascia a Roma 4 miliardi l’anno che non tornano sul nostro territorio. E questa sì è una difficoltà, perché i nostri operatori turistici non hanno le medesime facilitazioni dei loro concorrenti, né gli stessi servizi. Tradotto in chiaro: in Italia c’è chi deve avere più buchi sulla cinghia di altri. Ecco, mi piacerebbe che La Stampa scrivesse di questo – conclude Finozzi – e naturalmente riportasse Cortina dove sta”.

 

 

 

 

“Una vecchia pubblicità diceva che una telefonata salva la vita – ha concluso Finozzi –in questo caso è sufficiente per informarsi e rimediare ad un errore tanto evidente quanto grossolano e antipatico per tutta la montagna veneta e per la provincia di belluno in particolare, che custodisce il 60 per cento delle Dolomiti patrimonio dell’umanità”.

 

 

Comunicato n. 2450-2011 (TUR)

S.C.